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Lilio Giannecchini? Lasciamolo in pace e, per favore, reintegriamolo
nel suo incarico oltre a riammetterlo alle celebrazioni per la
Resistenza
sabato, 27 agosto 2011, 11:59
Una domanda, prego: avete avuto occasione di incontrare, negli ultimi
tempi, l'ex comandante partigiano ed ex direttore dell'istituto
storico della Resistenza Lilio Giannecchini? Anche solo incrociarlo
per strada, intendo? Io sì, anche se non ci ho scambiato neppure una
parola. Non conosco l'età di Giannecchini, ma credo sia,
inevitabilmente e anagraficamente, ma non solo, piuttosto avanzata.
Non conosco, nemmeno, la persona se non per qualche sporadico contatto
di carattere professionale legato a ricerche storiche. Tuttavia, mi è
bastato osservarlo per capire che è un uomo giunto, gli auguro di
vivere altri 100 anni, sul quel viale del tramonto che, purtroppo,
accoglie e accoglierà ciscuno di noi. La sua magrezza, la difficoltà
nei movimenti, la solitudine o, almeno, il vederlo sempre e, comunque,
solo in compagnia di se stesso, mi hanno suscistato un profondo senso
di comprensione e, sia pure, di compassione. Per questi motivi, per il
fatto di essere stato uno dei pochi sopravvissuti a quel periodo
denominato Resistenza all'occupazione tedesca, ho trovato e trovo
assurdo, patetico, ridicolo, cattivo l'accanimento nei suoi confronti
sia pure motivato e, magari, anche giustificato da comportamenti non
proprio ortodossi. Che senso ha e mi rivolgo alle istituzioni, al
presidente della Provincia Stefano baccelli, procedere a una rimozione
dalla carica sia pure dopo un intervento a livello nazionale dell'ente
che raccoglie gli istituti storici della Resistenza? Se Giannecchini
ha sbagliato minacciando Umberto Sereni è anche vero, però, che è,
probabilmente, l'ultimo se non uno degli ultimi partigiani ancora in
vita che, per aver combattuto, nel senso letterale del termine, contro
i nazisti e i fascisti loro servi, ha il diritto di far parte di un
istituto storico che si richiama, proprio, alla Resistenza
all'invasore? Penso anche a Pietro Fazzi al quale rivolgo l'invito di
lasciar perdere con le sue richieste di intervento della magistratura.
Mi creda, ci sono ben altre questioni sulle quali la magistratura
dovrebbe mettere le mani! Quanto ad Umberto Sereni, personaggio di
grande carisma, persona di elevata cultura e di altrettanto innato
senso dell'ironia, perché non 'perdonare' - non solo in senso
cristiano - Giannecchini e lasciarlo ai suoi ricordi e, magari, anche
rancori? Lilio Giannecchini è in condizioni di, mi dicono, estrema
indigenza, costretto a vivere fra la casa accoglienza che lo ospita
qualche giorno e la Fiat Panda o giù di lì che lo scorta dove prova ad
andare durante la giornata. In nome e per conto di coloro che,
davvero, nel periodo che va dall'8 settembre 1943 al 25 aprile 1945,
combatterono e morirono - non quindi, solo a parole - per determinati
valori e ideali, perché non fare tutti un passo indietro? O la pietà,
come recita una vecchia canzone degli e per gli alpini, l'è morta
davvero?