Re: [Hackmeeting] a tutti gli attivisti, collettivi, gruppi …

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Author: blanchì
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To: hackmeeting
Subject: Re: [Hackmeeting] a tutti gli attivisti, collettivi, gruppi politici e centri sociali, a tutte le realtà di movimento: nasce ACTIV@rmy.
>ah ci mancava proprio qualcuno di acido! :)

con la bomba semantica della desoggettivazione ho dato il via libera
al self-criticism insomma! forse ci fa bene, ma son terreni pericolosi
qui sappilo.

ahaha :) beh pericolosi o meno fanno bene, come dici tu, e a mio modesto
parere sono da calpestare, se non vogliamo pensare di essere sempre i più
fighi, portatori di una cosapevolezza superiore che ci tiene al riparo dal
sistema, che solo noi possiamo ribaltare e solo noi sappiamo come
combattere.

>pensare a quali aspetti di questa logica se così vogliamo chiamarla, si

ripercuotono nella vita tutta, influenzando anche
l'attivismo con le sue modalità di gestione, di relazionarsi tra le persone,
ecc.

>cmq un'esempio piu' concreto di quel di cui stai parlando ce lo dai?


mah ci son tanti esempi secondo me, e sono spesso visioni molto intime di
piccoli episodi, magari solo frasi, espressioni, movimenti, a cui poco si fa
caso, ed è anche difficile riconoscerli e raccontarli.
talmente piccoli e talmente potenti quando diventano automazioni che si
ripetono identiche, rimanendo in quel substrato ardente e silenzioso che
accompagna ogni gruppo (con ovvie intensità differenti), in cui si annidano
relazioni di potere, giochi di forza, approcci autoritari, dinamiche di
leadership, e chi più ne ha più ne metta.tutto il marciume di solito rimane
lì in silenzio, e si fa finta di niente.
a tal proposito potrebbe essere interessante che ognuno porti il suo
racconto.

tanto per farne uno comunque.
una volta in assemblea di collettivo si finì a discutere tra di noi per una
questione: c'era chi pensava che il fatto di prendere parola in assemblea
fosse del tutto una normale, pura e semplice decisione di chi ha qualcosa da
dire. che la voglia di protagonismo dev'esserci, e che se uno ha una cosa da
dire fà un torto a sé stesso non dicendola, per cui per forza la dirà; di
conseguenza se uno non dice niente è perchè non ha niente da dire.
(Il che è talvolta ovviamente vero. ma molto più raramente di quel che si
crede, io penso)
io in questa situazione/discorso ci vedo due cose che per me, nel mio modo
di pensare la politica,
non vanno bene, nel senso che non sono affini alla pratica di cambiamento
che desidero per me, e che non voglio ci sia quando mi relaziono con gli
altri attorno a me. ho ripetuto mille volte "dire". scusate ma la
ripetizione è voluta. perchè a mio parere è nauseante questo obbligo di
dire, di esserci su tutto, l'esporsi a tutti i costi, il protagonismo. per
me non sono altro che riproposizioni di modalità che effettivamente,
pensandoci,
appartengono al mondo lavorativo. forse ancor peggio è la mancanza di
attenzione, di cura delle relazioni che ti portano a non prendere neanche in
cosiderazione l'idea che uno potrebbe aver qualcosa da dire ma semplicemente
non è nella condizione emotiva, o nella "modalità relazionale", per farlo.
questo anche lo trovo tiranneggiante nel suo piccolo, e spietato quanto può
esserlo il mondo del lavoro.

un'altra questione è probabilmente quella dell'automatismo, per esempio la
tipica modalità della manifestazione, o di un certo tipo di azioni
dimostrative, la scaletta, come dice una mia amica, manifesta->scontro
sbirri->giornalisti->intervista->articolo sul giornale. pacchetto completato
e via con il prossimo.se è soggettivante agire così è tutto da discutere. e
durante la manifesta i soliti cazzo di slogan dal megafono, urlati sempre
allo stesso modo, le stesse pause, stessi accenti. uno spartito con cui
potremmo iniziare a pulirci il culo quanto con i volantini della lega, se
non mi facesse così schifo toccarli.

sembra uno sfogo eh? :) 'notte


2011/7/31 <disturbo@???>

> On 30/07/2011 18:22, ACTIV@rmy wrote:
> > *Comunicato del 29 luglio 2011
> > *
> >
> > Cavalcando l'onda delle recenti trasformazioni del mondo lavorativo, e
> > combinando le ultime trovate d'oltre oceano con la tradizione politica
> > locale, nasce ACTIV@rmy, agenzia interinale che per prima in Italia si
> > occupa di offrire un servizio nel micro-mondo in espansione
> > dell'attivismo. L'agenzia, per ora esclusivamente online, offre servizi
> > specifici dedicati a singoli attivsti, movimentisti e militanti, oppure
> > a gruppi politici e centri sociali, insomma a tutti i reali agenti di
> > cambiamento della società, cercando di facilitarne la connessione e la
> > coordinazione reciproca.
> >
> > clicca qui <http://www.activarmy.org> per andare al sito
> > oppure clicca qui <http://www.activarmy.org/login?action=register> per
> > saltare i convenevoli e registrarti direttamente
> >
>
> http://italy.indymedia.org/node/233
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> Hackmeeting@???
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]blanchì.(ale).[