---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Carletto Nesti <nesti@???>
Date: 27 aprile 2011 12:05
Oggetto: TWIMC > LE RAGIONI DELLA NOSTRA OPPOSIZIONE AL NUCLEARE
A: "CTA.Emilia-Romagna" <fermiamoilnucleare.er@???>
Cc: "CTA.Parma.info" <info@???>,
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*TIMEOUT - fino a Sabato 07 Maggio
**Come già preannunciato (vedasi:
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*), ricordiamo che da Sabato scorso il nostro servizio di pubblicazione e
diffusione notizie (italiano) è temporaneamente sospeso per un intervento
di miglioramento delle procedure di comunicazione e inoltro. Pertanto in
questo periodo la pubblicazione e la diffusione delle informazioni
(italiane) che ci vengono inviate non potranno essere assicurate. La normale
attività riprenderà, salvo imprevisti, Sabato 07 Maggio. La pubblicazione
sul blog e la diffusione di “Storia e Memoria” e dei comunicati dall’estero
proseguirà, invece, come al solito. Grazie e a presto. La redazione di TWIMC
– **info@???* <info@???>*)*
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Non c’è solo la paura per l’immane tragedia di Fukushima e il ricordo di
Chernobyl, a sostenere le tesi del comitato referendario; se anche non ci
fosse un errore umano o un terremoto devastante, ci sono ottime ragioni
tecniche ed economiche per fermare il nucleare in Italia, in Europa e nel
mondo. Non importa dove venga dislocata la centrale, se nella nostra regione
oppure no: l’esperienza degli incidenti nucleari insegna che 100, 500, o
mille chilometri in più o in meno non scongiurano i devastanti effetti delle
contaminazioni; questo, però, non può e non deve rappresentare un alibi per
rassegnarsi a circondarsi di reattori nucleari. Non è accettabile il
nucleare come risposta ai problemi energetici del Paese, bisogna, invece,
porsi nell'ottica di una riduzione degli sprechi e dello sviluppo delle
energie rinnovabili. L'approvazione in Parlamento della legge 99/2009 con il
voto di fiducia ha rappresentato l'incuranza del governo in merito all’esito
dei referendum del 1987 ed alla manifesta contrarietà delle Regioni italiane
ad accogliere installazioni nucleari sui propri territori. Si sta tentando
di riportare l’Italia nel campo minato dell'energia nucleare, con l’appoggio
di potenti interessi economici pronti ad investire in un affare di almeno 30
miliardi di euro per soli 4 reattori. Un affare per pochi, sulla pelle di
tutti e tutte noi e, soprattutto, delle future generazioni. Le centrali
nucleari, sono pericolose non solo in caso di incidenti, ma anche durante il
normale funzionamento: popolazioni e lavoratori sono coinvolti
quotidianamente dalle conseguenze delle radiazioni , come dimostrano ad
esempio studi tedeschi e francesi sull’aumento delle leucemie nei bambini in
rapporto alla distanza dalle emissioni. Del resto le emissioni restano una
questione ancora aperta insieme alle scorie radioattive: nessun paese al
mondo ha, fino ad ora, risolto il problema dello smaltimento in sicurezza.
Così le aree delle centrali restano contaminate per tempi lunghissimi.
*CONTRO LE MANOVRE DEL GOVERNO, PROSEGUE LA CAMPAGNA REFERENDARIA*
Alla luce dell’inatteso dietro-front del Governo sul nucleare e delle
recenti dichiarazioni del Ministro Romani sull’inutilità del referendum, il
Coordinamento unitario “No Nucleare” costituitosi di recente a Parma,
esprime grande preoccupazione per quello che considera un vero e proprio
escamotage, operato al solo scopo di aggirare la consultazione referendaria.
Alla base di tale pronunciamento non sembra esservi infatti alcun
ripensamento “sostanziale” in relazione alle strategie energetiche del
nostro Paese, ai rischi connessi all’uso dell’atomo e alla produzione delle
scorie radioattive, alla non convenienza economica degli investimenti
nucleari. Se da una parte la ventilata abrogazione della legge 99/2009 da
parte delle camere può apparire come una vittoria del movimento antinucleare
– ed in parte certo lo può essere -, è evidente il tentativo, da parte del
Governo, di ridimensionare la portata complessiva delle consultazioni
referendarie di giugno in cui i cittadini saranno chiamati ad esprimersi
anche attorno ad altri quesiti referendari, dall’acqua pubblica al
legittimo impedimento. Così come appare evidente che a distanza di tempo il
Governo potrà liberamente tornare sui suoi passi (in tema di nucleare) senza
che vi sia stata, da parte dei cittadini, l’opportunità di esprimersi
attraverso il voto referendario.
Il coordinamento “No Nucleare Parma”, promosso da un ampio schieramento di
associazioni (Legambiente, Liberacittadinanza, LIPU, Ya Basta, WWF, FORUM
AMBIENTALISTA) collettivi (Studenti autonomi in movimento, Casa cantoniera)
forze politiche e sociali (Federazione della Sinistra, Federazione dei
Verdi, Italia dei Valori, Movimento 5 Stelle, SEL,), ritiene doveroso
mantenere e riconfermare il proprio impegno nella campagna referendaria, in
attesa che la Corte di Cassazione si esprima sull’eventualità di annullare o
meno il referendum sul nucleare; decisione che, è bene ricordarlo, non
compete né al Governo né al ministro Romani.
*Coordinamento No Nucleare Parma
p. il Coordinamento
Domenico Fantini*
**
Riferimenti Comitato
www.nonucleareparma.altervista.org info@???
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