Il 15/04/11, alle ore 10 Robert J. Newmark dice:
> On Fri, 2011-04-15 at 09:19 +0200, caparossa wrote:
>> 'Mazza, da "no qui i giornalisti non entrano" con stalin in mano e
>> consulenti di Report, by mammarai, è un bel salto, complimentoni!
>>
>
> e' solo un problema di 'termini', qui nessuno si e' mai tirato indietro
> (e anzi, e' sempre stato un po uno scopo di hackit) a cercare di
> informare gli informatori (giornalisti) sulle pratiche che ci sono care,
> il no giornalisti ad hackit e' riferito a un problema di privacy, non di
> non voler informare (che anzi e' un po lo scolo di hackit, anche se non
> direttamente alla categoria, ma piu' alle 'masse'). Almeno io l'ho
> sempre letta cosi'.
Un discorso è produrre informazione, controinformazione, documentazione
e cultura altra. E poi spingerla attraverso tutti i media, cercando di
non farla distorcere.
Giusto, bene, evviva.
Un altro discorso è la letterina sbrodolona di Accattone, in cui si
plaude, ripeto, ad una trasmissione mediocre e paracula, dove è sono
state dette cose tendenzialmente giuste nel modo sbagliato - e quindi
sono state veicolate informazioni sbagliate - dove sono state mischiate
cose che non c'entravano una cippa, dove non si è spostato di una
virgola lo status quo (che, fino a prova contraria, era uno degli scopi
primari di hackit).
>> Dopo di ché ricordavo, ma ormai l'età mi gioca brutti scherzi, che qui
>> dentro si usava capire se si era tutt@ d'accordo, prima di far uscire
>> qualcosa di pubblico come "hackmeeting" (cosa che, praticamente, non è
>> mai accaduta, se non col manifesto).
>>
>
> Questo e' vero e anche un po sacrosanto, pero' bisogna dire il perche'
> si e' contro, non e' che mi rode il culo stamattina e allora non si fa,
> lo si e' fatto col manifesto? bene, report per quanto mi riguarda e'
> anche meglio del manifesto. Inoltre non si tratta di andare in video
> come hackmeeting, ma di mandargli una (o piu') mail che spieghino dove
> devono andare a guardare, e cosa per noi (tutti) significa privacy,
> copyright (perche' facebook crea anche un problema di copyright) e
> sicurezza.
Allora, volete andare a spiegare ad una redazione che ha un budget di
qualche milione di euro dove trovare le informazioni su privacy,
copyright, etc etc?
Liberissimi di farlo, per quanto la cosa mi sembra contemporaneamente
inutile, ridicola, assurda ed idiota. Così come è stato fatto da vari
soggetti quando hanno deciso di andare a parlare in tv; lo stesso per i
giornali e l'hanno scorso per quella fregnaccia col cretinetti della
trasmissione ggiovane di non ricordo cosa.
Non lo fate a nome di tutt@, tanto meno se non siamo tutt@ d'accordo.
> Questo salvo non avere qualcuno che mi dice che Report e' un covo di
> PDini e che quindi sono il male da abbattere, o piuttosto che hackit
> deve parlare solo ad hackit e che se si parla all'esterno significa
> corrompere la nostra 'integrita'. Ma continuero' a dire che sono
> STRONZATE.
Queste sopra sono stronzate. Hackit è un evento aperto, dove nessuno
viene perquisito all'entrata e chiunque può farci quello che vuole,
seguendo dignitosamente le regole di convivenza che ci siamo dati.
Ma non siamo, per fortuna, un gruppo strutturato (l'unico motivo per cui
ancora, faticosamente e sempre più malamente, continuiamo ad esistere),
e quindi, tolto il manifesto e l'annuncio di inizio hackit annuale, non
è mai successo che si facesse qualcosa di collettivo. Perché non c'è un
collettivo, perché siamo tanti, diversi e su tante cose la pensiamo in
maniera diametralmente opposta.
Fate sta cosa, pubblicate la letterina, e il gioco si rompe, imho.
--
"un carabiniere mi disse: lottate lottate, che poi se vincete,
a noi ci mettono una stella rossa sopra il cappello
e vi picchiamo lo stesso". Roma, 1971
Guglielmo "Billi" Bilancioni