[NuovoLab] lettera ai docenti del "FAUSER"

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Asunto: [NuovoLab] lettera ai docenti del "FAUSER"
LETTERA APERTA

PROVO VERGOGNA A COSTRUIRE ARMI E SCUOLE DI MORTE

Stefano Ferrario

All'attenzione del Dirigente Scolastico e del corpo docenti del «Fauser» di Novara
Io
sono stato uno studente, tra i migliori, che ha frequentato il «Fauser»
tra il 1985 e il 1988. Ho fatto tanti sacrifici per raggiungere il
diploma, i viaggi ogni giorno in treno da Vanzaghello alle 6.51, lo
studio intenso ed ampio. E tanti sacrifici li hanno fatti i miei
genitori, provenendo da una famiglia semplice e povera. Il «Fauser» ai
miei tempi era l'ITIS di Costruzioni Aeronautiche più importante (e più
duro) del Nord Italia. L'avevo scelto per la passione del volo che avevo
ed ho. Tanto che quando ho partecipato alla «top gun» per studenti
provenienti da tutta Italia (nel 1987) all'aeroporto militare di Cervia
sono arrivato 16° su una lunga fila di partecipanti (in «teoria» li
battevo tutti; un po' meno a guidare l'aereo... per cui non sono
arrivato in finale per questo motivo).
Sinceramente ora però vi devo
confidare che provo vergogna nell'essere un «fauseriano»; il vostro
Istituto ha preso delle scelte che sono profondamente contrarie alla
vita e allo slancio per il volo. Iniziamo da un fattore 'estetico'.
L'Aermacchi MB 326 che avete issato all'ingresso dell'istituto come una
bandiera. Ma lo sapete quante morti ha sulla coscienza quell'aereo? In
Italia è stato venduto come addestratore militare per i piloti che poi
avrebbero volato anche sui Tornado e AMX. E varrebbe la pena ricordarsi
della strage di Casalecchio quando, esattamente venti anni fa, il 6
dicembre 1990, un Aermacchi MB 326 precipitò su una scuola uccidendo 12
ragazzi e ferendone decine. Solo il pilota in addestramento si salvò. E
poi è stato venduto all'estero. Ve lo siete mai chiesto a chi? È stato
venduto a: Sudafrica (violando l'embargo internazionale nel periodo in
cui c'era ancora l'apartheid), Congo, Ghana, Zambia, Nigeria, Tunisia,
Dubai, Argentina, Perù, Brasile, Australia e Malesia. E lo tenete ad
immagine del vostro istituto?
Recentemente poi ho saputo del corso
post-diploma che dovrebbero seguire alcuni studenti per la preparazione a
diventare tecnici per la costruzione del cacciabombardiere F-35 a
Cameri (NO). E qui, lo ammetto, le mie residue capacità di pazienza e di
rispetto per la scuola che ho fatto sono venute meno ed è subentrata
una grande indignazione. Ma vi rendete conto di quello che significa?
L'F-35 non è un addestratore militare (pur ripudiando anche quella
scelta) ma è un cacciabombardiere da attacco al suolo, nato non per
giacere in un hangar, ma per distruggere villaggi, famiglie, come le
nostre, come le vostre. E gli studenti che faranno questa scelta? Non so
quanto saranno liberi in coscienza di farla o saranno condizionati
dalla scuola, dalla famiglia, dai mass-media, dai politici locali...
In
tutti i casi non posso che disapprovarla radicalmente ed, essendo la
lettera indirizzata a voi insegnanti, vi chiedo e vi imploro di non
indottrinare militarmente gli studenti. Fate obiezione di coscienza: io
mi rifiuto di insegnare quella parte di materia, mi rifiuto di portare i
miei studenti in visita a Cameri, in Aermacchi, in AgustaWestland, come
esempi da seguire professionalmente per la loro vita.
A costruire
armi, usiamola finalmente questa parola e svestiamo i surrogati
(«intercettore», ecc.) che sono usati per coprire gli aerei o gli
elicotteri che andranno ad assemblare viene meno anche l'umanità di chi
le costruisce. È un investimento di energie, intelligenze, tempo,
passione che va contro la costruzione e il rispetto per la vita, tutto a
sottrazione di tempo, energie, denari, ecc. che dovrebbero andare a
finire nella direzione della difesa della vita. Oppure non è più questo
che una scuola deve trasmettere agli studenti, al di la delle materie
didattiche? Far loro fare un cammino di coscienza per arrivare a
scegliere quale sarà il loro futuro professionale migliore per loro e
per coloro che vivono intorno a loro, siano essi vicini o fisicamente
lontani?
Vi chiedo di fermarvi a riflettere su questa lettera e sui contenuti che fate passare agli studenti. Grazie!















Ugo Beiso











Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la forza B. Pascal