Il 19/11/10 12:58, Riccardo Gini ha scritto:
> Mi lascia perplesso la lamentela di coloro che hanno cercato una
> scappatoia in questa sanatoria e sono stati truffati. Sapevano di
> compiere una irregolarità
A me lascia perplessa, invece, una frase del genere. Perché prima di
"parlare", dobbiamo senz'altro conoscere il punto di partenza. Cosa
significa vivere in Italia senza permesso di soggiorno, p da
"clandestino", secondo il termine coniato ad hoc per disprezzare e
connaturare in modo negativo tutti i migranti /sans papiers/? Lo spiega
bene, in questa intervista dell'altro giorno a Repubblica, Marcelo
Galati, che ha 40 anni, è italoargentino, ed è uno dei migranti sulla
torre di via Imbonati (la trovate qui
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/11/16/pioggia-freddo-spazi-angusti-miei-undici-giorni.html);
Marcelo racconta che *"quando sono arrivato a Milano ero clandestino. Ho
dormito come un disperato dappertutto, cambiando giaciglio in
continuazione. Ho fatto l' operaio, il traslocatore, lavori in cui c'
era da spezzarsi la schiena: le cooperative mi prendevano senza
documenti e non avevo alcun diritto. Solo con la cittadinanza sono
diventato una persona, sono riuscito a farmi una famiglia, a mettere su
casa. Vorrei che questa possibilità fosse data a tutti gli immigrati"*.
Il permesso di soggiorno, il "titolo" a vivere nel nostro Paese avendo
garantiti i diritti minimi di cittadinanza, è un punto di partenza,
senza il quale una persona è costretta a vivere nell'ombra. Anche per
molti anni. La legge sembra voler prendere i migranti per sfinimento,
per spingerli a tornare al Paese d'origine, consapevoli che cittadini,
in Italia, non saranno mai.
Sono queste le persone che hanno cercato una "scappatoia", sapendo di
"compiere un'irregolarità"?
Se vogliamo affrontare il tema in modo "serio", qualcuno di noi può
chiedere un parere sul tema al Naga.
Per adesso, mi limito a segnalare un altro aspetto, legato alla
"comunicazione". Faccio il giornalista, e quindi presto attenzione a
come i miei colleghi e i quotidiani scelgono di presentare le notizie.
Guardtae l'occhiello di un articolo del Corriere della Sera, al quinto
giorno di occupazione... quando ormai era noto chi fossero i cinque
sulla torre:
Via Imbonati, quinto giorno di accampamento: _uno dei cinque
clandestini_ colpito da febbre alta, ma resta
(http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_novembre_10/stranieri-torre-via-imbonati-1804136511410.shtml)
Se gli immigrati sulla torre sono 5, e uno dei cinque è cittadino
italiano (come Marcelo spiega nell'intervista sopra), o il titolo è
sbagliato, o il titolo è volontariamente fuoriviante.
Scusate il pippone. Luca
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Luca Martinelli - Altreconomia
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