Il 14/06/2010 13:50, rotafixa@??? ha scritto:
>prima il ciclista urbano non esisteva
> nella considerazione degli altri, ora siamo un soggetto stradale
> abbastanza presente nella testa di tutt* gli altri.
> abbiamo imposto una presenza insomma.
> e qui si ferma il senso.
si anche io credo che il senso sia questo, passare da quella sensazione che avevamo una decina di anni fa: "sono l'unico/a che usa la bici per la mobilità in questa città"
a quella che abbiamo oggi "siamo un soggetto della mobilità urbana e vogliamo spazio e sicurezza"
secondo me è stato un passaggio importante che Critical Mass Roma può vantare.
> ps:
> il magazine della gazzetta dello sport, sport week, ha dedicato il
> numero 500 interamente alla bicicletta; e in larga parte al fenomeno
> sociale, non quello sportivo. la motivazione era:"in cerca di un
> argomento monografico abbiamo scelto la bici, che è l'unica ad unire
> sport e stile di vita quotidiano". pure caruccio, a dire il vero.
c'erano anche le interviste a potenti e padroni che vanno in bici da corsa e che reputano pazzesco anche loro (il ciclismo è trasversale) che ad esempio una città come Milano piatta e "piccola" non sia ottimizzata per i ciclisti.
Mi ha colpito anche il fatto che questi signori riescono a farsi 6000 km anno in bici da corsa, piu' le corse in moto, la MTB ecc.
Ci avevano fatto credere che fare il super manager comportava stress e lavoro inumano e per questo prendevano stipendi a sei zeri ma si evince invece che essere ricchi manager deve lasciare parecchio tempo libero... come si immaginava :-)
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