[RSF] bolivar

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Autor: Associazione nazionale Nuova Colombia
Data:  
Para: forumroma
Asunto: [RSF] bolivar
23/05 - AMBASCIATORE COLOMBIANO IN ITALIA SOTTO PROCESSO PER
CONCUSSIONE
L'ex ministro dell'interno e dimissionario ambasciatore colombiano in
Italia, Sabas Pretelt de La Vega , sarà processato in Colombia per il
delitto di concussione. Dopo essere stato chiamato a giudizio, si è
dovuto dimettere dall'incarico diplomatico che ricopriva a Roma.

Più volte abbiamo denunciato le nefandezze della diplomazia
colombiana nel mondo, utilizzata dal governo fascista di Bogotá per
riciclare, con incarichi forieri d’immunità, i più loschi
personaggi del panorama politico nazionale. E come evidenziatosi con
l'emergere della cosiddetta “Operazione Europa”, questi assassini
dal colletto bianco hanno messo in piedi nel mondo una serie di
operazioni illegali volte a spiare, schedare, minacciare e
perseguitare (strumentalizzando le magistrature europee e costruendo
montature) i membri dell'opposizione colombiana all'estero, i
rifugiati politici, le organizzazioni di solidarietà con il popolo
colombiano e persino alcune istituzioni europee, come la Commissione
Europea per i Diritti Umani, nonché diversi europarlamentari.

Con il governo di Uribe la diplomazia è diventata anche una merce di
scambio, con la quale sono stati compensati i servigi illegali che
diversi funzionari hanno prestato al narco-presidente, muovendosi
sistematicamente nel proprio operare sul terreno della criminalità
organizzata.

E' il caso dell'ex console a Milano Jorge Noguera, già direttore
della polizia politica DAS e amico intimo di capi paramilitari, che
compilava di proprio pugno liste di sindacalisti e difensori dei
diritti umani in Colombia, per poi passare tali nomi al
paramilitarismo di Stato che provvedeva alla liquidazione fisica dei
segnalati.

O il caso di Mario Montoya, ex capo dell'esercito coinvolto nel
massacro della comunità di San José de Apartadó e in migliaia di
casi di “falsos positivos” (eufemismo coniato dal fascista Juan
Manuel Santos per minimizzare quelli che sono veri e propri crimini
di lesa umanità); questo macellaio dalle stellette macchiate del
sangue di migliaia e migliaia di colombiani, è l’attuale
ambasciatore nella Repubblica Dominicana, dove tra l’altro si
adopera per assassinare il noto dirigente rivoluzionario del
Movimento Camañista, Narciso Isa Conde.

Nel caso di Sabas Pretelt, i fatti riguardano la corruzione di due
senatori, peraltro rei confessi e già condannati per tale reato, ai
quali sono stati offerti incarichi e vantaggi in cambio del proprio
voto a favore di una modifica costituzionale che permise ad Uribe di
farsi rieleggere alla presidenza della Repubblica nel 2006. Il
paradosso di tale situazione sta nel fatto che sono stati scoperti e
condannati i corrotti, ma non sono ancora stati processati i
corruttori ed i mandanti.

Con il processo a Sabas Pretelt cade un altro pezzo del sistema di
potere uribista, fondato sulla corruzione, sulla menzogna, sul
paramilitarismo e sul narcotraffico, e si stringe il cerchio intorno
al capo dei delinquenti colombiani, Alvaro Uribe, che dovrà essere
processato davanti alla Corte Penale Internazionale per i crimini di
ogni genere di cui si è reso responsabile in venti anni di carriera
politica paramilitare.

E’ imperativo che i governi europei non concedano le credenziali a
loschi figuri che vengono inviati a ricoprire funzioni diplomatiche,
visto che tali poltrone si sono dimostrate un autentico ricettacolo
di spie, assassini, corruttori e delinquenti internazionali, che con
il loro operare nell'ombra mettono a repentaglio la sicurezza e la
libertà di numerose persone in Europa, prendendosi gioco delle
stesse istituzioni che li ospitano.

20/05 - ANCHE LA FILO-IMPERIALISTA O.S.A CONFERMA I BROGLI NELLE
ELEZIONI LEGISLATIVE DELLO SCORSO MARZO IN COLOMBIA
Dopo le denunce dello scorso mese di marzo, la OSA , Organizzazione
degli Stati Americani, ha confermato la compravendita di voti nelle
elezioni legislative colombiane.

In un comunicato, diffuso giovedì 13 maggio dal direttore del
Dipartimento per la Cooperazione e Osservazione Elettorale della OSA,
vengono segnalate la compravendita di voti in 6 dipartimenti
(Atlántico, Bolívar, Cundinamarca, Magdalena, Nariño e Norte de
Santander) e diverse irregolarità in 15.000 seggi, dislocati in 18
dipartimenti.

Nel segnalare le debolezze del sistema elettorale, il comunicato, con
il consueto cerchiobottismo dell'OSA, dichiara che sebbene ci siano
stati episodi di violenza si può considerare un buon risultato
l'abbassamento del livello di violenza generale, pur raccomandando,
per evitare in futuro questo tipo di “inconvenienti”, di
aumentare la formazione dei giurati, semplificare i meccanismi di
voto e migliorare la trasmissione dei dati relativi ai risultati
elettorali.

Allo stesso tempo, muove una richiesta al governo colombiano per
rafforzare gli sforzi per garantire esiti migliori nelle elezioni
presidenziali, che si celebreranno il prossimo 30 maggio.

Tuttavia, aldilà dei “ma” e dei “però” del comunicato OSA,
il livello della violenza e delle pressioni esercitate dai
paramilitari di Stato in diverse regioni del paese, come denunciato
da diversi osservatori indipendenti e da numerose ong, è in realtà
altissimo; non si contano i voti di scambio, le irregolarità, i
morti che votano, i voti “multipli”, l’impossibilità di
garantire la segretezza del voto e le urne fatte sparire nelle aree
in cui più forte è il movimento popolare.

Basti pensare alla denuncia di Jorge Rojas, rappresentante di una ong
per l’osservazione elettorale in Colombia, che ha dichiarato che
gruppi di narcotrafficanti armati avevano fatto pressione su molti
elettori affinché votassero candidati di estrema destra.

Il sistema elettorale nel regime colombiano non può garantire il
diritto al voto ai cittadini colombiani, perché è una macchina
preposta da almeno cinquant'anni alla spartizione del potere fra
liberali e conservatori, rappresentanti dell'oligarchia e, negli
ultimi tempi, per consegnare con la violenza ed attraverso brogli il
potere in mano alla cricca del narcopresidente Uribe, o del prossimo
fantoccio filo-statunitense utile a dilapidare le preziose risorse
del paese a tutto vantaggio delle multinazionali e dell'oligarchia.

18/05 - IN COLOMBIA OLTRE 38.000 DESAPARECIDOS IN TRE ANNI
Secondo il direttore della CODHES, la Commisione di Monitoraggio per
la Politica Pubblica sugli Sfollamenti forzati, Marcos Romero, che
tra l´altro ha chiesto pubblicamente ad Uribe "di non negare la
realtà degli sfollati in Colombia", i casi di sparizioni forzate in
questo paese aumentano ogni anno. Come riferito da Romero, superano
in quantità quelli avvenuti sotto la dittatura Argentina,
raggiungendo, negli ultimi 10 anni, l'esorbitante cifra di 100.000
persone.

Solo negli ultimi 3 anni, secondo un rapporto dell'Istituto di
Medicina Legale e Scienze Forensi, si sono registrate 38.255
sparizioni; questa agghiacciante cifra riflette soltanto le denunce
presentate, e quindi, secondo lo stesso Istituto, nella realtà
dev'essere di gran lunga superiore.

Le organizzazioni dei familiari delle vittime assicurano che questi
crimini sono commessi da gruppi paramilitari ed agenti statali, e che
rappresentano uno dei metodi per mettere a tacere l'opposizione.

Il rapporto segnala inoltre che nel 2009 si sono registrati 18.236
casi di sparizione, cifra che evidenzia un progressivo aggravarsi
della situazione, poiché nel 2008 i casi segnalati erano stati
15.696, e l'anno precedente 4.323.

La madre di 4 desaparecidos, intervistata dall'emittente TELESUR, ha
affermato di ignorare il luogo in cui si trovano ora i suoi figli, e
di temere la repressione dei gruppi paramilitari: "Con
quest'incertezza che ci invade ogni giorno, ogni mattina mi sveglio
pensando ai miei figli, dove vanno, dove saranno, che cosa gli
avranno fatto", ha dichiarato.
Le sparizioni forzate sono uno strumento del terrorismo di Stato
contro l'opposizione sociale, col risultato che oltre tremila corpi
non identificati giacciono negli obitori del potere giudiziario e che
il territorio colombiano è disseminato di fosse comuni (ne sono state
scoperte oltre 2000), dove i paramilitari di Stato e le forze armate
ufficiali hanno gettato i cadaveri di uomini, donne e bambini
massacrati nel corso dei loro raid.
La direttrice dell'Associazione dei Familiari dei Detenuti Scomparsi
(ASAFADDES), Gloria Gómez, sostiene che questi fatti "hanno
necessariamente a che vedere con funzionari statali che hanno
partecipato direttamente nelle sparizioni, successivamente
trasformate in operativi congiunti e combinati; oggi queste
sparizioni di persone per mano di gruppi paramilitari o `emergenti´,
come pure sono chiamati, continuano ad essere tollerate" dalle
corrotte istituzioni colombiane.
Il conteggio di questi morti e la divulgazione dei dati sono iniziati
in seguito alla scoperta di numerose fosse comuni, cimiteri e forni
crematori clandestini dei paramilitari in diversi luoghi del paese.
Secondo l'Agenzia d´informazione Púlsar, il narcogoverno colombiano
e le forze armate nascondono una parte delle sparizioni forzate
attraverso i cosiddetti "falsos positivos", la pratica per la quale
giovani disoccupati vengono attirati dall'esercito con offerte di
lavoro e poi trucidati e vestiti da guerriglieri, per ottenere premi
e licenze.
Da anni vengono risucchiati nel buco nero delle sparizioni forzate, a
migliaia, militanti di associazioni per i diritti umani, sindacalisti,
leaders indigeni, oppositori politici al regime colombiano, avvocati
difensori dei prigionieri politici, intellettuali e studenti, nella
totale indifferenza della cosiddetta `comunità internazionale´. Il
narcopresidente Uribe ed i suoi corifei compagni di merenda, Santos
in testa, dovranno essere giudicati da un tribunale internazionale
anche per questi crimini. E se questo si dimostrerá assente, la
giustizia popolare fará il suo corso.

16/05 - IN COLOMBIA 500 DONNE IN STATO DI GRAVIDANZA MUOIONO OGNI
ANNO PER CAUSE EVITABILI
Più di 500 donne in stato di gravidanza muoiono ogni anno in
Colombia per negligenze e mancanze nella qualità del sistema
sanitario, secondo un'inchiesta del Fondo delle Nazioni Unite per la
Popolazione.

I dati resi noti chiariscono che le morti si producono per incuria
nel sistema sanitario: "il servizio per quanto riguarda il parto ed
il postparto è inefficiente", secondo Lucy Wartenberg,
rappresentante in Colombia di questa istituzione.

L'indagine rivela che "quasi il 98% delle morti di donne in stato di
gravidanza è evitabile"
La rappresentante del Fondo ha chiarito che la maggior parte dei casi
di mortalità avvengono per una cattiva gestione dei centri
ospedalieri; secondo la funzionaria, molte donne muoiono per i
ritardi nel prendere la decisioni di ricorrere per tempo ai centri
sanitari, o perché al loro arrivo nelle strutture non sono
immediatamente assistite per questioni burocratiche, o perché le
strutture sanitarie stesse non hanno a disposizione il sangue per le
trasfusioni o i medicinali adatti.
Il rischio di morte raddoppia quando si tratta di partorienti
adolescenti, secondo quanto affermano le Nazioni Unite: si pensi che
in Colombia quasi una adolescente su quattro è rimasta incinta
almeno una volta, e questa dato raggiunge il 30% nelle adolescenti
che fanno parte degli oltre 4 milioni e mezzo di sfollati colombiani.
L'assessora per la Salute Sessuale e Riproduttiva del Fondo delle
Nazioni Unite per la Popolazione, Mary Luz Mejía, attribuisce i
problemi nella qualità delle cure agli operatori e alle forniture
delle équipe mediche.
Secondo il presidente della Società Colombiana di Pediatri, Hernando
Villamizar, "la qualità delle cure che offrono le diverse istituzioni
vincolate al sistema sanitario non è la migliore".
Questo è un altro nodo drammatico del malgoverno uribista: il
sistema sanitario è letteralmente scoppiato in tempi recenti, per la
consistente "crisi di liquidità"; ovvero la strutturale mancanza di
risorse, indirizzate alla guerra invece che allo stato sociale.
Diversi studi denunciano che occorrerebbe integrare almeno 10.000
nuovi professionisti per la gestione della sanità a livello
nazionale.
Grazie alla privatizzazione del settore, lucroso regalo alle
multinazionali ed all'oligarchia (che ha ricompensato il suo fedele
servitore Uribe coi finanziamenti nella campagna elettorale), il
sistema sanitario è stato lasciato in balia del mercato; le piramidi
finanziare, megatruffa ai danni dei piccoli risparmiatori in cui è
implicato, fra gli altri, uno dei figli del narcopresidente Uribe,
nel loro crollo rovinoso hanno poi distrutto quel che restava del
fragile stato sociale colombiano.
Come sempre, il prezzo di questi saccheggi viene pagato dai ceti più
poveri, che non possono permettersi le cure private, col risultato che
muoiono ogni anno centinaia di ragazze per motivi assolutamente
evitabili.



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