Autor: chiara ortolani Data: A: Assumpte: [cm-Roma] volantino 8 Marzo: presidio presso ilTribunale di piazzale Clodio mercoledì 18 alle ore 9
*LIBERTA’ TOTALE PER I COMPAGNI E LA COMPAGNA DI MAGLIANA!
LIBERTA’ PER CHI LOTTA!*
*
*
Ormai da due mesi quattro compagni e una compagna di Magliana sono stati
arrestati con accuse false e infamanti e tuttora restano, per loro, forme di
custodia cautelare restrittive della libertà personale.
La vicenda della 8 Marzo Occupata, che il 14 settembre scorso ha visto il
momento più eclatante dell’arroganza e del sopruso di giudici, carabinieri e
politici fascisti, non si è ancora chiusa.
Questa storia cade non a caso in un momento in cui, per chi in Italia
pratica percorsi organizzativi delle lotte sociali, il clima è divenuto
pesante.
Ne sono un esempio i processi sugli eventi del G8 di Genova del 2001 che
hanno visto pesanti condanne ai manifestanti e assoluzioni per chi ha
gestito una repressione feroce. Come anche i casi che vedono compagni e
compagne arrestati/e o colpiti/e da provvedimenti amministrativi fascisti
della Questura, come il famigerato articolo 1, secondo il quale si può
essere considerati sorvegliati speciali e dunque essere costretti a
limitazioni assurde come l’obbligo di dimora nella stessa casa dalle 21 alle
7 o l’impossibilità di accompagnarsi con più di tre persone
contemporaneamente. Infine, come non citare il gravissimo episodio di
violenza padronale consumato all’Agile –ex Eutelia- azienda, condotta al
fallimento, dove quasi 2000 lavoratrici/ori dopo essere stati messi in
mobilità sono stati anche aggrediti da una squadraccia prezzolata guidata
dall’ex amministratore Landi durante un presidio nel loro posto di lavoro.
Avvenimenti molto diversi tra loro ma che hanno in comune la repressione di
forme di lotta sociale.
La crisi economica, al di la delle dichiarazioni dell’establishment, sta
producendo un numero enorme di licenziamenti e cassaintegrati il che, unito
ai continui tagli ai servizi (scuola, università, sanità), sta creando un
impoverimento di vasti settori della popolazione italiana. In questa
situazione sono già emerse, durante l’estate e l’autunno forme di resistenza
e conflittualità sociale. Ovviamente questo di per se non compromette la
pace sociale necessaria a far uscire i padroni indenni dalla crisi, ma ha
una potenzialità che in qualche modo disturba e preoccupa. In questo senso
ci spieghiamo anche diversi provvedimenti legislativi assunti dal
centrodestra in questi ultimi tempi: dalle limitazioni al diritto di
sciopero, al tentativo di limitare le manifestazioni a Roma, fino al
pacchetto sicurezza.
In questa situazione il movimento di lotta per la casa, a Roma, pur nei
limiti e nelle difficoltà, riesce ancora a prendere l’iniziativa. Questo fa
sì che un etereo spettro di organizzazioni delle lotte sociali si aggiri per
l’urbe e dunque tanto basta affinché la giunta Alemanno gli dichiari guerra.
Dichiarazione avvenuta il primo settembre con lo sgombero dell’ex Regina
Elena, seguito poi dallo sgombero di Via Salaria e dal tentato sgombero
della 8 Marzo durante il quale sono stati tratti in arresto Francesca,
Giobbo, Simone, Sandro e Sandrone.
Certo è una guerra condotta facendo due passi avanti e uno indietro ma
indubbiamente non amano pensare che Roma sia una delle ultime città d’Europa
dove ancora vengono occupati stabili abbandonati. Di per se questo non è
sufficiente a muovere una guerra nel nome della legalità; evidentemente la
spinta propulsiva a questa offensiva la fornisce chi ha degli interessi
concreti, materiali ed immediati legati agli stabili occupati e alle zone
circostanti. Nel caso dell’ex Regina Elena ciò è evidente dalle
dichiarazioni del Rettore e dallo stato avanzato dei progetti (nonostante lo
stop della sovrintendenza ai beni culturali). Nel caso dell’ex scuola 8
marzo queste motivazioni sembrano, se non meno chiare, almeno meno urgenti.
Quello che è noto è che da poco è stato rinominato lo staff dirigenziale
dell’ex Sviluppo Italia che ha sempre avuto interessi speculativi
sull’immobile di via dell’Impruneta 51. Tra i nuovi dirigenti risulta
esserci nientemeno che Caltagirone. Il loro progetto, ancora in una fase
iniziale, è di demolire lo stabile e di costruire al suo posto e sul
giardino antistante un enorme parcheggio giustificato dal nuovo
collegamento, in via di discussione, di una funivia che colleghi le due
sponde del Tevere. Questo progetto uscito fuori dal cilindro di Veltroni già
più di due anni fa (e allora aspramente criticato da Alemanno e dalla
destra) ha riscosso e riscuote tuttora i consensi del Partito Democratico
ed ora sembra essere rilanciato in sordina dal centrodestra romano. Del
resto la torta è abbastanza grande da poter garantire una fetta a tutti.
Sembra chiaro che in un periodo di crisi in cui il mercato immobiliare
subisce una (leggera) flessione, i signori del mattone devono cercare altri
investimenti per far tornare i conti dei loro profitti e quale occasione
migliore se non quella di una speculazione su un bene pubblico come una ex
scuola del Comune? O come quella sulla ex Fiera di Roma? O come il nuovo
stadio della A.S. Roma con annessi palazzi residenziali e centro commerciale
da costruire su terreni a destinazione agricola ancora una volta in deroga
al già vergognoso Piano Regolatore? E’ chiaro che quelle forze politiche che
sono al governo della città e quelle che sperano di tornarci fanno a gara
per cercare il consenso dei palazzinari, veri padroni di Roma. In tutto
questo si muovono le faide interne allo schieramento di centro destra per
far acquisire consenso e porzioni aggiuntive di potere all’una o all’altra
cordata. Faide che producono episodi oscuri come quello legato ai ricatti
all’ex governatore della Regione Lazio Marrazzo, episodio dietro il quale
guarda caso c’è il Generale dell’arma dei Carabinieri Vittorio Tomasone, lo
stesso che ha guidato il tentativo di sgombero e gli arresti del 14
settembre scorso a Magliana.
Questi sono, a nostro avviso, alcuni degli elementi che concorrono a far
luce sul perché alcuni compagni e una compagna accusati di niente vengono
privati della loro libertà per mesi.
A questo punto forse, come compagni e compagne, cominciamo a non sentirci
più tanto innocenti. Forse una parte di responsabilità ce l’abbiamo,
riconoscibile quanto meno nella volontà di portare avanti nel concreto non
solo un’opposizione strenua e costante nei confronti di questo modello di
città, ma anche nella costruzione di un’alternativa fatta di solidarietà,
autorganizzazione, riappropriazione e redistribuzione.
Gli interessi padronali sono ben difesi da uno schieramento classista
compattato che coinvolge oltre ai padroni, politici, forze dell’ordine,
magistrati e giornalisti. Sta a noi contrapporre, a questi, altri interessi
basati su valori diversi da quelli del profitto, della sopraffazione e
dell’egoismo sociale. Sta a noi costruire l’opposizione a licenziamenti,
sfratti e arresti ai danni di chi non vuole cedere!
*DIFFONDIAMO LE LOTTE SOCIALI!
DIFENDIAMO CHI LE PRATICA!
*
*MERCOLEDI 18 NOVEMBRE ORE 9.00 PRESIDIO SOTTO IL TRIBUNALE
*a Piazzale Clodio in occasione dell’udienza del Tribunale del Riesame per
Michele, uno dei compagni della 8 Marzo Occupata