[NuovoLab] nel pd in liguria prevale la lobby del cemento

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Autor: ANDREA AGOSTINI
Datum:  
To: forumgenova
Betreff: [NuovoLab] nel pd in liguria prevale la lobby del cemento
da trenette e mattoni di marco preve
martedi20 ottobre 2009

"Nel PD c'è una lobby del cemento"

Non lo dico io, ma un senatore del Pd in passato leader di Legambiente. Più sotto potete leggere il lancio dell'agenzia Ansa relativo a questa clamorosa denuncia che riguarda la vicenda del Piano Casa della Regione Liguria di cui si discutono in queste ore in Commissione fondamentali emendamenti.
Sulla stessa questione, decisiva per il futuro assetto del territorio ligure, potete leggere (qui) il testo di una lettera che con il collega Ferruccio Sansa abbiamo inviato al blog di Beppe Grillo.
PD: DELLA SETA, 'LOBBY CEMENTO' PARTITO NEL PARTITO PIANO LIGURIA IL PIU' CEMENTIZIO D'ITALIA (ANSA) - ROMA, 20 OTT - "La vicenda del piano casa della Liguria, il più 'cementizio' d'Italia, è solo l'ultima conferma che nel Pd c'è una 'lobby del cemento' che opera come partito nel partito, dettando spesso scelte e comportamenti contrari ad un'idea avanzata, sostenibile, riformista di sviluppo del territorio". E' quanto afferma Roberto Della Seta, senatore Pd e capogruppo in Commissione Ambiente.
"Talvolta per convinzione, molto più spesso per legami d'interessi, troppi eletti - aggiunge Della Seta - e amministratori del Pd, non solo in Liguria, sostengono un'urbanistica tutta basata su sempre più cemento e sempre meno regole. Questa visione non solo ha prodotto danni significativi all'ambiente e al territorio, ma penalizza il futuro anche economico di un Paese come il nostro che vede nel paesaggio una delle sue risorse più preziose, e ostacola lo sforzo del Pd - conclude - per affermare le ragioni di una politica trasparente, che coltiva l'interesse generale e non quello di pochi".
(ANSA).

Italiani più fessi che furbi
Preve Sansa - Il Partito del Cemento


Piano casa ed edilizia illegal ...L'Italia viene distrutta ogni giorno, palmo a palmo, cementificata centimetro per centimetro, ma, va detto, con l'aiuto di molti italiani. Più furbi che intelligenti, più fessi che furbi. Lasceremo ai nostri figli 40 metri quadri in più e un ambiente devastato dall'edilizia speculativa. La Sardegna, grazie a Cappellacci, eletto a larga maggioranza dai sardi, sta inventando le spiagge di cemento e le dune di piombo. Ora è il turno della Liguria, Burlando, eletto dalla maggioranza dei liguri, cementificherà quello che resta di una ex bellissima regione. In Sardegna PDL, in Liguria PDmenoelle e, in entrambe le regioni, gli italiani, sempre presenti quando si tratta di grano.

"Caro Grillo,
nessuno sembra essersene accorto, ma il 28 ottobre sarà deciso il destino di una delle più belle regioni d'Italia: la Liguria. Pochi giorni fa è toccato alla Sardegna, dove è stato votato il piano casa del governatore Ugo Cappellacci (Pdl) che ha cancellato i vincoli con cui Renato Soru sperava di salvare la costa. Ma il centrosinistra non è migliore: la Regione governata da Claudio Burlando si prepara a varare un piano casa altrettanto generoso con gli amanti del cemento.
Un disastro senza rimedio, che, però, si può ancora fermare. Tace la sinistra, tace la destra, forse perché da queste parti entrambe sono amiche del mattone. Tacciono i cittadini che purtroppo non sanno: la Regione Liguria voterà un documento che va ben oltre le aspettative del governo Berlusconi. Nessuno ne aveva parlato fino a pochi giorni fa, quando Bruno Lugaro ne ha scritto sul Secolo XIX. Eppure basta studiare il piano presentato dalla Commissione e soprattutto gli emendamenti proposti da sinistra e destra (leggete qui). Le case sotto i 100 metri cubi potranno aumentare il volume fino al 60%, le altre potranno crescere fino al 30%. Ma non basta: potrà essere aumentata la cubatura di capannoni industriali, artigianali e agricoli. Ed è soltanto l'inizio. Leggendo il documento approvato dalla commissione e gli emendamenti voluti dal centrosinistra e dal centrodestra (il firmatario è un imprenditore immobiliare) si scopre che c'è ben di peggio: i benefici saranno concessi anche agli immobili condonati. Insomma, un danno civile e sociale, oltre che urbanistico. Chi ha costruito senza rispettare le leggi potrà adesso usufruire anche dei benefici concessi dalla Regione. Invece di punire chi non rispetta l'ambiente, si è deciso di premiarlo. E gli edifici abusivi? Si è pensato anche a loro. Il testo base li escludeva, ma ecco che il consigliere Luigi Cola (ex sindaco di Cogoleto, Pd) chiede di correggere: saranno esclusi soltanto quelli costruiti "in totale difformità o con variazioni essenziali", insomma quelli davvero molto abusivi. Basta? Neanche per sogno: non sono risparmiati nemmeno i parchi dell'Entroterra. "Basterà un permesso degli enti parco per aumentare la cubatura delle case", come spiega il Verde Carlo Vasconi.
Ma il colpo di grazia, spiega Vasconi, è quello che colpirà le zone che gli urbanisti chiamano aree-anima. Anima, un nome non casuale, perché questi sono luoghi preziosi, che però non sono sottoposti a una tutela totale. Anche qui potranno agire indisturbate le ruspe basta che siano a più di 300 metri dalla costa.
E per la Liguria sarà davvero la fine, perché da troppo tempo alcuni di quelli che governano questa terra hanno deciso di spremerla, di concederla ai signori del cemento come una baldracca. Una escort, si direbbe oggi. Sinistra o destra non importa: negli ultimi anni è stato dato il via libera alla costruzione di tre milioni di metri cubi di nuovi edifici lungo le coste.
Provate a immaginare concretamente che cosa succederebbe se tutte le case sotto i 100 metri cubi crescessero del 60%. Le alture liguri che dominano il mare si ricoprirebbero di cemento. Le case, migliaia di quelle costruzioni che rendono unica la Liguria, sarebbero deformate con aggiunte posticce. Provate a immaginare: dove oggi la vista si affaccia sul mare, domani potrebbe sbattere contro un nuovo muro.
Ma che cosa si può fare? Niente, sembrerebbe. Il centrosinistra ligure ha sempre avuto tanti amici nel mondo del mattone e questo piano ne è la dimostrazione definitiva. Il centrodestra è entusiasta. ma in fondo non sorprende. Insomma, chiunque vinca le elezioni regionali del 2010 non cambierà nulla. Claudio Burlando o Sandro Biasotti non fa differenza, la Liguria, verrebbe da dire, è comunque spacciata.
O forse no. Perché questo piano casa giova a pochi, ai soliti amici degli amici imprenditori del mattone. Ai furbetti che sognano di arricchirsi aggiungendo un piano alla propria casa, alla faccia dell'interesse generale. Ma gli altri? Il cemento non porta soldi. Arrivano denari per pochi e posti di lavoro che svaniscono alla fine dei cantieri. Intanto la Liguria si mangia la sua più grande ricchezza: l'ambiente, che sostiene la principale industria della regione, il turismo. Non solo: calerà il valore degli immobili con un danno per i proprietari liguri, ma anche lombardi e piemontesi. Già, anche per una questione di soldi questo piano andrebbe bocciato.
Ma poi c'è l'ambiente, una parola che in fondo significa il luogo dove noi tutti viviamo insieme. Che vuol dire qualità della vita nostra e dei nostri figli. Che ci ricorda il dovere di conservare il passato, ma anche di pensare al futuro.
Per questo la decisione che verrà presa in Liguria riguarda tutta l'Italia. Se lasciamo sola questa terra, poi a chi toccherà?
Ma qualcosa si può, si deve ancora fare. Adesso, sennò sarà troppo tardi. Mandiamo una e-mail a Claudio Burlando, Sandro Biasotti, il suo avversario alle prossime elezioni, Luigi Cola - il deputato del Pd recordman degli emendamenti, Nicola Abbundo - l'imprenditore immobiliare del Pdl che si batte per il piano. Gente di sinistra e di destra, perché qui non è questione di colori politici.
Se tutti gli amici del blog, non soltanto i liguri, scrivessero a chi dovrà compiere questa scelta, potremmo ancora sperare di cambiare qualcosa. Di salvare la Liguria e un po' anche noi stessi".

Marco Preve e Ferruccio Sansa, giornalisti e autori del libro "Il partito del cemento"

Osservatori per il paesaggio

Sul tema affrontato nel precedente post e riguardante le modifiche alla variante di salvaguardia della fascia costiera ancora da approvare mi ha scritto il professor Massimo Quaini, uno degli studiosi che, come avevo sottolineato (ammetto di averlo un po' stuzzicato), collaborano con la Regione per trovare nuove strade e strumenti per la difesa del territorio.

Caro Preve,
ho letto e non mi sottraggo al dovere di dirti come la penso. Posso anche essere d'accordo nel riconoscere che politicamente le «variantine» alla «variantona» non sono in linea generale auspicabili, soprattutto a poca distanza di tempo dalla prima approvazione, ma prima di dare ragione a una delle parti in causa nella solita e spesso sterile contrapposizione fra ambientalisti e amministratori pubblici bisognerebbe avere il coraggio e il tempo di esaminare una per una le modifiche apportate. Ritengo, infatti, poco o nulla condivisibile tanto la diffidenza sistematica e aprioristica nei confronti degli atti della Regione, quanto le giustificazioni politiche di chi dice che le modifiche riguardano una percentuale molto bassa del territorio sottoposta a nuovo regime di salvaguardia. E' ovvio, infatti, che anche una sola delle varianti potrebbe avere una portata devastante se va incidere in una zona paesisticamente sensibile (che non a caso la variantona intendeva salvaguardare). Bisogna allora avere la possibilità di esaminare le modifiche caso per caso e solo ad analisi compiuta si può dare un giudizio sul valore della manovra che in chiave europea dovrebbe anche rispettare il principio di sussidiarietà. Mi rendo conto che questo non può essere il compito di un giornale e probabilmente neppure quello di una associazione ambientalista, anche se i comitati locali possono dare un bell'aiuto sulla natura degli interventi locali che le varianti mirano a legittimare. Per questo sto da mesi battendomi per la creazione di Osservatori del paesaggio che creando nuove sinergie fra Università e istituzioni culturali locali da una parte e enti locali dall'altra dovrebbero avere il compito di monitorare lo stato del paesaggio e del territorio e predisporre gli strumenti conoscitivi per valutare che cosa va a succedere se si interviene sulle aree paesisticamente sensibili.
Un caro saluto Massimo Quaini