19/10 - LA RIELEZIONE DI URIBE ATTRAVERSO LA CORRUZIONE
Violando ogni procedura legale, Álvaro Uribe Vélez sta cercando in
tutti i modi di far passare una legge che gli permetterebbe di
restare a capo del governo
fino al 2014.
In vista delle prossime elezioni presidenziali del 2010 in Colombia,
il presidente Uribe, spalleggiato dalla sua cricca di corrotti e
corruttori, si è dedicato anima (da anni venduta al diavolo) e corpo
(grondante del sangue delle vittime del terrorismo di Stato) a far
passare ulteriori modifiche alla costituzione, poiché quelle
effettuate col ricatto e la compravendita di voti nel 2003 non sono
sufficienti a consentirne una seconda -e consecutiva- rielezione.
Il 28 aprile scorso, un gruppo di sostenitori della legge
rielezionista ha iniziato a raccogliere firme; in teoria ne sarebbero
state raccolte circa 5 milioni, frettolosamente recapitate al
ministero in furgoni blindati (pagati dai contribuenti ma anche dalla
DMG, la più grande piramide finanziaria colombiana collassata
fraudolentemente). Della raccolta delle firme si è occupato un
comitato promotore riunito in una associazione "senza fini di lucro",
chiamata `Primero Colombia´ ed il cui presidente è Luis Guillermo
Giraldo, attualmente indagato dalla magistratura per frode
processuale, il quale avrebbe incassato diverse centinaia di migliaia
di dollari per la raccolta firme (alla faccia del no profit!) senza
peraltro chiarire i metodi usati da questa associazione per
"convincere" la gente a firmare.
Il risultato attuale della convalida delle firme è di 3.909.825
dichiarate accettabili sulle 5.021.873 presentate.
Altre denunce hanno smascherato il fenomeno "Feria de Notaria", che
consiste nell'elargizione di favori in cambio di firme; un esempio
concreto è il senatore uribista Alirio Villamizar, indagato per aver
assegnato con questo sistema diversi incarichi nell'amministrazione
pubblica, nella cui abitazione (durante la perquisizione ordinata
dalla Corte Suprema di Giustizia ai primi di settembre) sono stati
ritrovati 730 milioni di dollari.
Il narco-paramilitare Uribe è impegnato a fare politica
esclusivamente per il suo tornaconto, dell'oligarchia e di
paramilitari e narcotrafficanti, spalleggiato dagli Stati Uniti che
in cambio della sua impunità fanno della Colombia la testa di ponte
dell'imperialismo in Sudamerica.
La Colombia ha bisogno di un governo democratico e patriottico che
lavori per rimuovere le cause che hanno generato il conflitto armato
che il paese vive da decenni, e non di criminali arrivisti come il
narco-presidente Uribe, che quando non è impegnato a farsi
promulgare leggi ad personam riceve da USA e Israele forniture di
armi e consulenza militare per formare reparti dell'esercito e
paramilitari da usare nella guerra sporca contro il popolo
colombiano.
Il governo, invece di occuparsi degli interessi personalistici dei
delinquenti che lo compongono, dovrebbe preoccuparsi di dare risposte
costruttive e garanzie alla proposta di scambio di prigionieri
avanzata dalle FARC, quale passaggio importantissimo nel percorso che
dovrebbe portare ad una soluzione politica del conflitto sociale ed
armato colombiano.
16/10 - MARCIA INDIGENA CONTRO IL GOVERNO COLOMBIANO
Domenica 11 ottobre circa 10.000 indigeni hanno iniziato una marcia
di 40 km per protestare contro il mancato rispetto, da parte del
governo Uribe, degli
accordi firmati nel 2008 dopo una lunga marcia in cui la repressione
di esercito e polizia aveva provocato due morti e centinaia di
feriti.
Elides Pechené, massima autorità dei popoli indigeni del
dipartimento del Cauca, ha detto che la marcia, partita da Santander
de Quilicha, si concluderà venerdì 16 nella città di Cali, a circa
300 km a sud ovest di Bogotá; ha aggiunto che da pochi giorni le
comunità indigene si sono riunite con diversi ministri, che
"continuano imperterriti a dire che realizzeranno le promesse, ma
lentamente, il che per noi è esasperante".
Un'altra importante leader indigena del Cauca, attualmente candidata
al Senato della Repubblica, Aida Quilcué, ha spiegato che le marce
sono state convocate anche contro "l'installazione in Colombia di
basi militari statunitensi e l'eventuale rielezione" di Álvaro
Uribe. Gli organizzatori prevedono un affluenza di 30.000 persone.
Un anno fa le comunità indigene colombiane avevano compiuto una
lunga marcia nel paese, esigendo la fine della violazione dei diritti
umani nei loro confronti, dell'aggressione e dell'occupazione del
territorio, e modifiche legislative per impedirne il saccheggio,
nonché l'adozione della dichiarazione dell'Onu sui popoli indigeni.
Il governo, quando è messo alle strette, fa le sue promesse, salvo
poi non comportarsi di conseguenza; del resto, il narco-presidente
Uribe è un bugiardo matricolato. In occasione della manifestazione
dell'ottobre 2008, in seguito alla morte di due nativi, aveva
dichiarato che la polizia non aveva sparato sui manifestanti; salvo
poi ammettere il contrario quando un video della CNN lo ha smentito
clamorosamente. Di fatto Uribe rappresenta quella oligarchia che da
secoli rapina il territorio colombiano ai danni di indigeni,
afrodiscendenti, lavoratori e contadini, e non può e non vuole fare
nulla per modificare questa situazione, salvo promesse che non ha
alcuna intenzione di mantenere.
14/10 - PROGRAMMA DEL MINISTERO ASSEGNA 694 MILIONI DI PESOS A
NARCOTRAFFICANTE
Il programma del Ministero dell'Agricoltura e dello Sviluppo Rurale,
l'Agro Ingreso Seguro (AIS), che nelle dichiarazioni del governo
dovrebbe rappresentare il
programma per i sussidi ai contadini col pomposo obiettivo di
"ridurre la diseguaglianza nel settore agricolo" e favorire il
ritorno dei contadini poveri alle terre coltivabili usurpate dal
paramilitarismo di Stato, ha assegnato un sussidio pari a 194 milioni
di pesos (77.600 $) ed un credito preferenziale (senza obbligo di
garanzia) pari a 500 milioni di pesos (200.000 $) a Ismael Augusto
Pantoja Carrillo, alias 'El Negro', narcotrafficante estradato negli
Stati Uniti attualmente detenuto in un carcere del New Jersey.
Questo mafioso avrebbe ricevuto il credito nel gennaio del 2008,
all'interno della piattaforma per le micro, piccole e medie imprese
rurali.
Oltre allo scandalo connesso all'assegnazione di fondi pubblici ad un
mafioso, salta agli occhi in generale il carattere classista della
politica economica del narco-presidente Álvaro Uribe Vélez, che
permea tutte le istituzioni del paese e si concretizza, fra l'altro,
nei considerevoli regali fatti ad un gruppo di famiglie di politici e
latifondisti, soprattutto in alcuni dipartimenti della costa
Atlantica; la stessa oligarchia che, guarda caso, ha sostenuto la
campagna elettorale di Uribe ed i gruppi paramilitari del paese,
amici del presidente.
In proposito, il fraudolento programma Agro Ingreso Seguro é servito
in particolar modo a elargire soldi che sono finiti sui conti bancari
di parenti stretti di quei parlamentari colombiani che, maggiormente,
si erano spesi in fase di promozione/approvazione del referendum
rielezionista al Congresso della Repubblica.
Il suo immediato responsabile, il ministro dell'agricoltura Felipe
Arias (detto "Uribito", poiché sembra un giovane clone di Uribe),
non solo non ha avuto la decenza di dimettersi e di rinunciare alla
prospettiva di candidarsi alle elezioni presidenziali nel 2010
(qualora Uribe non si potesse ripresentare), ma ha anche avuto la
sfacciataggine di affermare che "per diminuire la disuguaglianza era
necessario dare più soldi ai ricchi" (sic!)
Questi politici mafiosi non possono e non devono continuare ad
opprimere il popolo colombiano nella più totale impunità, forti del
silenzio complice della cosiddetta "comunità internazionale".
11/10 - CONDANNATO EX PARAMILITARE PER L'ASSASSINIO DI MEMBRI
DELL'UNION PATRIOTICA
La corte di appello di Cundinamarca ha condannato Narciso Fajardo
Manrique, alias "Rasguño", a 16 anni e 8 mesi di carcere per
l'assassinio di due leader
comunali della Unión Patriótica, il movimento politico di
opposizione sterminato da esercito e narco-paramilitari nel corso
degli anni ottanta.
In una precedente sentenza, di fronte a un giudice per i diritti
umani, Rasguño aveva riconosciuto la propria responsabilità in
crimini quali il sequestro, la tortura e l'omicidio aggravato.
Questo duplice omicidio è stato commesso il 31 marzo 2001, nella
zona rurale del municipio Caparrapí, nel dipartimento di
Cundinamarca, dove i paramilitari delle AUC hanno sequestrato dalle
proprie case Romero Montero e José Manuel Mahecha, successivamente
torturati e uccisi; questo delinquente è attualmente detenuto presso
il carcere La Picota di Bogotá.
La strategia dell'oligarchia colombiana di eliminare sistematicamente
qualsiasi voce di dissenso attraverso il paramilitarismo di Stato è
una realtà confermata, oltre che dalle innumerevoli testimonianze di
leader popolari e sindacali, anche da quei segmenti della magistratura
non totalmente cooptati dall'uribismo, e la pratica di "chiudere la
bocca" attraverso la violenza indiscriminata contro il popolo è nota
ai colombiani da decenni; invece di aprire una seria discussione sul
tema di una soluzione politica del conflitto, il governo fascista e
terrorista della Colombia minimizza questi orrendi crimini, di fronte
ai quali il narco-presidente Uribe ha la sfacciataggine di parlare
ancora di "Sicurezza Democratica".
--
Per cancellarti da questa lista
http://news.nuovacolombia.net/lists/index.php?p=unsubscribe&uid=96538dc975d921b6eaf8b35e2622f4d8
Per aggiornare le tue preferenze e per annullare la tua iscrizione visita
questo link
http://news.nuovacolombia.net/lists/index.php?p=preferences&uid=96538dc975d921b6eaf8b35e2622f4d8
Inoltra un messaggio a qualcuno
http://news.nuovacolombia.net/lists/index.php?p=forward&uid=96538dc975d921b6eaf8b35e2622f4d8&mid=43