Autor: Edoardo Magnone Data: Para: Mailing list del Forum sociale di Genova Asunto: [NuovoLab] ..alcuni nomi sulla "Mensopoli" genovese
Genova, «Mensopoli» travolge il centrosinistra
Due assessori, uno dei quali ex portavoce del social forum ai tempi
del G8, e due ex consiglieri Ds indagati con l'accusa di aver preso
tangenti
Alessandra Fava
Genova
Due assessori comunali in carica, l'attuale responsabile della
comunicazione del comune e braccio destro del sindaco di Genova Marta
Vincenzi e due ex consiglieri comunali dei Ds durante la giunta
Pericu; un ex dirigente regionale ora presidente dell'ospedale
cattolico Bambin Gesù di Roma e un imprenditore piemontese hanno
subito perquisizioni domiciliari e nei loro uffici ieri perché
accusati dalla procura di aver intascato delle mazzette per consulenze
e sono iscritti al registro degli indagati per turbativa d'asta,
corruzione e alcuni anche per associazione a delinquere. E'
un'autentica bufera quella che si è abbattuta sul comune dopo la fuga
di notizie sul settimanale Panorama ieri in edicola, anticipate
l'altro ieri dal sito di Dagospia. Fuga che ha costretto la procura ad
accellerare certi atti di un'inchiesta non ancora del tutto conclusa e
qualche pesce piccolo potrebbe essere riuscito a cancellare le prove
del suo coinvolgimento tanto che la procura ieri ha aperto un
fascicolo per il reato di favoreggiamento.
L'inchiesta di cui parliamo è figlia di quella denominata «Mensopoli»
relativa a gare d'appalto fatte tra il 2003 e il 2005 in cui
figuravano cinque imputati già rinviati a giudizio per un giro di
tangenti legate all'ospedale Galliera e di alcune scuole elementari
genovesi, ma il cerchio, intercettazione dopo intercettazione, si è
allargato e di molto e include non solo i perquisiti di ieri ma
diversi altri vertici degli enti locali, con possibili diramazioni e
colpi di scena in un sottobosco di mazzette e tangenti intascate dai
diretti interessati senza altro scopo se non il proprio tornaconto.
Insomma di mezzo non c'è solo l'appalto per le mense stipulato nel
2005 di cui si parla nella richiesta di perquisizione fatta ieri dalla
Guardia di finanza ma anche altri intrallazzi.
Al momento da indiscrezioni si sa che il pm Francesco Pinto, titolare
dell'indagine, ha inviato una richiesta di custodia cautelare per sei
persone ora al vaglio del capo dei gip Roberto Fucigna. 600 pagine
zeppe di intercettazioni, in cui ovviamente vengono citati i
perquisiti di ieri che in concomitanza con la perquisizione presso
Palazzo Tursi, al Matitone e in altri uffici comunali, i propri uffici
e le abitazioni hanno anche ricevuto ai rispettivi domicili gli avvisi
di garanzia con le accuse, a vario titolo, di turbativa d'asta,
corruzione e per tre di loro anche per associazione per delinquere.
Sono il responsabile comunicazione del Comune di Genova STEFANO
FRANCESCA, manager televisivo, poi braccio destro del sindaco già a
Bruxelles e suo portavoce durante la campagna elettorale per le
comunali dello scorso anno; gli assessori in carica nella giunta
Vincenzi, MASSIMILIANO MORETTINI (Giovani, città educativa, politiche
per l'immigrazione e centro storico, conosciutissimo nel terzo settore
anche perché prima era presidente regionale dell'ARCI e nel Genoa
Social Forum durante il G8) e l'assessore comunale allo sport PAOLO
STRIANO, entrambi del Pd. Di mezzo ci sono anche due ex consiglieri
comunali nei Ds durante la giunta di Giuseppe Pericu, CLAUDIO
FEDRAZZONI e MASSIMO
CASAGRANDE; un avvocato prima direttore generale della Regione
Liguria, con ottime entrature presso la Curia Giuseppe Profiti, ora
neopresidente dell'ospedale Bambin Gesu' di Roma e un imprenditore
piemontese che sarebbe quello che ha mosso le carte e distribuito
prebende per vincere l'appalto per le mense, ROBERTO ALESSIO, titolare
dell'azienda del vercellese Alessio Carni con sede a Caresanablot in
provincia di Vercelli.
In comune alla vista delle locandine dei giornali locali di ieri, il
sindaco Marta Vincenzi ha avuto un sussulto. Dopo le perquisizioni
sono state convocati d'urgenza un vertice di giunta, un vertice di
maggioranza e una conferenza stampa. «Al momento l'unica cosa in mio
possesso sono le motivazioni delle perquisizioni e si parla di una
gara d'appalto del 2005 - ha detto il sindaco che al momento non
risulterebbe coinvolta nell'indagine - mi rammarico che la ricaduta
politica sia tutta su questa amministrazione ma siccome il tempo è
galantuomo e questa amministrazione ha buone gambe sono sicura che
riusciremo a vincere contro questa voglia d'attacco che ci arriva da
tutte le parti». Agli assessori e ai capigruppi il sindaco ha detto
chiaro e tondo che l'uscita su Panorama puzza di bruciato, specie alla
vigilia della visita del papa. «Dovevano essere due giorni di festa
per la città e invece...», ha detto poi ai giornalisti. Intanto i due
assessori e il portavoce coinvolti nelle perquisizioni hanno rimesso
il loro mandato nelle mani del sindaco: «Deciderò in seguito se
potranno continuare o meno nel loro incarico quando sarà più chiaro in
che misura sono coinvolti nell'inchiesta», dice il sindaco.
I nodi però sono tutt'altro che sciolti. Martedì in consiglio comunale
è scontato che il centro-destra darà battaglia, chiederà le dimissioni
della giunta e potrebbe trovare l'appoggio dell'Italia dei valori e
dell'Udc. Le avvisaglie si sono già viste nella nomina a presidente
della commissione bilancio di un consigliere di Forza Italia nei
giorni scorsi con l'appoggio proprio dell'Idv.