Autor: Giovanna Caviglione Data: Para: forumgenova@inventati.org Asunto: [NuovoLab] Donne in nero
Ricevo e inoltro.
giovanna caviglione
Lettera aperta ai responsabili della Fiera del Libro di Torino
Intervenire sulla vicenda relativa alla Fiera del Libro di Torino 2008 ci
sembra a continuo rischio di fraintendimenti. Ci pare infatti che il
dibattito si sia polarizzato sulla questione del ³boicottaggio² anziché sul
significato dell'invito allo stato di Israele che secondo noi è il vero nodo
del problema.
Sentiamo però la responsabilità di esprimerci a partire dalla storia che ci
lega ormai da vent'anni ad una pratica di relazioni con donne israeliane e
palestinesi: relazioni non sempre facili, segnate anzi spesso dalla
difficoltà di riconoscersi nelle differenze senza che queste si
cristallizzino in contrapposizioni insuperabili. Difficoltà tanto maggiore
perché siamo tutte consapevoli che non c'è simmetria nella situazione in cui
ciascuna si trova: proprio per questo il nome che noi abbiamo assunto è
quello delle ³donne in nero² israeliane che hanno posto al centro della loro
identità politica la denuncia dell'occupazione dei territori palestinesi da
parte del proprio stato.
³Non posso dire di non sapere² è la ragione profonda che induce molte di
loro, e noi insieme a loro, a sentirci in dovere di guardare e di vedere che
cosa hanno significato il 1948 e il 1967 per entrambe le società che vivono
in quell'area e che cosa sta accadendo tuttora, quando il Muro di
separazione, la crescita degli insediamenti, l'assedio di Gaza, le
uccisioni, le distruzioni rendono sempre più fragili le speranze in una pace
giusta.
Riteniamo perciò che vada prestato serio ascolto alle parole di Suad Amiry,
intellettuale palestinese, che intervenendo sulla questione ha scritto: ³La
Fiera del Libro di Torino non si è limitata a scegliere come ospite d'onore
l'occupante, ma ha invitato l'occupato (persone come me) a partecipare alla
celebrazione del giorno della sua indipendenza² (La Stampa, 01.02.08). È
tale lo squilibrio insito in una simile impostazione che sentiamo il dovere
di fare nostra la domanda posta da Remo Ceserani: ³Come si fa a pensare di
chiedere a dei palestinesi di prestarsi a celebrare, anche solo
implicitamente, l'anniversario della fondazione dello Stato di Israele?² (il
manifesto, 30.01.08).
In una lettera di risposta a Ibrahim Nasrallah, poeta palestinese che anche
ha scritto di non poter accettare l'invito alla Fiera, il direttore della
Fiera stessa, Ernesto Ferrero, ha affermato: ³Non si può parlare di Israele
senza parlare di Palestina² (Ansa, 23.01.08). Ne siamo convinte, ma
dubitiamo che lo si possa ritenere onestamente possibile alla luce del
percorso seguito: sul sito della Fiera in data 18 dicembre 2007 compariva la
frase ³In occasione della ricorrenza del 60° anniversario della sua
fondazione, Israele ha scelto Torino come la vetrina più adatta ....
³ mentre il presidente della Fiera, Rolando Picchioni, ha poi dichiarato:
³E' stato Israele che si è offerto. E noi abbiamo accolto la sua candidatura
con entusiasmo, trattandosi di un paese e di una cultura con molte cose da
raccontare² (Ansa, 23.01.08).
Dunque si è trattato chiaramente di un fatto politico e di una scelta di
parte: ³Quando un conflitto è in atto, dimostrare segni di solidarietà con
una sola parte si chiama prendere parte. Festeggiare l'anniversario della
creazione dello stato di Israele invitandolo come ospite d'onore alla Fiera
del Libro di Torino, oggi poi nella situazione terribile che vive il popolo
palestinese, è una presa di posizione netta e chiara² (Karim Metref, lettera
aperta ³Israele ospite d'onore. Non è né il luogo né il momento², febbraio
2008).
A nostra volta intendiamo esprimere una ³presa di posizione netta e chiara²
contro le illegalità, le violazioni dei diritti umani, il continuo uso
della violenza operato dallo stato di Israele, con il suo governo e il suo
esercito, ed è per queste ragioni che critichiamo la scelta fatta dalla
Fiera del Libro e consideriamo un'ingiustizia e un errore insistere in una
modalità che prevede ³la forma-nazione come costitutiva delle identità della
Fiera² (Ester Fano, il manifesto, 30.01.08).
Questo però non significa affatto il rifiuto o la censura degli scrittori e
delle scrittrici provenienti da Israele: ognuno e ognuna potrà portare un
punto di vista e un'esperienza del mondo che certo contiene anche valenze
politiche con cui va tenuto aperto il dialogo e il confronto, mentre non ci
pare accettabile ascriverle/i alla celebrazione di un evento di stato sul
quale gravano tuttora troppi problemi insoluti.
Vogliamo inoltre riportare una dichiarazione rilasciata da Sergio
Chiamparino, sindaco di Torino, che, dopo aver ribadito di non voler
³arretrare di un millimetro. Israele è stato scelto come stato ospite e deve
rimanere tale², ricorda la ³tradizione di tolleranza² della ³città di Primo
Levi² (La Repubblica, 04.02.08). Quanto a ³tradizione di tolleranza²,
dubitiamo che il sindaco di Torino l¹abbia sempre presente come un principio
inderogabile cui attenersi: mesi fa abbiamo infatti avuto esperienza diretta
del caso di vera e propria censura che ha riguardato la raccolta di scritti
³Israele/Palestina, Palestina/Israele, sussidio informativo², Comune di
Torino 2006, curata e proposta per le scuole da alcuni gruppi pacifisti e
ong torinesi e pubblicata a cura del Comune di Torino. Dopo forti critiche
da parte della comunità ebraica locale e dopo un intervento
dell¹ambasciatore israeliano, il sindaco ha disposto che la distribuzione
del volume cessasse e nei primi mesi del 2007 esso è sparito dalla
circolazione e inutili sono state le richieste di confrontarsi nel merito
dei dissensi e delle critiche, come un atteggiamento aperto al dialogo
invece vorrebbe.
Ancor più profondamente ci sentiamo però toccate dal richiamo a Primo Levi.
Tra le ragioni per cui lo ricordiamo come una figura di straordinaria
intelligenza e umanità c'è anche la lucidità e il coraggio con cui nel
settembre del 1982, dopo la strage di Sabra e Chatila, egli affermò:
"Dobbiamo soffocare gli impulsi di solidarietà emotiva con Israele per
ragionare a mente fredda sugli errori dell'attuale classe dirigente
israeliana" (Primo Levi, La Repubblica, 24.09.1982). Non possiamo sapere
come si esprimerebbe oggi Primo Levi di fronte alle ³punizioni collettive²
che soffocano la popolazione della Striscia di Gaza sotto assedio, ma
sappiamo che la Città di Torino, da anni gemellata con quella di Gaza, non
ha preso alcuna iniziativa di solidarietà e questo a noi pare un penosissimo
venir meno a ogni senso di umanità.
Tornando ancora una volta a quello che riteniamo il nodo politico
ineludibile, è proprio la violazione di un senso condiviso di dignità umana
ciò che induce le/gli invitate/i palestinesi al rifiuto a partecipare alla
Fiera nei termini attuali: ³Nel giorno della loro Nakba (catastrofe) i
palestinesi spererebbero in una reazione di umanità, ricevono invece la
vostra decisione che non prende in considerazione l'ingiustizia e la
sofferenza² (Ibrahim Nasrallah, il manifesto, 30.01.08).
Quali atti vanno compiuti perché la Fiera possa davvero costituire
un¹occasione di confronto e di dialogo, anziché di rinnovate barriere e
esclusioni? A conclusione dell¹intervento che citavamo sopra, Suad Amiry -
con una mossa di grande generosità, perché è ben difficile per ³l¹occupato²
guardare imparzialmente all¹³occupante² - rivolgeva alla Fiera del libro
l¹invito a ³essere abbastanza coraggiosa da lasciar perdere tutto,
Indipendenza¹ e Nakba¹ e celebrare un¹autentica attività culturale di cui
tutti possiamo fare parte. Quest¹anno non c¹è bisogno di ospiti d¹onore².
Facciamo nostro l¹appello e di qui a quando si terrà la Fiera intendiamo
continuare a denunciare l¹ingiustizia di un invito che celebra la metà
vincente di una storia e a prendere tutte le iniziative di cui saremo in
grado per dare voce più ampia alla richiesta che sia finalmente riconosciuto
il diritto anche delle donne e degli uomini palestinesi a una vita degna e a
una parola libera.
Torino, 12 febbraio 2008
Donne in Nero della Casa delle Donne di Torino: Franca Balsamo, Diana
Carminati, Patrizia Celotto, Ada Cinato, Elisabetta Donini, Margherita
Granero, Valeria Sangiorgi, Anna Valente