[Incontrotempo] Fwd: Ancora sangue in America Latina

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Autor: biondino
Data:  
Para: incontrotempo, pop
Asunto: [Incontrotempo] Fwd: Ancora sangue in America Latina



-------- Original Message --------
Subject: Ancora sangue in America Latina
Date: Fri, 11 Apr 2008 01:47:13 +0000
From: <nodosolidale@???>
To: ezln-it@???



Con rabbia e dolore riceviamo e diffondiamo queste notizie, riguardanti
un'imboscata che ha falciato le vite di due compagne di 20 e 22 anni a
Oaxaca e il pestaggio della polizia che ha provocato la morte di un
compagno di 16 anni a Santiago del Cile.

Pagherete caro, pagherete tutto.

Seguono gli articoli tradotti.


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Viaggiavano verso l'Incontro sui Diritti Umani

Oaxaca: assassinano due compagne della radio comunitaria di Copala

di Jessica Martinez (corrispondente) e Guadalupe Gomez

Oaxaca, 8 aprile - Teresa Bautista e Felicitas Martinez di 22 e 20 anni di
eta' rispettivamente, voci e giornaliste della Radio Comunitaria "La Voce
che Rompe il Silenzio", del Municipio Autonomo Popolare di San Juan Copala,
furono assassinate ieri in un'imboscata nella localita' Llano Juarez, nella
strada che conduce da Joya del Mamey a Putla de Guerrero, mentre
viaggiavano insieme con altre persone in un'automobile privata verso la
capitale dello stato.

Nell'attacco sono rimasti feriti Faustino Vasquez Martinez, responsabile
amministrativo dell'Anagrafe di Juxtlahuaca e militante dell'organizzazione
Unita' del Benessere Sociale della Regione Triqui (Ubisort), allo stesso
modo di sua sposa Cristina Flores di 22 anni e dei suoi figli Agustin
Gustavo e Jaciel Vasquez Flores di 3 e 2 anni, rispettivamente. Cosi' hanno
informatoo le autorita' giudiziarie del posto e l'organizzazione Centro
d'Appoggio Comunitario Lavorando Uniti (CACTUS).

Le donne erano partite insieme con le altre persone per andare verso la
citta' di Oaxaca, approsimativamente all'una del pomeriggio, dove avrebbero
coordinato il tavolo Comunicazione comunitaria e alternativa: radio
comunitarie, video, stampa, internet, nell'Incontro Statale per la Difesa
dei Diritti dei Popoli di Oaxaca, che inizia domani mercoledi'
nell'edificio del Magisterio della sezione 22 del Sindacato Nazionale dei
Lavoratori dell'Educazione (SNTE).

Le persone ferite dalla sparatoria - avvenuta a circa 50 km da San Juan
Copala, ubicata a 350 km a ovest della citta' di Oaxaca - mostrano diversi
impatti di proiettili d'arma da fuoco, motivo per cui dovettero essere
trasferiti all'Ospedale "Amico del Bambino e della Madre" che si trova nel
municipio di Putla de Guerrero.

In un'intervista telefonica, il Procuratore di Giustizia locale ha
informato che sul luogo dell'imboscata sono stati trovati 20 bossoli di
calibro 7.62, utilizzati per mitra d'assalto AK-47. I fatti sono stati
consegnati nell'indagine preventiva numero 105/2008.

Svolgevano un incarico comunitario

L'associazione civile CACTUS, con sede a Huajuapan de Leon, ha condannato i
fatti e ha esigito che le autorita' statali indaghino e puniscano i
responsabili del crimine.

In un comunicato emesso oggi, i/le integranti di CACTUS esprimono "nostro
dolore, nostra rabbia e il sentimento del nostro cuore" per la morte di
Felicitas e Teresa.

Insieme a loro, ricorda CACTUS, "abbiamo camminato nella creazione della
radioc comunitaria Radio Triqui, La Voce che Rompe il Silenzio; le risate e
il nervosismo nel vedere che la sua voce dava voce a quelli a cui sempre
gli e' stato negato, coloro che hanno fatto vivi gli accordi di San Andres,
esercitando un diritto alla propria autonomia nella forma piu' viva, nel
pieno esercizio della liberta' d'espression; nella pratica al diritto di
dire quello che pensavano come donne, come indigene, come triqui era e
sara' sempre commovente".

La stazione, progetto del municipio autonomo di San Juan Copala, fu
inagurata dalle autorita' municipali il passato 19 gennaio e inizio a
trasmettere nella frequenza modulada 94.9, nel segno dell'incontro delle
comunita' e delle organizzazioni per il primo anniversario della creazione
del municipio autonomo.

Fu creata per informare sopra la realta' che si vive nella regione Triqui,
per diffondere quello che fa il municipio e come si vive qui e nello stato,
sopra la politica federale e internazionale; dissero durante l'apertura
della radio, "perche' la regione e' stata molto isolata e cosi' cercheremo
di rompere l'assedio che impedisce la comunicazione con altre comunita' di
Oaxaca e della Repubblica".

In questo senso le due speakers avrebbero partecipato, svolgendo un
incarico comunitario, il 9 e 10 aprile all'Incontro Statale per la Difesa
dei Diritti dei Popoli Indigeni, nel quale La Voce che Rompe il Silenzio
coordinerebbe il tavolo di lavoro sulle radio comunitarie.

I membri del CACTUS affermano che l'attacco si somma all'insicurezza che
esiste nello stato e alla repressione esercitata dallo stato contro i
municipi autonomi e contro le radio comunitarie che eserciscono il proprio
diritto alla comunicazione, come stipulato nella Convenzione 169
dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro.

Si somma, inoltre, al clima di violenza che si respira e vive nella zona
triqui negli ultimi anni, nella parte piu' occidentale dello stato di
Oaxaca, nel distretto di Juxtlahuaca, Tlaxiaco e Putla, nella regione
Mixteca, dove esistono gruppi politici come il Movimento di Liberazione
Triqui (MULT), l'Unita' del Benessere Sociale della Regione Triqui
(Ubisort) e il MULT indipendente.

da:
http://www.cimacnoticias.com/site/08040808-Oaxaca-asesinan-a.32707.0.html

maggiori info sull'Incontro Statale:
http://www.autistici.org/nodosolidale/news_det.php?id=464

(Tradotto da Nodo Solidale - http://www.autistici.org/nodosolidale )


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Cile: muore compagno per botte ricevute dalla polizia

Cile: muore compagno per botte ricevute dalla polizia

"Por la alegria he vivido,
por la alegria he ido al combate,
por la alegria muero.
Que nunca el angel de la tristeza
sea unido a mi nombre.
Hombres velen porque yo os ame'."

(Julius Fucik. Combattente comunista Cecoslovacco)

"Giorno del Giovane combattente"

Ogni 29 di Marzo, ricordando il perfido crimine contro i fratelli Eduardo e
Rafael Vergara Toledo che furono assassinati dagli apparati repressivi
della dittatura nel 1985 a La Villa Francia nella capitale cilena, si e'
soliti organizzare diverse attivita' in omaggio a questi giovani lottatori
sociali che portavano avanti la loro attività di lotta contro la dittatura
nel settore ponente di Santiago.

Con l'avvicinarsi di questa data, la gente del governo, così come i mezzi
di comunicazione e il sistema, manipolano la informazione e criminalizzano
la data, travisano la verità degli avvenimenti che sono relazionati con il
brutale assassinio. Connettono le manifestazioni e gli altri atti sociali e
politici con la delinquenza che si vive nei quartieri popolari.
L'obbiettivo di questa campagna mediatica è di inibire le lotte
rivendicative della gioventù cilena che grida per maggiori e migliori
opportunità, e nello stesso tempo al diritto a una vita degna.

La giustizia per questi due giovani che furono assassinati ancora non è
arrivata, i poliziotti si trovano già in pensione a eccezione di uno che
ancora sta in servizio; non hanno ricevuto sentenza da parte del giudice
che segue il processo, nonostante abbia ricevuto l'investigazione completa.

Questi omaggi non solo si realizzano nel settore di Villa Francia, ma anche
nei quartieri popolari di Santiago, e nelle città più importanti del
paese.

La commemorazione del "Giorno del Giovane Combattente", quest'anno ha una
dimensione speciale, poiché la gestione presidenziale di Michelle
Bachelet, è stata sigillata da altri due giovani morti come Rodrigo
Cisterna, lavoratore forestale che fu assassinato dalla polizia
militarizzata cilena, quando i lavoratori del sottocontratto stavano
realizzando mobilitazioni per maggiori richieste in campo economico. Fu
anche assassinato alle spalle Matias Catrileo; il giovane era uno studente
della facoltà di Agronomia dell'Università della Frontiera di Temuco.
Infine fu segnata con un altro morto, il giovane Jhonny Cariqueo Yáanez,
che venne a mancare lunedì 31 marzo del 2008. La causa, un infarto
cardiaco provocato dai colpi sferrati da alcuni carabinieri il 29 marzo.
Segue la dichiarazione fatta dai compagni di Jhonny Cariqueo Yánez:

Carabinieri assassinano a un fratello del collettivo "Pugno in Alto",
mercoledì i funerali.

Di fronte alla morte di Jhonny Xariqueo Yanez, avvenuta il 31 marzo 2008,
per un infarto cardiaco provocato per il pestaggio subito il giorno 29
marzo mentre si trovava detenuto dai carabinieri, dichiariamo quanto segue:

Il passato 29 marzo, diverse organizzazioni sociali e politiche della zona
ovest (Pudahuel - Lo Prado) di Santiago del Cile hanno convocato una
manifestazione per la commemorazione della giornata del Giovane
Combattente. Questa manifestazione ha avuto inizio circa alle 20:20
all'incrocio delle strade Errazuriz e San Pablo, e dal principio fu
circondata da un numeroso contingente delle Forze Speciali dei Carabinieri,
accompagnati dalla Polizia Investigativa. Il corteo sfilo' in forma
pacifica, evitando ogni tipo di scontro, per tutelare l'integrita' dei
partecipanti.

La manifestazione termino' con l'inaugurazione della piazza "29 Marzo",
all'incrocio delle vie La Estrella e San Francisco, verso le 21:20. Al
sopraggiungere questo luogo, i partecipanti vennero fortemente circondati
da un numeroso ed eccessivo dispiegamento delle Forze Speciali, e dopo aver
letto per l'ultima volta il comunicato alla popolazione e aver reso
pubblico il monumento ai lottatori sociali, caduti durante la dittatura e
la democrazia, i partecipanti iniziarono tranquillamente a ritirarsi a
casa. In quel momento, il contigente poliziesco inizio' un vera caccia
all'uomo contro i manifestanti, riusciendo a fermare in maniera
estremamente violenta a circa 30 compagni.

In questo momento Jhonny, in compagnia di due compagni del collettivo
"Pugno in Alto", al quale apparteneva, si misero in salvo dalla zona piu'
calda della repressione ma 10 minuti piu' tardi, mentre camminavano per
Piazza Victor Jara, furono intercettati da un furgone del GOPE (Gruppo
Operazioni di Polizia Speciali) e dopo essere stati pestati, furono
detenuti e portati alla 26° commissariato di Pudahuel, essendo
costantemente aggrediti fisicamente e verbalmente. Nonostante le botte già
impartite, le aggressioni fisiche a tutti i detenuti si fecero tuttavia
piu' crudeli.

Jhonny soffriva di problemi cardiaci, e, a causa dei brutali pestaggi e
delle costanti bastonate propinate dai carabinieri durante l'arresto,
comincio' a sentire un doloro intenso al petto e al braccio e diede un
disperato avviso della propria situazione al personale di polizia
incaricato di vigilarlo. Il carabiniere di turno gli disse che gli avrebbe
fatto caso solo quando lo avesse visto "steso per terra, tremando e
vomitando".

Dall'altro canto l'argomento formale delle istituzioni era che non c'era un
veicolo disponibile per trasportarlo a un pronto soccorso, nonostante era
evidente che sul posto c'erano due camionette. Pero', con l'insistenza del
compagno e osservando il suo preoccupante stato di salute, fu trasferito
piu' tardi al Servizio d'Urgenza, dove gli fecero una iniezione per calmare
i dolori e segnalarono che il paziente doveva fare degli esami con urgenza.
Nonostante questo i carabinieri procedettero a rimetterlo nella cella dove
si trovava, senza nessuna considerazione per il suo stato di salute
critico, proseguendo con i brutali pestaggi e lasciandolo nelle pessime
condizioni caratteristiche delle celle.

Intorno alle 08:30 del giorno seguente, tutti gli arrestati della giornata
furono trasferiti al 1° Commissariato di Santiago, dove le vessazioni e le
aggressioni si intensificarono. Jhonny fu liberato circa alle 16:00 di
questo giorno, giunse a casa un'ora dopo dove si mise a riposare dopo
l'interminabile notte anteriore.

Lunedi' 31 marzo, circa alle 14:00 Jhonny si sdraio' sul letto e comincio'
a mostrare chiari sintomi di un infarto che, nonostante i disperati
tentativi di aiuto dei genitori e degli amici, in pochi minuti provoco' la
sua morte.

Dopo l'arrivo del personale paramedico del SAPU di Pudahuel, che accerta la
morte di Jhonny, i genitori chiamano i carabinieri affinche' realizzassero
i procedimenti di rigore. Il padre di Jhonny, rendendosi conto che il
carabiniere che accorre sul posto e' lo stesso che realizzo' la vigilanza
della detenzione del figlio nella notte del 29 marzo, lo insulta
giustificatamente sottolineandogli che suo figlio probabilmente e' morto a
causa dei colpi ricevuti quella notte, di fronte alla qual cosa il
carabiniere non rispose.

Piu' tardi viene fino al domicilio un poliziotto in borghese del
dipartimento d'Indagini, che con una telecamera procedette a registrare
senza nessuna giustificazione il domicilio e il corpo di Jhonny per vari
minuti, senza essere aggredito in questo momento dai costernati familiari
del nostro compagno. C'e' da segnalare anche che questo poliziotto e' stato
identificato da altri compagni come lo stesso che filmo' il corteo del 29
marzo.

Giustizia per Jhonny, Rodrigo e Matias!

I giovani rivoluzionari caduti vivono nella nostra lotta!

(Tradotto da Nodo Solidale - http://www.autistici.org/nodosolidale )