Autor: eugbaro Data: Para: FORUM LUCCA Asunto: [Forumlucca] INTERVENTO SULLA MOBILITA' NELLA PIANA
Di seguito e in allegato un mio intervento sulla mobilità nella Piana per chi ha voglia di leggerlo
ciao
Eugenio Baronti
SIAMO IN QUESTO MONDO MA SULLA MOBILITA' CI COMPORTIAMO COME DEI MARZIANI PIOVUTI SU DI UN PIANETA SCONOSCIUTO.
Il futuro della mobilità nella Piana non è una questione puramente tecnica ma è di grande rilevanza politico, culturale, sociale e ambientale.
E' sconfortante constatare nel dibattito di questi giorni la mancanza di consapevolezza del passaggio delicato ed epocale che l'umanità si trova di fronte. Un passaggio in cui ci giochiamo tutto, il nostro futuro e la nostra stessa civiltà, perché quello che dobbiamo fare in tempi ragionevolmente brevi è quello di inventarci un nuovo sistema energetico e di mobilità che sappia sostituire quello attuale fondato sui combustibili fossili e ridurre drasticamente le emissioni in atmosfera dei gas climalteranti prima che sia troppo tardi e i cambiamenti climatici in corso producano effetti disastrosi.
Il dibattito di questi giorni sulla stampa locale sembra fuori dal mondo e fuori dal tempo. In tutta Europa si discute di questo, e, soprattutto, si producono fatti concreti. Tante città sono sotto sopra, ovunque grandi lavori in corso, si realizzano tranvie elettriche, metropolitane, piste ciclabili, ovunque si sperimentano soluzioni alternative di mobilità, ci si prepara e si costruisce gradualmente l'alternativa. I pessimisti dicono che abbiamo a disposizione pochissimo tempo, 5 anni, i più ottimisti 10, massimo 15 anni. La Merkel in Germania, Sarkozy in Francia, Zapatero in Spagna decidono che non costruiranno più nemmeno un metro di nuova viabilità ed ogni risorsa finanziaria disponibile andrà a coprire l'enorme spesa necessaria per realizzare il passaggio epocale ad un nuovo sistema di mobilità del futuro. La competitività del paese dipenderà tutta dagli esiti di questa sfida giocata in campo europeo e, chi prima arriva meglio alloggia, chi arriverà con ritardo sarà condannato ad un inevitabile declino.
Eppure nella Piana di Lucca ci comportiamo come dei marziani piovuti su di un pianeta sconosciuto, discutiamo oggi della fattibilità di nuovi progetti di grande viabilità che, bene che vada, ad essere ottimisti, andranno a regime nel 2017/2020, pensando, unici in Europa, che anche tra 10 o 15 anni tutto sarà uguale ad oggi, e potrà ancora esistere un modello di mobilità ereditata dal secolo scorso.
Un paese civile e moderno intanto smette di parlare di viabilità ed incomincia a parlare di mobilità e poi non accetta più soluzioni peggiorative di un esistente già largamente compromesso, né promuove progetti che nel migliore dei casi lasciano invariato il carico inquinante o tendono a redistribuirlo in modo diverso sul territorio..
Io non dico che bisogna lasciare le cose così come stanno, anzi, c'è necessità assoluta di interventi immediatamente realizzabili per progettare, con una cultura nuova, la mobilità delle merci e delle persone in questa grande città diffusa che è la nostra Piana, che è, anche, una grande conca naturale dove si registrano livelli di inquinamento atmosferico estremamente preoccupanti. Ritengo del tutto realistico l'obiettivo di una riduzione del 25/30% del volume del traffico autoveicolare e pesante se si comincia da subito a lavorare ad un piano di mobilità integrato sostenibile che preveda: la realizzazione di due scali merci strategici, quello del Frizzone, già finanziato, e quello, ancora strategicamente più importante, di Decimo per intercettare il traffico di attraversamento Nord/Sud della Piana, il raddoppio della ferrovia per Pisa per facilitare l'accesso alla grande via del Mare che parte dal Porto di Livorno, il raddoppio della linea per Pistoia per realizzare una metropolitana leggera di superficie per collegamenti veloci tra le frazioni della Piana e la città di Lucca, e le altre città limitrofe, con fermate veloci nelle frazioni principali attrezzate con parcheggi scambiatori.
E' necessario inoltre iniziare a lavorare per modificare la domanda e ridurre il bisogno di una mobilità oggi così irrazionale e individualistica, attraverso la promozione di tutte le forme possibili di mobilità, dal trasporto pubblico, ai taxi collettivi a prenotazione, al carsharing, ai velocipedi elettrici, alla classica vecchia bicicletta, creando una rete di piste ciclabili per collegare i centri delle frazioni con gli edifici pubblici come le scuole, restituendo ai nostri ragazzi la libertà di muoversi autonomamente in sicurezza. E' necessario, infine, promuovere un grande progetto finalizzato alla sicurezza, alla salute e alla qualità della vita delle popolazioni che vivono in situazioni di disagio nelle zone a più alta intensità di traffico, per mettere in sicurezza le strade, con una manutenzione più attenta e costante, realizzando marciapiedi protetti per restituire ai cittadini residenti lungo vie di grande comunicazione, il diritto ad uscire di casa senza essere travolti, installando la dove è possibile barriere antirumore artificiali e naturali, mettendo particolare attenzione nella cura degli arredi urbani che possono ridurre l'impatto ambientale e il disagio alle popolazioni, realizzando attraversamenti pedonali degni di questo nome.
Tutto è rimasto fermo e immobile per più di trenta anni nella messianica attesa di una nuova grande viabilità, i grandi assi viari Nord/Sud ed Est/Ovest. Quello di cui si sta discutendo oggi è il quinto progetto presentato, forse è giunto il tempo di smetterla di pensare a soluzioni impraticabili e antistoriche e prendere finalmente atto di una verità oggettiva: questa nostra Piana altamente urbanizzata e cementificata, con uno sviluppo urbanistico casuale e disordinato è socialmente, politicamente e ambientalmente insostenibile, pensare di attraversarla spaccandola a spicchi come una arancia con grandi assi viari. Forse sarebbe meglio iniziare a pensare e a costruire una alternativa possibile, una mobilità integrata a rete socialmente e ambientalmente sostenibile che non esclude a priori anche eventuali nuovi tratti viari ma in una logica di rete e non di grandi Assi. Portiamo avanti con convinzione e determinazione questo progetto di nuova mobilità, razionalizziamo, ottimizziamo l'esistente, facciamo le rotatorie dove ce né bisogno, iniziamo intanto a togliere di mezzo gli anacronistici passaggi a livello per lo meno sulle vie principali, e dopo verifichiamo se tutto questo e sufficiente. Smettiamola di aspettare, incominciamo ad operare in questa direzione.