[Incontrotempo] BOLOGNA carogna-news sulla settimana degli s…

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Autor: enk
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Para: Ml di Incontrotempo
Temas antigos: [Incontrotempo] "WHY NOT" ALLA VENETA: MEGATRUFFA SUI FONDI UE
Asunto: [Incontrotempo] BOLOGNA carogna-news sulla settimana degli sgomber selvaggi
Mercoledì 24 ottobre le forze dell’ordine hanno sequestrato Casa Bresci,
un progetto di
autorecupero in via del Sostegno 84, al quartiere Navile, procurando una
denuncia che si aggiunge alle 4 già emesse all’atto dell’occupazione.
Approfittando della temporanea assenza degli abitanti, fuori per lavoro,
sono state murate porte e finestre con tutti i loro effetti personali
ancora dentro. Solo verso mezzogiorno 2 degli occupanti, rientrando, si
sono trovati davanti le ultime volanti riuscendo a farsi aprire la porta
murata per prelevare le proprie cose.
L’immobile, di proprietà del demanio era stato occupato a fine 2006 e
versava in condizioni di estremo degrado dovute all’abbandono e all’uso
temporaneo come bivacco da gente di passaggio. La struttura della casa,
giudicata dalla proprietà di valore storico, era a rischio crolli quando
la “Cooperativa informale di autorecupero Famiglia Bresci” ne ha
iniziato i lavori di ristrutturazione rendendola agibile riparando il
tetto, con la sostituzione delle travi marcite, sistemando gli impianti
sanitari e la rete fognaria, rifacendo gli scarichi e installando una
fossa biologica.
Il Demanio, possessore della casa, è rimasto sordo ad ogni tentativo di
dialogo degl’occupanti, intenzionati a portare avanti il progetto di
recupero in accordo con la proprietà. Così sono partite le ordinanze di
sgombero. La prima richiesta del pm Tampieri viene però fermata dal gip.
Il pm allora, scavalcandone l’autorità, emette direttamente un’ordinanza
di sequestro dell’immobile con pretestuose motivazioni d’urgenza:
l’importanza dello stabile nel piano di riqualificazione del Navile, la
sua importanza storica, la pericolosità del medesimo. Se l’edificio era
così importante non si spiega perché sia stato lasciato marcire dal
demanio.
Anche il canale sottostante, di cui si rivendica la strategicità nel
sistema delle acqua del Navile, era ridotto a pattumiera per l’ingombro
di rifiuti e immondizia, come documentano le fotografie scattate durante
l’opera di pulizia della Famiglia Bresci. L’autorecupero è una pratica
che in Italia partì proprio da Bologna nel 1982, portando alla nascita
di esperienze analoghe in numerose città. La regione Lazio ha
riconosciuto e regolamentato la pratica con la legge 55 del 1998 e a
Roma sono gia 13 gli edifici recuperati in questo modo. Una proposta di
legge simile è attualmente in programma per la regione EmiliaRomagna.
In un momento di emergenza abitativa, con il comune che possiede
centinaia di appartamenti sfitti e stabili abbandonati a se stessi,
l’autorecupero è una soluzione forte. Consente l’opera di
ristrutturazione contenendo i costi per la proprietà, che resta
pubblica, e la messa in locazione a prezzi accessibili per il cittadino
bisognoso che vi accede. Diversamente gli appartamenti vuoti favoriscono
l’aumento dei prezzi di mercato e gli edifici abbandonati vanno in
malora finendo vittime della speculazione con vendite a poco prezzo ai
gruppi immobiliari. La casa è un diritto primario, come ribadisce la
Cassazione nella sentenza 35580 del settembre 2007. A Bologna sembra di
no. Nello stesso giorno di Casa Bresci sono state sgomberate anche 2
baraccopoli sul Lungo Reno e un centro di accoglienza, aumentando la
schiera di persone per la strada o in alloggi di fortuna alle porte
dell’inverno.
Famiglia Bresci
24 ottobre 2007- CASA BRESCI SGOMBERATA E SEQUESTRATA
Stamattina alle ore 9:00 un’azione guidata dalla polizia municipale con
supporto di funzionari del demanio, polizia di stato e digos(in tutto
almeno 40 agenti pubblici)ha portato al sequestro di CASA BRESCI in via
del sostegno 84.
L’ immobile abbandonato da anni e di proprietà del demanio, faceva parte
del sistema di controllo delle acque del canale Navile. La FAMIGLIA
BRESCI (cooperativa informale per l’autorecupero) ha occupato questo
stabile nel novembre 2006, iniziando un progetto di autogestione
abitativa e autorecupero edilizio: riparazione del tetto(c’era un buco
di 3x3m), pulizia del giardino(6 camioncini pieni di immondizia),
pulizia dei canali adiacenti (erano una discarica), ripristino della
rete fognaria con l’introduzione di una fossa biologica
,ristrutturazione del camino e della canna fumaria, derattizzazione e
igienizzazione dei locali interni (dove c’era il “vero” degrado).
Al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine la casa era vuota…tutti i
ragazzi erano fuori per motivi di lavoro.
Due degli occupanti sono arrivati alle 12:30 e davanti loro la triste
realtà: casa bresci murata e sigillata!
Sono arrivati a dare sostegno amici, compagni, fratelli, sorelle e
l’avvocato; abbiamo ottenuto di
far riaprire l’ingresso (sigillato da mattoni e cemento ancora freschi)
per recuperare gli oggetti personali più importanti. Solo a due degli
abitanti, già denunciati per quest’occupazione, è stato permesso di
entrare (un eventuale aiuto sarebbe costata una denuncia agli amici). La
porta è stata poi nuovamente murata e CASA BRESCI posta sotto sequestro
preventivo.
Nessuno si aspettava questo sgombero!!!
Una prima richiesta di sequestro dell’Immobile da parte del pm Tampieri
era stata respinta dal gip all’inizio dell’estate; questa volta il pm ha
scavalcato l’autorità del gip emanando un ordinanza di sequestro
d’urgenza il 20 settembre 2007, giustificata dalla presunta pericolosità
dell’immobile e dalla sua importanza strategica nel piano di
riqualificazione della zona del Navile.
Il sequestro è avvenuto però più di un mese dopo!! Dove stava dunque
questa urgenza???!!!!!
Per anni questo luogo è stato lasciato a marcire e se non fosse stato per
gli interventi strutturali attuati dalla famiglia Bresci sarebbe
crollato (parole dell’ingegnere che ci ha seguito duranti i lavori!).
L’Agenzia del Demanio lo rivendica solo ora che il progetto di
autorecupero gestito dal basso della Famiglia Bresci, è intervenuto
sulla situazione di degrado e ha restituito allo stabile quell’utilità
sociale che merita. E lo fa con un’azione di forza, sorda alle proposte
di apertura di un tavolo di negoziazione già aperte, richiedendo alla
magistratura il sequestro dell'immobile.
.
Queste modalità d’azione è lo specchio di una congenita incapacità e
inadeguatezza nella gestione del bene pubblico e della paura di chi
detiene il potere verso quelle realtà che provano a dar vita ad
alternative e sperimentazioni sociali, critiche rispetto al sistema che
ci viene imposto (precariato, affitti alle stelle, assenza di
ammortizzatori sociali, consumo sfrenato, atrofia mentale, lobotomia
televisiva)
I Bresci avevano il problema della casa (...e chi non lo ha?) e hanno
preferito risolverlo dignitosamente.
La casa è un diritto biologico, occupare è stata una necessità.
Non ci hanno solo tolto la casa ma hanno posto fine in modo autoritario
ad un esperimento di cittadinanza attiva in risposta all'emergenza casa
che viviamo oggi a Bologna.
Non si può tollerare che l'incapacità delle istituzioni e la
speculazione cancelli di fatto il diritto alla casa.
Che succede quindi? Che chi rivendica un diritto viene arrestato,
sgomberato, denunciato.
Che bella democrazia...
Cooperativa informale per l’autorecupero Famiglia Bresci alla conquista
dello SPAZIO!!!!
Evviva l’autogestione intergalattica
http://www5.autistici.org/famigliabresci
Bologna, capitale degli sgomberi
Sgomberato Open the space
Un vero e proprio esercito, tra polizia, carabinieri e agenti della
Digos, per restituire al degrado e all'abbandono l'ex asilo della
Manifattura Tabacchi di via Stalingrado 86.

29 ottobre 2007 - Roberto Gazzotti
Sono allineati lungo via Stalingrado: quattro blindati della polizia e
quattro blindati dei carabinieri, in più le auto civetta degli agenti
della Digos.
Hanno trasportato gli uomini in divisa e non che questa mattina presto
hanno fatto irruzione nell'ex asilo della Manifattura Tabacchi,
occupato tre giorni fa dal Collettivo Open the space. Gli occupanti sono
al lavoro per ricaricare sui camion e i furgoni i materiali che avevano
portato nello spazio (abbandonato da più dieci anni) appena lo scorso
venerdì. Giovani muratori rumeni iniziano ad alzare muri alle entrate di
accesso all'immobile.
A controllare le operazioni, oltre agli uomini della truppa, vigilano il
capo e il vice capo della Digos, un capitano dei carabinieri e tanti
agenti in borghese,
"Uno sgombero in grande stile", si lascia scappare ironicamente Rosario
Picciolo, l'ex portavoce del Livello 57, che è stato svegliato assieme
ad una decina di suoi compagni, dopo aver passato la notte dentro l'ex
asilo.
A chiedere l'intervento della forza pubblica è stata Fintecnica, la
finanziaria che fa capo all'Agenzia del Demanio e al Ministero delle
Finanze, che gestisce la vendita di immobili statali inutilizzati e i
percorsi di "cartolarizzazione" del patrimonio pubblico.
L'ex asilo era rimasto abbandonato da più di dieci anni, è facile
prevedere che ne passeranno altrettanti prima che qualcuno abbatterà
quei muri e riproporrà a questa città il problema, annoso, degli spazi
di aggregazione.
Uno degli occupanti, un ragazzo marocchino, è stato fermato perché privo
del permesso di soggiorno; adesso si trova in una caserma dei
carabinieri per le operazioni di fotosegnalamento. L'avvocato Elia De
Caro sta seguendo il caso. Per tutti gli altri ragazzi che erano
presenti al momento dell'irruzione degli uomini in divisa è scattata,
per ora, solo la identificazione.
E, intanto, il sindaco Cofferati gongolerà per l'immagine che sta dando
alla città di Bologna: quella di capitale degli sgomberi.
Infatti, mentre è in corso l'intervento di polizia in via Stalingrado,
arriva la voce che è in corso un altro sgombero; questa volta ad essere
colpiti (ancora!?) sono gli accampamenti dei rumeni che si sono
riformati sul Lungoreno.
Ma che bella città!!!


OPEN the SPACE!
Comunicato Stampa Sgombero Parco Sud
Questa mattina alle ore 7.30, in via Stalingrado 86, lo spazio liberato
venerdì scorso dal nuovo collettivo Open The Space è stato riconsegnato
dalle forze di polizia al degrado, allo sfruttamento della
prostituzione, ai topi, allo spaccio e alla speculazione edilizia della
finanziaria pubblica Fintecna che ne ha richiesto la
“liberazione”immediata, pur non essendoci alcun progetto o interesse per
quell’ area.
Lo spazio in questione, ex asilo per i figli dei dipendenti dell’ex
manifattura tabacchi, era rimasto abbandonato per 15 anni in uno stato
di deperimento e decadenza tali che gli abitanti dei palazzi attigui
faticavano ad aprire le finestre nei mesi più caldi per l’odore, venerdì
mattina era stato sottratto al degrado cui l’avevano lasciato la
pubblica amministrazione e la Fintecna e riconsegnato alla città da OTS.
L’efficacia dell’azione di OTS e la sua necessità sono stati subito
evidenti a chiunque, da venerdì scorso, sia passato da via Stalingrado o
abbia letto i giornali ,mettendo in evidenza che per combattere il
famoso degrado non c’è alcun bisogno di sindaci sceriffi con i poteri
speciali che continuano a dilapidare risorse pubbliche incrementando gli
organici delle varie polizie e carabinieri, per combattere il degrado
delle metropoli è sufficiente la buona volontà.
E’ sufficiente smettere di chiacchierare e di farsi pubblicità ( forse in
attesa di una poltrona ministero) rimboccarsi le maniche e lavorare.
In soli due giorni, OTS ha liberato lo spazio dai rifiuti e ha
disinfettato la maggior parte dello stabile,cominciando a recuperarne il
giardino e ripristinando il collegamento con l’acqua.
Questo ha portato molte persone, che fino al giorno prima erano
spaventati dalle condizioni e dalle frequentazioni dello stabile, a
riavvicinarsi incuriositi e a collaborare ai lavori di recupero compresi
i vicini che hanno accompagnato i figli a vedere e conoscere uno spazio
che avrebbe magari voluto ospitarli nel dopo scuola. Anche molti ragazzi
lavoratori precari e studenti si erano avvicinati collaborando al
ripristino di uno spazio che vedevano come una possibilità di
aggregazione e di sviluppo progettuale.
Via Stalingrado 86 stava dimostrando pubblicamente che il degrado
culturale e strutturale si combatte anche con la socialità attiva,
mentre la speculazione edilizia e la cementificazione ignorante non sono
“riqualificazione urbana” ma impoveriscono sempre di più le metropoli
dei suoi spazi sociali più vivi e inclusivi, come questo ad esempio,
appena sgomberato e murato forse dagli stessi lavoratori immigrati
“appaltati” dall’ amministrazione comunale che questa mattina ha mandato
le ruspe sul Reno a travolgere i loro rifugi e loro famiglie.
L’unico modo di riportare la civiltà nella nostra città è quello di
riappropriarcene, sottraendola all’esclusivo controllo dell’economia e
dell’intolleranza di partito, e renderla vivibile per le persone.
Questo è quello che abbiamo fatto e che continueremo a fare nonostante
l’ignorante cecità di quei partiti e di quelle istituzioni che hanno
dimostrato di avere scopi diversi da quelli dell’interesse pubblico.
Gli sgomberi di stamattina non saranno forse illegali, ma per noi, sono
del tutto immorali.
Open The Space
Bologna, capitale degli sgomberi
Sgomberato Open the space
Un vero e proprio esercito, tra polizia, carabinieri e agenti della
Digos, per restituire al degrado e all'abbandono l'ex asilo della
Manifattura Tabacchi di via Stalingrado 86.

29 ottobre 2007 - Roberto Gazzotti
Sono allineati lungo via Stalingrado: quattro blindati della polizia e
quattro blindati dei carabinieri, in più le auto civetta degli agenti
della Digos.
Hanno trasportato gli uomini in divisa e non che questa mattina presto
hanno fatto irruzione nell'ex asilo della Manifattura Tabacchi,
occupato tre giorni fa dal Collettivo Open the space. Gli occupanti sono
al lavoro per ricaricare sui camion e i furgoni i materiali che avevano
portato nello spazio (abbandonato da più dieci anni) appena lo scorso
venerdì. Giovani muratori rumeni iniziano ad alzare muri alle entrate di
accesso all'immobile.
A controllare le operazioni, oltre agli uomini della truppa, vigilano il
capo e il vice capo della Digos, un capitano dei carabinieri e tanti
agenti in borghese,
"Uno sgombero in grande stile", si lascia scappare ironicamente Rosario
Picciolo, l'ex portavoce del Livello 57, che è stato svegliato assieme
ad una decina di suoi compagni, dopo aver passato la notte dentro l'ex
asilo.
A chiedere l'intervento della forza pubblica è stata Fintecnica, la
finanziaria che fa capo all'Agenzia del Demanio e al Ministero delle
Finanze, che gestisce la vendita di immobili statali inutilizzati e i
percorsi di "cartolarizzazione" del patrimonio pubblico.
L'ex asilo era rimasto abbandonato da più di dieci anni, è facile
prevedere che ne passeranno altrettanti prima che qualcuno abbatterà
quei muri e riproporrà a questa città il problema, annoso, degli spazi
di aggregazione.
Uno degli occupanti, un ragazzo marocchino, è stato fermato perché privo
del permesso di soggiorno; adesso si trova in una caserma dei
carabinieri per le operazioni di fotosegnalamento. L'avvocato Elia De
Caro sta seguendo il caso. Per tutti gli altri ragazzi che erano
presenti al momento dell'irruzione degli uomini in divisa è scattata,
per ora, solo la identificazione.
E, intanto, il sindaco Cofferati gongolerà per l'immagine che sta dando
alla città di Bologna: quella di capitale degli sgomberi.
Infatti, mentre è in corso l'intervento di polizia in via Stalingrado,
arriva la voce che è in corso un altro sgombero; questa volta ad essere
colpiti (ancora!?) sono gli accampamenti dei rumeni che si sono
riformati sul Lungoreno.
Ma che bella città!!!

BAZ
Bologna - Una giornata all'insegna degli sgomberi quella di oggi: sono
infatti 11 le case occupate che tra via Libia, via Scipione dal Ferro,
via Ristori e via Calderini sono state "riprese" dall'amministrazione
comunale, che dopo averle lasciate sfitte per anni ne è oggi "rientrata
in possesso", privando circa 30 persone del diritto all'abitare e
distruggendo infissi, sanitari, impianti.
L'amministrazione Cofferati segna un'altro tassello, dopo gli sgomberi
nei giorni scorsi di altre situazioni abitative e di uno spazio sociale,
della sua politica cittadina fondata sulla negazione delle
contraddizioni che emergono dal tessuto sociale. Proprio il corpo della
polizia municipale ha infatti avviato le procedure di sgombero,
coadiuvato da un ingente dispiegamento di carabinieri, polizia e guardia
di finanza che alle 7 circa di questa mattina hanno fatto irruzione
negli appartamenti, allontanandone gli abitanti.
Due presidi di solidarietà, animati da diverse decine di attivisti dei
collettivi di occupanti di case M.A.O. e Passepartout, si sono formati
sotto le case sgomberate raccogliendo il sostegno e la partecipazione
anche di alcuni abitanti delle palazzine vicine. I presidi, sotto
un'acqua scrosciante, si sono protratti fino a poco dopo mezzogiorno
per poi fondersi all'altezza di via San Donato e dare vita a blocchi
stradali intineranti che, dai quartieri San Vitale e San Donato, si sono
spostati verso il centro autodifendendosi. Blocchi del traffico e della
circolazione con interventi dal megafono e cassonetti rovesciati in
mezzo alla strada hanno permesso al centinaio di attivisti radunatisi di
creare momenti di comunicazione con la città e di tenere a distanza le
forze dell'ordine intervenute di lì a pochi minuti per disperdere i
manifestanti. Tentativo protrattosi fino all'altezza di Piazza Puntoni
con la volontà di caricare i manifestanti, ma conclusosi con un nulla di
fatto vista la capacità di questi ultimi di ricompattarsi fino a
raggiungere il cuore della zona universitaria per poi sciogliere il
corteo.
"Rivendichiamo il diritto all'abitare dignitosamente per tutti e
tutte" dice dal megafono un attivista "Gli sgomberi di oggi sono il
segno di come Cofferati non sappia dare soluzioni ai problemi di chi
vive questa città. Contro la precarietà abitativa che sempre più persone
a Bologna vivono, mettiamo in atto queste forme di resistenza e
comunicazione. Chi ha in mente di affrontare tutte le contraddizioni
sociali di questa città solo con repressione e manganelli ora sa che
c'è una parte della città che è viva e che lotta per soddisfare i
propri bisogni e desideri, a partire da quello della casa. La giornata
di mobilitazione continua: oggi saremo in via di Castiglione
all'assemblea pubblica che si svolgerà presso la Sala Absidale per
contestare pubblicamente la presenza dell'assessore alla casa Merola e
del sindaco Cofferati, responsabili di queste politiche."
E sono stati circa duecento gli attivisti che nel pomeriggio, dalle 17,
si sono radunati in piazza Santo Stefano per raggiungere l'assemblea
pubblica che avrebbe dovuto vedere la presenza dei due personaggi
dell'amministrazione. Oltre ai collettivi di occupanti di case sono
presenti delegazioni del Laboratorio Crash!, del Collettivo
Universitario Autonomo, dell'Aula C Autogestita di Scienze Politiche e
di altre realtà cittadine. "Siamo qui in solidarietà con quanti oggi
hanno dovuto subire l'ennesimo atto repressivo dell'amministrazione
Cofferati" dichiara un'attivista di Crash! "Cofferati, che da un lato
mostra alla sua ex-maggioranza l'affabilità del dialogante, si dimostra
per l'ennesima volta incapace di dare sbocchi alle problematicità che
sorgono dal territorio che non siano quelli della negazione e
dell'esclusione sociale. Gli interessi di questo Sceriffo non guardano
certo alla vivibilità della città ed ai bisogni insoddisfatti. Nel
giorno in cui in parlamento viene bocciata la proposta di proroga degli
sfratti, e nonostante sia stata sancita dalla Cassazione la legittimità
dell'occupazione in questi casi, a Bologna si buttano per la strada
altre trenta persone, si ricaccia nella precarietà abitativa chi aveva
risolto un proprio bisogno, si va ad alimentare il circolo vizioso di
chi, sgomberato o sfrattato, non ha altra alternativa che rioccupare. Se
in massa siamo "illegali", questa amministrazione è illegitttima, è
ora che Cofferati se ne vada."
Dopo circa mezz'ora i manifestanti si sono diretti in corteo verso la
sala. "Stop Sgomberi - Stop Sfratti - La casa è un diritto l'affitto
una rapina" recita lo striscione del Movimento Autorganizzato
Occupanti. Dopo aver imboccato via Cartolerie il corteo si è però
trovato la strada sbarrata da un alto numero di agenti di polizia che,
schierati in assetto antisommossa, hanno circondato la testa del corteo,
per poi sopraggiungere anche dalla coda. Da parte delle forze
dell'ordine è stato impedito a tutti coloro che componevano il corteo
anche solo di raggiungere la sala per presenziare all'assemblea
pubblica, cui hanno partecipato meno di 30 persone.
Il corteo è quindi dovuto tornare indietro per poi diramarsi per le vie
del centro cittadino fino a raggiungere Piazza Verdi e dar vita ad un
nuovo momento di comunicazione con la città, fino alle 19:30 circa.