[cm-Roma] RE: Proposta-invito a Roma per la Rete per la decr…

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Author: carlo giuseppe diana
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To: Marco.Debernardo, cm-roma, ciclofficina, matteo.podrecca
Subject: [cm-Roma] RE: Proposta-invito a Roma per la Rete per la decrescita



solo una critica: punti importanti della analisi teorica poggiano sul concetto di decentramento (soprattutto culturale) ma le iniziative sono organizzate a Roma. Certo la acpitale è anche un punto geograficamente mediano, più o meno equidistante dalle altre città. Ma proprio per sfilarsi dalla cultura del "centro" si potrebbero individuare luoghi periferici vicino Roma, dove sarebbe anche più bello e conviviale incontrarsi, magari vicino al mare e lontano dallo sconquasso cittadino, a parte l'esigenza della iniziativa "critical mass" che esige la presenza fisica nel cuore delle grandi città.

saluti

Carlo




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A: <decrescita@???>
Ogg: [decrescita] Proposta-invito a Roma per la Rete per la decrescita



Ciao, avevo partecipato con entusiasmo all’incontro di Firenze della rete (nell’ambito di terramadre), la scorsa primavera.
Attualmente sono più impegnato sulle cose locali, e non potrò venire a Bologna sabato.
Vi giro però questa proposta (disponibile su richiesta in file word, che forse non arriva in lista)
che mi sembra importante: nasce nell’ambito della “decrescita romana”, ed è rivolta espressamente alla rete per la decrescita
A presto
Marco

TUTTI A ROMA A FINE MAGGIO: TERRA E LIBERTA’

ROMA PEDALA
Come altrove in Italia, a Roma e nel Lazio stanno crescendo la partecipazione e la connessione attorno alle tematiche ecologiste (e i partecipanti al CIR sono una parte attiva di questo percorso). Da più parti ci si accorge che collegare le lotte e iniziative che mettono in discussione la natura e la direzione di questo modello di sviluppo costituisce un salto di qualità dei movimenti, anche rispetto al movimento “noglobal” dei primi anni del nuovo secolo. Partecipazione e radicalità si coniugano a livelli nuovi: non si pensa più solo a una diversa ripartizione delle ricchezze all’interno di questo modello di sviluppo, come ha fatto la sinistra nel Novecento, ma si mettono in discussione i limiti stessi del modello, le sue finalità e le sue basi; e questo avviene con il coinvolgimento di intere comunità, non più disposte subire uno "sviluppo" che non condividono.
Adesso siamo arrivati a una proposta di mobilitazione e di incontro nazionale per fine maggio, in concomitanza con la Ciemmona 07, detta anche quarta Critical Mass (CM) intergalattica, o assembramento casuale di masse critiche da ogni dove.

ROMA RESPIRA
Critical Mass (massa critica) è un’iniziativa-evento-azione diretta che in pochi anni si è diffusa in moltissime città del mondo, spontaneamente e orizzontalmente: una volta al mese, o una volta all’anno, nel caso della Ciemmona (probabilmente da Piazza del Popolo, sabato 26 maggio alle 17), decine o centinaia e migliaia di persone in bici, di tutti i tipi e le età, si riprendono le strade normalmente dominate dalla follia automobilistica, e le trasformano in posti più belli, umani e respirabili. Dicono noi non blocchiamo il traffico, noi siamo il traffico: per il modo creativo, giocoso, non autoritario con cui solleva la questione dell’assurdità di questo modello di sviluppo, e si propone, per quanto riguarda i problemi della (sempre più scarsa) mobilità urbana, come un pezzo della soluzione, Critical Mass è fra le cose più belle che conosco (insieme agli incontri del CIR, ai mercati terra/Terra, alla Rivoluzione Spagnola del 1936, ai festival “Amore, arte e rivoluzione” dell’Aquila, alla rivista ApArte, ai monologhi di Bergonzoni, alle strisce di Berkeley Breathed, alla Banda Osiris, alla Fabbrica di Polli su Radio3, a certe poesie contemporanee come “Ulisse” di Soyinka e “Mappa del Nuovo Mondo” di Walcott, ai primi sei dischi dei Talking Heads, a “Dolce Nera” di De Andrè, alla Baia di Jeranto, all’Orlando Furioso e a due o tre altre cose, ma non divaghiamo…).

ROMA CONNETTE
Negli ultimi mesi, alcuni fra i partecipanti a CM (in particolare quelli della Ciclofficina Popolare Don Chisciotte, una di quelle in cui si riparano e si recuperano le bici secondo principi di autogestione e di riciclaggio) sono stati anch’essi parte della rete ecologista che si sta costruendo (partecipando per esempio all’ultima fiera terra/Terra). Adesso propongono che la prossima Ciemmona, a Roma dal 25 al 27 maggio, e il Bike Forum, il forum internazionale delle ciclofficine che si terrà al c.s.o.a. ex Snia Viscosa dal 23 al 25, diventino, sulla base di contenuti comuni, appuntamenti dell’intero movimento.

DAL 23 AL 27 MAGGIO, E OLTRE
I movimenti locali contro le grandi opere, le centrali, gli inceneritori, le basi militari, le autostrade… (Valsusa, Vicenza, Venezia, Livorno, Civitavecchia, Malagrotta, Aprilia, Reggio-Messina, ma l’elenco sarebbe lungo…), collegati in parte dal Patto Nazionale di Mutuo Appoggio, i movimenti per l’acqua, per la terra e l’agricoltura, per i parchi, le associazioni ambientaliste e di solidarietà internazionale, i comitati di quartiere, i centri sociali, le associazioni dei pendolari, gli studenti, i sindacati, i gruppi che lavorano sull’altraeconomia, il riciclaggio, le energie rinnovabili, la comunicazione, le arti e le culture, potrebbero promuovere proprie azioni e iniziative (presidi informativi in vari punti della città, mercati, cortei, ma sono solo esempi), e un’assemblea-convegno-festival comune che costituisca un’ulteriore tappa di crescita di questo movimento, dopo quello di Venaus dello scorso dicembre (in cui è stata varata fra l’altro una mailing list nazionale), e quello previsto in Veneto per il 28 e 29 aprile. I giorni “centrali” saranno venerdì 25 e sabato 26, ma si potranno programmare eventi anche prima e dopo. “La Terra ci è stata data in prestito dai nostri figli”: questo potrebbe essere per esempio un titolo unificante dell’iniziativa.

OGNI LUNA PIENA
Per promuovere e cominciare a preparare questo programma, a Roma ci incontreremo regolarmente in ogni giorno di luna piena, in occasione delle Feste della Terra: si tratta di un appuntamento appena nato, pensato proprio per allargare le connessioni e la partecipazione attorno alla rete ecologista, attraverso la continuità (proprio come per le critical mass, e i rainbow gatherings) e la duttilità: si possono promuovere azioni, incontri e feste in qualsiasi luogo, aumentandone la diffusione e il collegamento gradualmente.
Se quello che facciamo non serve solo a rappresentare noi stessi, ma a cambiare direzione al mondo (a partire dai luoghi in cui viviamo, lavoriamo, studiamo…), non ci basterà passare da un’iniziativa a un’altra e da un tema a un altro, inseguendo in modo inconcludente i ritmi dei mass-media, dei vertici statali, della metropoli: al contrario, continueremo a far crescere la partecipazione e le connessioni, di luna in luna, secondo tempi nostri, a cominciare da subito dopo la Ciemmona. Giugno avrà due lune: a quella di venerdì 1 potremmo festeggiare l’iniziativa appena conclusa, mentre per quella di sabato 30 si potrebbe pensare a una Festa della Terra e del Mare sulla spiaggia, per lanciare, prima delle vacanze, i nostri programmi futuri. Per la luna di settembre a Roma pare intenda aderire anche il Comune, organizzando una sua iniziativa chiamata “Notte bianca”; per quanto ci riguarda, si sta già pensando a un “circuito” di eventi ecologisti in un quartiere o in più punti della città. Sarebbe bello apprendere che anche altrove qualcuno ha iniziato ad attivarsi per le prossime lune piene.

OGNI LUNA NUOVA?
Resta una questione importante: l’iniziativa di fine maggio, così come le Feste della Terra, si rivolge a uno spettro molto ampio e variegato di realtà, di culture e di idee. Questa ampiezza e diversità è un valore, perché il primo obiettivo da raggiungere è quello di portare la questione ambientale al centro dell’attenzione pubblica, non più soltanto come argomento di allarme che periodicamente arriva in prima pagina in un vuoto di passività e rassegnazione, o magari di attesa illusoria di iniziative da parte dei vertici del potere, ma finalmente come terreno di partecipazione diffusa e diretta, moltiplicando il “modello Val di Susa” anche in situazioni molto diverse, come le città. La diversità inoltre è un valore di per sé, perché il dialogo e la contaminazione reciproca sono processi fertili e fanno emergere il meglio di ciascuno.

Però è altrettanto importante incontrarsi e offrire un contributo, anche a partire da un livello di affinità maggiore, sulla base di alcune idee comuni. Faccio un primo personale tentativo di riassumerle in tre punti:
1) Alla questione ecologica non si può rispondere aggiungendo elementi di sostenibilità ambientale al vecchio modello suicida della crescita quantitativa illimitata: sarebbe come aggiungere un airbag più moderno a un’automobile diretta verso un burrone. Quello che serve, invece, è cambiare direzione, verso un equilibrio durevole fra la specie umana e il Pianeta.
2) Il potere economico e quello politico fondano i propri interessi proprio sul modello della crescita quantitativa. Anche per questo, la “conversione ambientalista” di settori sempre più ampi del potere è un segno, in extremis, di un minimo di sanità mentale, e, pure se nasce da motivi opportunistici, non è negativa in sé, ma non deve illuderci: un radicale cambiamento di direzione non dipende dall’iniziativa del potere, ma dalla partecipazione diretta e dalla riappropriazione del rapporto con il territorio da parte delle comunità.
3) Valorizzare i processi di autogestione della vita e dei luoghi significa anche sottrarci alle logiche stato-centriche che, anche nei movimenti di opposizione, vedono sempre al centro i palazzi del potere; alle logiche politiciste dei governi amici/nemici, in cui tendono ultimamente a impantanarsi il movimento pacifista o quello sindacale.

Un incontro, nell’ambito nel programma romano di fine maggio, e magari delle iniziative “nostre” (un’idea fra tante: una esposizione di libri, riviste e materiale, con uno o più incontri a tema), per costruire una federazione-laboratorio di collegamento-proposta-iniziativa-ricerca dell’ecologismo radicale e libertario (nome provvisorio “Terra e libertà”), per confrontarci su temi come l’unione di città e campagna, di pratiche e teorie, di terra e libertà: questa è una proposta specifica da rivolgere a realtà come il CIR, la rete per la decrescita, il connettivo terra/Terra, la rete bioregionale, e a quanti saranno interessati nell’ambito di critical mass, del movimento ecologista nel suo complesso, dei centri sociali, del movimento anarchico e libertario e della sinistra radicale (comprese le loro pubblicazioni, centri studi e case editrici), della cultura femminista, di quella nonviolenta e altermondialista, delle comunità immigrate e del mediattivismo, del sindacalismo alternativo e del precariato metropolitano.
Anche per questo ambito radicale-autogestionario, a Roma ci sono già stati alcuni incontri, e stiamo pensando a una periodicità regolare (ogni luna nuova?). Per questa proposta, come per l’iniziativa generale attorno alla Ciemmona, l’invito è a far pervenire commenti, proposte, adesioni, e a iniziare a lavorarci in rete nazionale. I riferimenti, anche per ricevere i testi aggiornati di programmi e appelli, sono per il momento quelli delle diverse realtà locali coinvolte nei diversi progetti:

www.criticalmass.it, cm-roma@??? (CM Italia, mailing list di Critical Mass Roma)
www.romebikeforum.org, ciclofficina@??? (Bike Forum)
reteambientale@??? (mailing list della Rete ambientale del Lazio)
matteo.podrecca@??? (per “Terra e libertà”)

Matteo Podrecca, Roma

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