Ecco, come anticipato, il report del Tavolo di Incontrotempo.
info@???
------------------------------------
Tavolo Lavoratori e lavoratrici informatici&che uniamoci!
Organizzato da: BugsLab.net - Roma
Premessa
Il Tavolo ha scelto di focalizzare l'attenzione sui lavoratori e sulle
lavoratrici informatiche per circoscrivere il campo ed abbassare il
livello di complessita' della trattazione, altrimenti ingestibile. Non
intendiamo fare l'errore di considerare gli informatici speciali
rispetto ad altri lavoratori. La scomparsa dei diritti riguarda tutti
i settori. Le attuali strategie dei sindacati sono inadeguate non solo
nel nostro settore, ma in generale. Certo e' che l'informatica ha
prodotto cambiamenti enormi nella societa', che invadono tutti i
settori produttivi e anche le relazioni sociali. Tali cambiamenti
hanno messo in moto una vera e propria rivoluzione, alla quale grosse
fette di sistema nel suo complesso e i sindacati in particolare si
sono fatti trovare impreparati. Questo e' vero anche per il marketing,
che ha introdotto cambiamenti enormi, forse anche maggiori
dell'informatica. Il punto e' che e' cambiato radicalmente il modo di
produzione, non si tratta semplicemente di settori nuovi. Il lavoro e
le lotte ad esso relazionate vanno ripensati. La tipologia di lavoro
che si e' venuta a creare fa si' che non esista piu' un sentimento
generale di classe sociale, bensi' una guerra tra poveri, in cui ognuno
rimane a galla come puo' e chi e' piu' scaltro si fa largo con modalita'
individualiste da _squalo_.
Far West
Il mondo del lavoro dell'Informatica e' un vero e proprio Far west. Le
condizioni di lavoro non sono uniformi, ne' lo sono i compensi o i
benefici sociali. Non esiste una categoria professionale, non ci sono
tariffe chiare per i prodotti e i servizi, ne' e' chiaro quali siano e
come debbano essere reclamati i nuovi diritti dei lavoratori e delle
lavoratrici di questo campo. I seguenti sono alcuni esempi:
- diritto alla sperimentazione
- diritto alla formazione e all'autoformazione
- diritto ad essere voce in capitolo nell'intero arco produttivo
- diritto di fare obiezione all'abbassamento della qualita' del lavoro
e del prodotto
- diritto ad autogestire il tempo.
I sindacati non rappresentano affatto i lavoratori e sono addirittura
incapaci di capire in cosa consistano i loro disagi. Le lotte che
vengono messe in campo sono le vertenze classiche, che servono a poco
o nulla e non soddisfano i lavoratori e le lavoratrici. Il punto
centrale da comprendere e' che non e' il contratto che ti precarizza,
sono le pratiche lavorative. Subiamo una _atomizzazione del lavoro_,
che ci rende piccole unita' produttive, un po' padroni un po'
dipendenti, mezzi di produzione allo stato puro.
Individualismo
In questa situazione, e' facile scivolare nell'individualismo piu'
totale, sia dalla parte del padrone che da quella del lavoratore. Il
ruolo del padrone viene indubbiamente rafforzato dalla mancanza di una
coscienza, e questo rappresenta un punto debole anche in altri
settori. Il padrone ha mano libera nell'usare mezzi del tutto nuovi
per moltiplicare lo sfruttamento a suo vantaggio. D'altra parte, il
lavoratore capisce, prima o poi, che puo' guadagnare di piu'. La
moltiplicazione dell'efficienza produttiva che l'informatica introduce
in tutti i settori genera una sorta di _corsa all'oro_ da parte di chi
e' depositario dei saperi necessari per realizzarla. L'individualismo
del lavoratore assume percio' la connotazione dello _squalismo_. Di
fronte a questo scenario, ci rivolgiamo al sistema affinche' introduca
i cambiamenti necessari per arginare queste forme di individualismo,
oppure proviamo a ragionare su forme autogestite di lavoro che partano
da principi chiari e tentino di cambiare dal basso lo stato di cose?
Invidualismo organizzato
Volendo percorrere la seconda strada, ci si trova inevitabilmente di
fronte ad un nuovo individualismo, questa volta pero' di tipo
organizzato. Esso puo' essere un punto di partenza per _fare gruppo_ e
ragionare su come improntare le nuove rivendicazioni dei lavoratori e
delle lavoratrici e i nuovi diritti, muovendosi in un contesto di
emancipazione e, dunque, in un contesto privilegiato. In seguito,
questo esempio puo' servire anche ad altri settori. Per cui e'
importante capire fin da subito come si puo' essere trasversali negli
obiettivi e nell'azione e fare, di conseguenza, scelte coerenti. Le
realta' lavorative autogestite (cooperative, associazioni o
quant'altro) costituiscono un ambito particolare che chiamiamo _Ambito
dei mondi paralleli_. Si e' detto che l'informatica cambia il mondo. In
effetti, creare queste isole felici risulta piu' facile grazie
all'informatica. L'informatica e' potente e puo' creare qualcosa di
completamente nuovo e rivoluzionario. Ma la sua potenza significa
anche rischio di creare ingiustizie piu' forti e derive di esclusione e
sfruttamento, per cui e' importante muoversi con i piedi di piombo. In
tutto questo, non si deve dimenticare la dimensione del conflitto:
come facciamo a rendere il conflitto efficace? Occorre innanzi tutto
un meccanismo di autoriconoscimento. L'informatica ha un valore
aggiunto enorme. La via di fuga individualista, ovvero _fare un sacco
di soldi_, potrebbe essere considerata un meccanismo di autodifesa, ma
se non organizzata sarebbe incapace di generare forme di conflitto
associato. Organizzare l'individualismo in gruppi dove si _passano le
svolte_ e si danno opportunita' lavorative improntate su certi
principi, obiettivi e modalita', puo' essere una soluzione? Occorre
darsi degli obiettivi per il conflitto, tramite la costruzione di un
meccanismo sottile, senza dimenticare che potrebbe servire anche ad
altre categorie lavorative.
Identita'
Perche' i lavoratori e le lavoratrici informatiche non riescono a fare
gruppo? E' forse la mancanza di un contratto di lavoro nazionale a
fare la differenza? La risposta non sembra essere questa, anche perche'
ci sono altre categorie che hanno questo problema e non soffrono della
medesima endemica incapacita' di raccogliersi intorno ad obiettivi e
strategie comuni. Occorre creare una nuova comunita'. Stare insieme
deve essere economicamente vantaggioso rispetto allo _squalismo_, ma non
solo nel senso dei soldi. Economia va intesa come massimizzazione
della propria soddisfazione in generale, per cui i parametri
strettamente finanziari non rappresentano che una piccola parte di
tutta la sfera della soddisfazione di una persona. L'identita' si fa
con l'autoriconoscimento e la condivisione di obiettivi. Spesso nei
luoghi di lavoro c'e' una regola non scritta in base alla quale non si
parla di politica (o di religione) tra colleghi. Questo non aiuta di
certo a riconoscersi, a condividere obiettivi. Se aggiungiamo che
spesso si e' soggetti a discontinuita' dei luoghi di produzione (si
lavora in luoghi diversi, isolati dai colleghi) la difficolta' di
autoriconoscimento aumenta. Deve essere promossa e diffusa
l'attitudine a cospirare, ad essere complice. La maggior parte della
gente non parla, ne' conosce o ha voglia di conoscere queste tematiche.
Siamo noi che siamo qui che le portiamo avanti! Dunque il processo
deve partire da noi.
Strumenti
Creare una rete usando le reti informatiche. Rivolgersi alle realta'
esistenti che hanno determinati principi e provare a confrontare le
esperienze per ritrovarsi su punti comuni. Gli stessi strumenti
possono essere usati anche in negativo: ad esempio, un blog per
sputtanare le aziende che hanno pratiche che non accettiamo (ad
esempio, romaprecaria.org). La forma societaria non e' di per se' una
garanzia di eticita': ci sono cooperative che sfruttano e frodano ed
s.r.l. che rispettano il lavoratore e hanno pratiche etiche. Gli
strumenti stanno in realta' emergendo gia'. Si pensi a fenomeni come i
Blog e le community (ad esempio, Mille euro al mese). Ci sono spazi
pubblici in cui il lavoratore non si sente fregato. E ci sono isole
felici (associazioni, cooperative, aziende) che vanno esplorate. Come
unire i primi alle seconde? La risposta e': il Software Libero. Questo
e' il dato etico piu' rilevante. Ed esperienze come il Tavolo
dell'Altra Economia?
http://www.altraeconomiaroma.org/
Non c'e' un'idea comune su cosa sia l'Altra Economia. I discorsi che
stiamo facendo oggi la toccano per non piu' del 10 per cento. Inoltre essa
introduce il rischio di assimilazione, il rischio di cadere nel
clientelismo, nonche' di replicare precariato. Perche' nell'Altra
Economia non si parla mai di precariato?
Risposta alla precarieta' o scelta di vita?
Storicamente, al nascere di un nuovo settore, il sindacato si e' mosso
con la richiesta di salute e sicurezza. Ultimamente si e' rotto questo
processo. L'ipotesi di auto-imprenditorialita' che qui avanziamo
significa autogestione del lavoro o auto-organizzazione della
socialita'? Entrambe! Creare gruppi organizzati e' una risposta al
precariato o una scelta di vita? Entrambe! Cambiamo la definizione di
precarieta'. Per farlo proviamo a partire dal basso, evitando gli
errori delle cooperative sociali anni '80, che non hanno fatto altro
che replicare meccanismi di precarizzazione e di sfruttamento del
lavoro. Se qualcosa si creera' a partire da questi ragionamenti, si
deve evitare che finisca nella lista nera di Incontrotempo fra qualche
anno!
Prossimi passi: NetCharta
Identità -> Scelte collettive -> Azione
Partire da identita'.
Lancio di un nuovo incontro e/o percorso.