[Hackmeeting] l'hackmeeting come volontà ed espressione

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Autore: lucha
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To: Hackmeeting
Oggetto: [Hackmeeting] l'hackmeeting come volontà ed espressione
queste sono riflessioni/ricordi dell'hackit dell'immacolato bimbo di
mantova, che se vi annoieranno se non altro hanno un bel titolo.

== INIZIO ==
L'anno scorso ero passato giù a Napoli venerdì e sabato. Sono rimasto
all'hackit solo poche ore, fondamentalmente ero molto spaesato, credo
che in pochissimi si ricordino di me nel 2005. Quello che ricordo che il
posto mi sembrava molto bello, ma che anche non ebbi il coraggio di
farmi avanti e "fare" qualcosa: di hackit05 posso dire di essere stato
uno spettatore, passivo se volete. Il manifesto (flame retroattivo: a
me piaceva il simbolo) da allora ricopre la porta della mia camera.

Poi ho iniziato a seguire la lista. Assiduamente. Non è facile, sapete,
anche quando non ci sono flames. Scrivevo pochi messaggi, per lo più
deliri sui Mars impanati e fritti ed il comune di Muori.

Maggio 2006. Organizzazione in alto mare. Nessuno sapeva (almeno dalla
lista così sembrava) cosa fare, dove farlo, perché farlo. A quel punto
credo si sia mosso qualcosa, ho pensato che quello che avevo visto
l'anno scorso era qualcosa di bello (è un aggettivo che ho scelto con
cura), che non sapevo se la comunità fosse morta o meno, mi sono solo
chiesto: cosa posso fare _io_ piccolo sfigato che _non_ faccio parte
della comunità di hackit? perché all'epoca non ne facevo parte, è
indubbio. Mi sono sentito forse un po' in colpa, non so se capite.
Comunque ho lasciato un messaggio sul Bar di Wikipedia (dove lavoro
ogni tanto): magari -pensavo- un bel talk su itwiki, un seminario
semplice ma certo, qualcuno che si prende un impegno -"veniamo"- quando
sembrava che nessuno avesse nulla di cui parlare, magari aiuta. un po'.
non ha aiutato per un cazzo, ne sono cosciente. la distanza della
comunità di itwiki da questa è enorme...

La scelta di Parma mi ha esaltato molto. Mi piaceva l'idea, mi piaceva
quel che stava succedendo. Mi sono organizzato un po' per venire con la
ie/elena bionda. E' molto più facile scaricare la tensione quando si è
in due. Intanto avevo sentito dw e lesion per il giochino per
cellulare, il primo inizio di una relazione personale e non collettiva.
Siamo partiti, un po' ad occhi chiusi.

== SVOLGIMENTO ==
I primi 4 giorni sono stati stupendi. Si era un po' in pochini (almeno
rispetto al seguito) ed ho potuto conoscervi un po' uno per uno, e dalla
rete di relazioni bilaterali ha iniziato a formarsi il mio rapporto con
la comunità.

Oltre a raccontarci cazzate, si è lavorato. Ancora oggi sono sorpreso
da come si è riusciti a trasformare quel posto in pochi giorni.
Arrivato lì, mi ha un po' preso il complesso del niubbo: io NON so come
mettere su un impianto elettrino, NON so come si collegano i tombini a
12 atmosfere, NON so come si mette su una rete e NON so come ci si
comporta in caso di sgombero. Io il complesso del niubbo l'ho risolto
con un po' di organizzazione del lavoro: ho rimosso kili di polvere, ho
cucinato, e poi, quando si è detto "andiamo a stendere la rete", ho
deciso: morte per fulminazione o allagamento non si rischia, io vado a
provare. Ho imparato a crimpare gli RJ-45, BAr-Ar-BV-Bl-BBl-V-BM-M :P.
Alla fine sono convinto di aver modificato (o "hackerato") il posto
quanto bastava perché lo sentissi un po' mio, perché mi sentissi
partecipante attivo all'hackit. E fare una parte del lavoro, quella che
sapevo avrei saputo fare, e fidarmi degli altri che facevano quello che
loro sapevano fare, crea un po' il senso di comunità. Altro che glider,
il simbolo dell'hacker dovrebbe essere il mocho.

In lista si parlava dei primi 4 giorni come se fossero il lavoro duro
ma che qualcuno deve pur fare, ricordo commenti come "se serve vengo,
se no ho di meglio da fare", cose così. Mah. Per me la sistemazione del
luogo è stata una esperienza forse un po' diversa dal resto dell'hackit
ma ugualmente bellissima, che andrebbe incentivata di più. L'essere in
pochi ti costringe a dover fare qualcosa in prima persona, e non a
potersi nascondere nella folla in un lan space, passare lì 2 giornate e
tornartene a casa senza portar via nulla. Niente di male se a qualcuno
piace così, io ho vissuto le due modalità di fruizione :) e decisamente
mi sono divertito di più quest'anno.

Al venerdì è arrivata l'orda, e sì, c'era tanta gente che non aveva
capito come funziona l'autogestione, e c'era anche tanta gente che non
sapeva che c'era ancora bisogno di dare una mano. Io ho percepito un
clima rilassato, tranquillo, l'essere in un luogo in cui non si viene
repressi, e ci si può esprimere come meglio si crede. Si, la TAZ ha
funzionato, e la frase "come nerd mi sono sentito rispettato" è
verissima. Ma anche verso i bonci tutto sommato non ci sono state
grandi coazioni :P.

== FINE ==
Ora, io non credo possibile ricreare un clima del genere all'infuori di
una TAZ, di uno spazio occupato/liberato e autogestito, di un centro
sociale, se vogliamo dargli il nome che storicamente ha assunto in
italia.

Semplicemente non si può far nascere quel clima di condivisione in un
ambiente con una polizia ed un regolamento. E senza quel clima di
condivisione è difficile relazionarsi orizzontalmente, scambiarsi
conoscenze e hackerare. Hacking è politico come causa e come fine,
usando (credo che sia ovvio per tutti, ma via, siamo verbosi!)
"politico" in senso lato, non legato alla rappresentanza parlamentare e
istituzionale. La politica non è un voto, è anzi un azione, e
l'attitudine di cui si parla al manifesto non è altro che una scelta di
quali azioni compiere e come compierle. E' una scelta politica. E non
venitemi a rompere con le stronzate che la destra e la sinistra hanno
perso di significato, che l'hacking non ha schieramento, e che ci
possono essere hacker democristiani. Sono stronzate, non è vero,
sucate. :) O almeno, sono stronzate secondo la *nostra* definizione di
hacker.

== RIFLESSIONE 2 LA VENDETTA ==
che fare? dico, che fare adesso che il raduno è finito, che siamo tutti
esaltati, tutti spompinati (con qualche eccezzione di leccatine), tutti
amici fratelli compagni uniti dal sesso orale? Non lo so, altrimenti mi
sarei fatto spompinare di più :p

Il mio consenso a palme larghe va a quel filone di pensieri che
riassumerei con una frase di lesion: "l'hackmeeting E' UNA COMUNITA',
siamo noi, _NON_ e' una tre giorni". Tempo fa si parlava di creare un
canale di comunicazione continuo, durante tutto l'anno. Evitare che
adesso la gente si disperda e si raduni di nuovo a maggio 07 per
costruire un altro raduno. Che è fighissimo, ma si può andare oltre.

Positiva la cosa del sito, magari trasformarlo da un contenitore di
informazioni pratiche su dov'è cos'è cosa si fa all'hackmeeting ad una
"interfaccia con l'esterno" della comunità hackmeeting. Che tanto la
lista è illeggibile ai profani :).

Altre idee che erano venute fuori: seguire meglio e collettivamente i
vari progetti che sono usciti da hackit. Non voglio che hackit diventi
un marchio ("gli hacker italiani vi consigliano Soma per le vostre
radio pirata. Qualità costante nel tempo."), però avere un modo per
tracciare le relazioni tra i vari progetti è importante.

Dal momento che è 12 ore che scrivo questa email, la chiudo qui :p
riservandomi il diritto di espandere le riflessioni sul futuro del
mondo in seguito.

siete tutti bellissimi :)

lucha

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"E se mi prendono?"
"Ti hanno già preso, coglione.
E se ti liberi?"