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L´AGGUATO DI GERUSALEMME
L´ultimo applauso per Angelo "Ma quella terra è maledetta"
Ora per lui la marcia della pace e un libro-ricordo

Ai funerali del pacifista monsignor Capucci e tante corone israeliane
Il vescovo: "Un eroe dei più deboli, un simbolo del nuovo pacifismo"
FEDERICA ANGELI


E´ un silenzio assoluto quello rotto all´improvviso da un applauso lungo, energico, straziante. Monterotondo ha accolto così, alle 16 meno qualche minuto, in piazza del Duomo, sotto un sole inclemente, l´arrivo del feretro di Angelo, avvolto nella bandiera arcobaleno e sorretto dagli amici. In chiesa si fa fatica a respirare: la folla, fra la disperazione, l´afa e l´odore delle corone di fiori arrivate anche da Israele, è come stordita, intorpidita.
Ma quando monsignor Lino Fumagalli, vescovo della diocesi sabina, comincia a recitare la sua omelia, amici, compagni di sezione e di scuola, compaesani e conoscenti, sembrano risvegliarsi dallo strano torpore. E ascoltano, rapiti, le sue parole. «Con la morte sei diventato seme di pace, hai servito Gesù, implicitamente, nel tuo servizio generoso ai più deboli e avrai il suo abbraccio». Cerca di lenire, monsignor Fumagalli, attraverso la lettura del vangelo - il passo che parla delle beatitudini - lo strazio della famiglia del piccolo eroe della pace, emblema del nuovo pacifismo. E ricorda l´impegno di Angelo Frammartino, ringraziandolo a nome di tutti. «Il tuo esempio ci rafforzi nel nostro impegno per la pace. La pace è possibile e necessaria, diritto inalienabile di ogni popolo».
A spezzare la dolcezza dell´omelia, le parole dure e di condanna del vescovo emerito di Gerusalemme monsignor Hilarion Capucci, in rappresentanza del presidente palestinese Abu Mazen. «Dal fondo del cuore esprimo le condoglianze mie personali e di tutto il popolo palestinese che si vergogna del comportamento di questo schifoso squilibrato palestinese - grida il vescovo dall´altare - Questa terra ormai non è più santa, è una terra maledetta, dove c´è solo odio e violenza. E io mi vergogno per quello che è accaduto a un angelo, di nome e di vita». All´applauso del duomo gremito fa eco quello della piazza e della strade del paese, piene, stracolme di gente e di bandiere arcobaleno, che, grazie agli altoparlanti ha potuto ascoltare la messa per Angelo.
Con un inno alla solidarietà e la promessa di continuare il lavoro iniziato dal giovane volontario, gli undici ragazzi partiti per Israele e tornati senza l´amico pacifista, chiudono l´omelia.
Così, subito dopo i funerali, Monterotondo si è già mobilitata per continuare l´impegno iniziato dal ragazzo inspiegabilmente accoltellato alle spalle lungo le mura di Damasco. La prima iniziativa è quella di dedicare ad Angelo la marcia della pace Perugia-Assisi già prevista per il prossimo 26 agosto. C´è poi la volontà, espressa dai compagni della sezione di rifondazione comunista del paese, di raccogliere in un libro i tanti scritti, articoli, e-mail, pensieri e citazioni del ragazzo. E infine ha preso piede una raccolta di fondi per il centro «La Torre dei fenicotteri» di Gerusalemme, quello dove Angelo, insieme agli altri 11 volontari, era impegnato ad aiutare i bimbi palestinesi, nell´ambito del «progetto sviluppo promosso da Cgil e Arci». Piccoli grandi passi per consegnare il testimone dell´impegno di Angelo a quanti hanno bisogno di credere che la pace può esistere.






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