[NuovoLab] Di Pietro cancella il Terzo Valico ma la Regione …

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Autor: antonio bruno
Data:  
Para: ambiente_liguria
CC: forumambientalista, forumgenova, forumsociale-ponge
Asunto: [NuovoLab] Di Pietro cancella il Terzo Valico ma la Regione non ci sta
corriere mercantile

Di Pietro cancella il Terzo Valico ma la Regione non ci sta "Una priorita'
e' sulla Genova - Rotterdm"

Cala la scure del ministero delle infrastrtuture sul terzo valico
ferroviario dei Giovi.
Ma la regione Liguria inisite nel proporre l'opera come prioritaria,
facendo leva anche su lfatto che e' gia' stata approvata la progettazioen
definitiva della linea.
A recitare il requiem sulla Genova - Milano e' stato lunedi il ministo
delle ifnrastrtture Antonio Di Pietro al termine di un incontro sul sistema
infrastrutturale piemontese al quale ha preso parte il presidente della
Regione piemonte Mercedes Bresso.
Il terzo valico, ha detto Di Pietro, "non rientra nelle priorita' del
governo perche' non e' stato finanziato. Non c'e' un euro."
Il ministro ha poi aggiunto "E' finito il tempo delle grandi opere
disegnate sulla lavagna a "Porta a Porta"; nelgi ultimi 5 anni il Cipe ha
dato il via libera a oepre per 174 miliardi. Si trattadi opere inserite
nella legge obiettivo. I fondi a disposizione erano pari a 58 miliardi. Di
115 miliardi non c'e' traccia. E' come se fino ad oggi si fosse inaugurata
solo carta."
Di Pietro ha aggiunto che il Terzo Valico in una scala di priorita'
nazionale "e' solo terzo" e che per quanto riguarda l'attraversamento dei
Giovi si lavorera' sull'esistente. "Rfi - ha detto il ministro - ha
segnalato che ci sono tracce ferroviarie inutilizzate tra Piemonte e
Liguria e verso Nord che posono essere coperte."
Di fronte alle insistenze della Bresos sul valico, Di Pietro haconcluso
"Abbiamo analizzato le richieste del Piemonte e al termine di una
ricognizione in tutta Italia la conferenza Stato - Regioni stabilitra'
quali sono le priorita' fra le opere da realizzare.
I fondi mancano, e' chiaro che da ministro non firmero' alcuna opera per
cui non sia prevista la copertura finanziaria"
Insomma mentre le Torino - Lione cioe' il cosiddetto corridoio 5 resta tra
le priorita' del governo ("intendiamo mantenere gli impegni presi con la
Commissione europea" ha chiarito il ministro) il terzo vcalico sembra
davvero fuori gioco.
Ma l'assessore alle infrastrutture delal regioen Liguria Luigi Merlo non si
da' per vinto e aspetta al varco Di Pietro, che sara' a Genova domani,
proprio per incotnrare le istituzioni locali.
"Il fatto che non ci siano i soldi per la Genova - Milano - afferma Merlo
- lo sapevamo
Eravamo i primi a dirlo.
DAl ministro pero' ci attendevamo qualcosa di piu' concreto di quanto ha
detto.
Anche perche' il 3 valico e' uno die pochi progetti a livello nazionale
approvati in via definitiva.
E poi perche' non e' affatto in contraddizione con il miglioramento delle
tracce esistenti. Occorre tenere conto del fato che l'area retroportuale
dell'allessandrino sulla quale si sta ragionando la commissione logistica
retta da Sandro Carena preevde la movimentazione di 500.000 teu.
Il Piemonte inoltre puo' mettere a disposizione dei porti genovesi
considerando tutte le aree su cui sono stati fatti progetti, 12 milioni di
metri quadrati. Senza contare che l'attuazione dei tre piani regolatori
portuali di Genova, La Spezia, Savona prevede il raddoppio della
movimentazione di container.
Le tracce ferroviarie di cui parla Di Pietro quindi rischiano di arrivare
alla "saturazione ne lgiro di un anno".
La riflesisone di Merlo non finisce qui "Non si capisce poi perche' il
terzo valico non dovrebbe essere un'opera prioritaria rispetto all'UE,
visto che si trova sul corridoio 24 Genova - Rotterdam. E la mia
perplesita' aumenta di fronte al fatto che e' stato siglato un accordo per
la linea ad alta velocita' Roma - Bari del valore di 3,7 miliardi di euro
che non mi risulta rientri tra le lpriorita' UE. Se il governo proprio non
sa come trovare i soldi per il terzo valico puo' sempre concedere
l'autonomia finanziaria ai porti che cosi' sarebbero in grado di pagarsi da
sola l'opera. Non dimentichiamo che mentre si parla della Torino - Lione,
che non e' ancora arrivata alla progettazioen definitiva, spagnoli e
francesi stanno studiando un corridoio ferroviario alternativo che taglia
fuori i porti italiani."
Domani, dunque, conclude Merlo la Regine chiedera' a Di pietro di
considerare prioritario "sia il terzo valico che il completamento del
raddoppio della Genova - Ventimiglia".

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Gli ambietalistai

"Il ministro conferma quello che diciamo da anni"

Se la Regione Liguria alza gli scudi contro il "no" di Di Pietro al terzo
valico, gli ecologisti esultano per la presa di posizione del ministro
delle infrastrttture.
Il quale, dicendo che il terzo vlaico non e' finanziato, scrive Antonio
Bruno, del Forum Ambientalista "svela in un sol colpo quello che da almeno
dieci anni ambientalisti e comitati denunciavano e che era sotto gli occhi
di tutti, bastava solo uscire dal delirio ideologico e solipsista che ha
preso amministratori e forze politiche liguri e piemontesi.
Riguardo poi che ci sinao tracce ferroviarie inutilizate Bruno aggiunge
:"E' esattamente quello che ripetiamo da quindici anni, forse se ci
avessero ascoltato si sarebbe completata la bretella ferroviaria voltri -
principe, si sarebbe realizzato il metro' a cielo aperto a ponente, si
sarebbero ammodernate le linee tra Liguria e Val Padana, il tutto a un
costo infinitamente minore al Terzo Valico.
Bruno sottolinea, poi, come gli ambientalisti si siano "trovati di fronte
alla cocciuta insistenza di amministratori e forze politiche che hanno
riempito pagine e pagine di giornali con annunci, sempre piu' flebili, di
inizoo lavori e apertura cantieri.
Abbiano la compiacenza di ritirarsi in un (poco) dignitoso silenzio,
evitino i (molto) indecorosi strepiti, prendano in considerazione la
possiblita' di lasciare lo spazio a chi potrebbe veramente lavorare per il
bene comune e un miglioramento dei trasporti."

r.d.f.

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secolo xix

Il ministro delle Infrastrutture a Torino incontra gli amministratori sul
caso della Val di Susa
Terzo Valico, Di Pietro frena
«Non è una priorità, non ci sono soldi». Tav: riparte il confronto nostro
servizio
Torino. La Liguria e l’Olanda
sempre più lontane: il terzo valico che avrebbe dovuto facilitare il
collegamento tra il porto di Genova, il Sud del Piemonte fin su verso
Rotterdam non si farà.
Il ministro per le Infrastrutture Antonio Di Pietro lo ha detto a chiare
lettere ieri nel capoluogo piemontese: “Il terzo valico non rientra nelle
priorità del Governo perché non è stato finanziato.
Non c’è un euro. E’ finito il tempo delle grandi opere fattibili solo sulla
carta. In questi cinque anni il Cipe ha dato il via libera a lavori per 174
miliardi ma i fondi messi a disposizione erano solo 58. Di 115 miliardi ­ha
tenuto a sottolineare il ministro delle Infrastrutture non c’è traccia.
Niente soldi, niente opere”. I sogni dei liguri che volevano il valico per
sentirsi più vicini al cuore dell’Europa sono stati spazzati via in un sol
colpo. Gioiscono invece gli ambientalisti e i comitati No Tav della Liguria
che da almeno dieci anni denunciavano l’inutilità del valico.
Come segnalato dalla Rfi, la società Rete ferroviaria italiana: “Ci sono
tracce ferroviarie inutilizzate
tra Piemonte e Liguria e verso Nord che possono essere coperte”.
Per quanto riguarda l’attraversamento dei Giovi si lavorerà sull’esistente:
“Si può intervenire sulle linee esistenti per dare una risposta alla
mobilità passeggeri e merci tra Liguria e Val Padana.
– spiega Antonio Bruno del Forum verso la sinistra europea ­E’ esattamente
quello che ripetiamo da quindici anni, forse se ci avessero ascoltato si
sarebbe completata la bretella ferroviaria VoltriPrincipe, si sarebbe
realizzato il metrò a cielo aperto a ponente, si sarebbero ammodernate le
linee tra Liguria e Val Padana, il tutto a un costo infinitamente minore al
Terzo Valico”.
Ora con i soldi rimasti se va bene dell’intero progetto multimiliardario si
farà soltanto la tratta NovaraArona.
Se la Liguria dice addio al terzo valico, in Piemonte la questione della
TorinoLione ad alta Velocità ferroviaria dovrebbe essere finalmente risolta
entro il 2007 con un progetto definitivo.
Accantonata la legge obiettivo voluta dal precedente Governo che prevedeva
la realizzazione della Tav senza tenere in considerazione l’opinione dei
sindaci delle comunità montane della Val Susa, ora il progetto dell’alta
velocità in Piemonte riparte da zero e seguirà le procedure ordinarie.
Il primo passo è stato compiuto ieri negli uffici al secondo piano della
Prefettura di Torino dove si è svolta la prima conferenza dei servizi
presieduta da Gaetano Fontana, capo di gabinetto del ministero delle
Infrastrutture.
Alla riunione hanno partecipato i rappresentanti della Regione Piemonte,
della Provincia di Torino, della Ltf (LionTurin ferroviaire), i presidenti
delle comunità montane della Val Susa e i sindaci dei comuni interessati
dal progetto.
“La TorinoLione – ha spiegato Fontana ­è considerata dal nuovo Governo una
priorità per il Piemonte ed è l’unica opera che riceverà i finanziamenti”.
Non sarà facile mettere d’accordo i comitati No Tav e Palazzo Chigi ma la
volontà e l’impegno di costruire insieme la più importante opera
ferroviaria c’è da entrambe le parti.
“Ci vorrà qualche mese di tempo – ha commentato ottimista Daniele Borioli,
assessore ai Trasporti della Regione Piemonte – affinché vengano fatti
tutti gli approfondimenti necessari e si possa giungere ad una ipotesi
condivisa sull’opera. Non è vero che la procedura ordinaria allunga i tempi
perché è stata proprio la legge obiettivo a bloccare l’iter da oltre un
anno, creando i presupposti per le proteste in Val Susa. Con la nuova
procedura e stata sbloccata la paralisi”.
Una paralisi generata dai numerosi scontri della popolazione valsusina con
la polizia (la più cruenta avvenuta a Venaus a dicembre) e che portato a
compiere due trivellazioni su trenta previste dal vecchio progetto.
“L’unica strada che aveva di fronte il Governo – aggiunge il ministro Di
Pietro – era quella di pacificare il rapporto con la Val Susa.
L’alternativa era seguire la via dell’occupazione militare fino a quando
non ci sarebbe scappato il morto”.
Laura Cardacino