resoconto da lista bsf
Questa mattina, prima alla struttura di via delle Bisce (ore 6,30), poi
alla struttura di via Muggia (ore 7) parecchie decine di carabinieri in
tenuta antisommossa sono entrati nelle due sedi del Livello 57 per
eseguire un sequestro giudiziario dei due immobili.
L'operazione di polizia è ancora in corso sotto il ponte di Stalingrado. I
15 ragazzi che abitavano nella palazzina all'entrata del Livello stanno
caricando i loro effetti personali ( e devono farlo entro le 18) perché se
ne dovranno andare.
Rimarranno in mezzo alla strada.
Gli avvocati del centro sociale si sono recati dal giudice per le indagini
preliminari che ha firmato l'atto di sequestro con la lista degli abitanti
per chiedere che almeno allo stabile utilizzato come alloggio non vengano
apposti i sigilli: molte di queste persone non saprebbero dove andare.
Il provvedimento di questa mattina è il proseguimento dell'inchiesta della
Procura della Repubblica di qualche mese fa, quando il Livello 57 venne
perquisito e Maria Pia fu arrestata. Nell'atto giuidiziario viene
descritta
la storia del Livello 57 (dall'occupazione dei primi anni '90 del C.S.O.A.
Pellerossa di Piazza Verdi, all'occupazione di Via dello Scalo,
all'esperienza della Grafton 9 fino arrivare ai giorni nostri).
Si fa riferimento agli articoli 73 e 79 della famigerata legge antidroga
Fini-Giovanardi per chiedere il sequestro cautelare dei due immobili per
"impedire che prosegua l'attività criminosa" attraverso le iniziative
pubbliche che si tengono all'interno dello spazio autogestito.
Quanto sia pretestuosa questa motivazione lo possono comprendere tutti, a
partire anche dal fatto che, nel periodo estivo, le attività pubbliche del
Livello sono sospese (come, del resto, avviene ogni anno).
Che si tratti di un atto di ritorsione contro la straordinaria riuscita
della street rave antiproibizionista delle scorse settimane l'hanno
pensato in tanti.
Che l'episodio di oggi oltre a produrre, di fatto, lo sgombero (tanto
annunciato) del Livello 57 e la cacciata in strada di 15 persone
(costringendole alla condizione di senzatetto), possa prefigurare la
disdetta della convenzione da parte del Comune di Bologna è un rischio
evidente.
A caldo, non è ancora il caso di addentrarsi in ragionamenti politici,
inoltre è bene aspettare il comunicato dei ragazzi del Livello, tutti
ancora molto scossi da questa ennesima operazione repressiva che gli
sconvolgerà (e non poco) la vita.
E' chiaro però che, a prescindere da periodo pre-vacaziero, dovremo (forse
da stasera stessa) discutere sulle modalità di mobilitazione da mettere in
piedi in seguito a questa vicenda che ci colpisce tutti.
Stiamo connessi, in attesa di ulteriori notizie
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NEUROGREEN
ecologie sociali, strategie radicali
negli anni zerozero della catastrofe
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PierPaolo Biata
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