[Cm-crew] [dadaciclo] Le bici, le formiche e Karl Marx

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Autor: schizo-mobile
Data:  
Para: critical mass italia
Asunto: [Cm-crew] [dadaciclo] Le bici, le formiche e Karl Marx

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Date: Thu, 18 May 2006 14:12:29 +0200
From: gp <giampaolo@???>
To: "in ogni caso, nessun rimorso" <dadaciclo@???>

Sono ormai nove mesi che vivo a Berlino, e se mi si chiedesse come si
sta qui non saprei rispondere - ma non perché non avrei niente da
dire: i miei ricordi sono cristalli che guardati da lati diversi
brillano in maniera differente, e siccome sono tanti e le combinazioni
sono pressoché infinite, quale sia la luce giusta di cui luccicano,
proprio non saprei. Anche perché la città ruota e cambia e, ad un
certo punto, mi rendo conto che non ho niente da dire, come se la vita
qui fosse un esperimento senza alcun obiettivo. Marcata nel cervello
ho tuttavia la memoria di un inverno che non finisce più, perché oggi
gli alberi sono densi - qui le piante hanno spazio, non paiono
geneticamente deformate fra le ruote delle automobili di Milano, e si
dedicano con grandi fronde agli spazi di Berlino. La pioggia non dà
più fastidio, e uscire di casa senza sentire il freddo è una
sensazione nuova e positiva. La gente per strada è contenta e
numerosa: una mia amica chiedeva dove fossero tutti i berlinesi
quest'inverno. La città ora succede: l'aria è limpida e liquida -
nutre gli uomini come forme di vita, non come ingranaggi, e lascia
intuire una strana libertà.

Così, accade che i berlinesi vanno in bicicletta, e siccome la bici è
una forma di vita, luccicano i loro fanalini di notte in maniera
simile ai miei ricordi cristallizzati - che anche io quando pedalo non
so come riconoscermi fra gli altri ciclisti: sapranno anche loro, di
questo Gefühl dadaciclistico? Riconosceranno con me quell'orgasmo di
potenza, tipico però dei bambini, ogni volta che si fermano in coda al
semaforo? Avranno con me quell'appartenenza alla strada e all'aria
regalata dalla bicicletta? Con la coda dell'occhio, osservo gli altri,
quelli che hanno la bici figa, quelli che ce l'hanno scassata, quelli
che non si capisce come fanno a trovarsi comodi a pedalare così, e
provo una qualche ammirazione per loro (e anche per me che ci sono in
mezzo).

Qualche notte fa, notavo una bicicletta con i cerchioni piegati,
arruginita, povera là abbandonata, legata al cancello del parco.
Aspettavo un amico e camminando avanti e indietro ogni tanto le
lanciavo un'occhiata. Dopo un po' arrivano due ragazzi, uno di colore
un po' rasta, e una ragazza anche lei dark (ma non di pelle), stavano
appresso a questa inutile bici, per capire un po' quale pezzo poteva
essere riciclato. Improvvisamente insomma una nuova prospettiva di
vita per quella ferraglia, e siccome mi ci ero affezionato e mi faceva
un po' pena, immaginavo che la bici era contenta di queste nuove
attenzioni. Magari, che so, lei pensava di rimanere lasciata lì per
anni, e invece no. Questi due come formiche armeggiavano dietro una
briciola a pedali, svitando e sbullonando, e dopo un po' se ne
andavano via soddisfatti con le ruote sotto il braccio, con il fanale
in mano, con pezzi che forse avrebbero rivenduto in qualche mercato
delle pulci. Lo scheletro della bici è rimasto là, come un osso
spolpato, credo che uscendo dalla U-Bahn di Hermannplatz, Neukölln, in
direzione del parco si possa ancora vedere.

Giovedì prossimo un po' fuori Berlino, verso Wildau, là dove iniziano
i paeselli del Brandeburgo tra le foreste, si festeggierà il Männer
Tag, una giornata dedicata agli uomini lontanamente legata a qualche
tradizione cristiana che non ho ben capito. L'usanza prevede che per
l'intera giornata non si lavori, e si giri in bicicletta da un paese
all'altro portandosi con sé la birra e entrando in ogni locale di ogni
paesello per ubriacarsi. Sulla bicicletta devono essere installati
rami di betulla, per segnalare che stai facendo la tua giornata +bici
+birra +betulla. Questo un po' mi sembra di aver capito, insomma. C'è
chi si porta con sé rotoli di cartaigienica per segnalare un traguardo
e improvvisare gare ciclistiche.

L'altra notte ero lanciato sulla Karl-Marx Allee, erano ormai le
cinque del mattino e sulla città albeggiava. Avevo sonno e nel sonno
mi rendevo conto di quanto enormi sono gli spazi di Berlino, e quanta
strada c'è da fare per spostarsi da un quartiere all'altro: quindi
pedalavo in fretta, "minchia sono ancora qui" mi dicevo riconoscendo
il busto di Marx all'inizio della strada, e osservavo che ancora non
si vedeva Frankfurter Tor (le due torri sono il faro che mi dicono che
sono quasi arrivato a casa). Be' la città non era vuota: eravamo in
molti per strada, tutti silenziosi. Se questi fossero stati traslati
sulla strada anziché sulla pista ciclabile, e automobilisti anziché
ciclisti, mi sarebbe venuta in mente Milano. Sento dietro di me il
ronzio di una dinamo: un tizio pedala più rapido di me e mi supera, si
allontana con il suo fanalino e lo recupero al semaforo successivo
(alcuni si fermano al semaforo rosso, anche se è tutto vuoto, e se il
semaforo è quello piccolino per le bici). Si faceva giallo, poi verde,
quindi io non ho rallentato la corsa e con soddisfatta convinzione ne
ho superati cinque o sei. Tiè. Ma ero un po' cotto dalla serata e
senza forze, e di nuovo quello mi supera, e si infila in una strada
laterale tanto piena di alberi e buia, che riconosco solo il suo
solito fanalino rosso. Avanti a lui nel buio ce n'è un altro: a
osservare bene intorno, quanti fanalini rossi! Così accade che in
sella alla mia bici, sulla Karl Marx Allee, mi rendo conto di vivere
nella città più bella del mondo.

--
GP

dadaciclo mailing list dadaciclo@???
https://www5.autistici.org/mailman/listinfo/dadaciclo
ovviamente il link e' http://www.autistici.org/dadaciclo

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