Autor: Alessio Ciacci Data: Para: forumlucca Asunto: [Forumlucca] Fw: L'ACQUA nel PROGRAMMA DI GOVERNO DE L'UNIONE:
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From: Giuliano Ciampolini
To: discussione@???
Cc: lpa@???
Sent: Tuesday, February 14, 2006 7:41 PM
Subject: [DISCUSSIONE] Beppe Grillo terrà due spettacoli al Palasport di Firenze....
Ai Sindaci, Assessori, Consiglieri Comunali, Provinciali e Regionali in Toscana
Ecco quanto èstato scritto nel programma dell'Unione:
L'ACQUA nel PROGRAMMA DI GOVERNO DE L'UNIONE:
"Per noi liberalizzare significa contrastare rendite monopolistiche e corporative, migliorare qualità e prezzo per il consumatore, garantire fondamentali clausole sociali per gli operatori, promuovere investimenti e crescita industriale.
Ciò vale anche per i servizi pubblici locali. In questo caso liberalizzare deve significare altresì garantire comunque le caratteristiche universalistiche dei servizi.
Nei servizi a rete (energia, trasporti) la proprietà delle reti deve rimanere pubblica.
Nel settore cruciale dell'acqua dovranno essere assunti criteri di massima sensibilità, di precauzione, di forte investimento programmatico.
In questo caso la distinzione fra rete e servizio è più complessa.
Entrambe le funzioni dovranno dunque rimanere pubbliche.
Crediamo inoltre nell'assoluta necessità di effettuare robusti investimenti nel potenziamento e ammodernamento delle reti idriche, soprattutto nel mezzogiorno dove i cittadini e gli utenti finali hanno ancora gravi e diffuse difficoltà di accesso all'acqua.
........Inoltre, crediamo che sia indispensabile una riqualificazione delle politiche e degli investimenti pubblici per la modernizzazione della rete idrica.
L'acqua è un bene pubblico prezioso che va protetto in nome della qualità della vita e della salute pubblica.
L'acqua per i bisogni primari è un diritto di cui va garantita la disponibilità, oggi più che mai minacciata da fenomeni di inquinamento, dal suo uso distorto e dallo spreco.
In Italia, le reti idriche sono in buona parte obsolete e il 30% circa dell'acqua si disperde prima di arrivare agli utenti, con punte che superano il 40% soprattutto nel meridione.
Il governo Berlusconi ha abbandonato quasi totalmente le politiche di risanamento destinando risorse irrisorie alla depurazione, al risanamento e al rifacimento delle reti idriche, in particolare nel Mezzogiorno.
Nel settore agricolo ed industriale non è stato promosso alcun intervento per l'adozione di tecniche moderne volte al risparmio idrico e al riuso delle acque.
Si è proceduto invece allo smantellamento del sistema di controllo della qualità e della quantità delle
acque ed al controllo delle concessioni e del prelievo.
A fronte di ciò noi intendiamo:
- rilanciare il sistema pubblico di monitoraggio e controllo sulle risorse idriche, sulla qualità delle acque, sul loro utilizzo, anche mediante lo sviluppo e l'impiego di sistemi automatici;
- garantire la protezione tariffaria per le fasce sociali più deboli e graduare le tariffe penalizzando progressivamente i consumi elevati;
- attivare strumenti di democrazia partecipativa per un controllo democratico da parte dei cittadini, per il miglioramento della qualità dei servizi, per la salvaguardia
delle risorse idriche;
- risanare le reti idriche, completare le reti fognarie e i sistemi di depurazione, promuovere il riuso ed il riciclo delle acque, rivedere ed aggiornare i canoni di concessione per il loro prelievo, tutelare le falde acquifere e puntare ad un'elevata qualità ecologica dei corpi idrici superficiali.
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Una risposta a Erasmo D'Angelis.... a Claudio Martini
e a tutti quelli che sono al potere in Toscana e continuano a far finta di non capire:
In risposta ad Erasmo Angelis che (in occasione degli "Stati generali dei servizi pubblici locali") ha citato i versi del Petrarca "Chiare, fresche, dolci pubbliche acque" e poi sostiene che "in Toscana l'acqua non è stata privatizzata, nè sarà mai ridotta a merce", rispondo citando il profeta Isaia "Voi che avete sete venite alle acque, anche chi non ha denaro venga" e osservando che, l'acqua - a differenza dell'aria - per arrivare nelle case deve passare attraverso impianti e acquedotti: se la gestione di tutto questo è affidato ad aziende in cui assume un peso rilevante il capitale privato, questo (ovviamente) pretende di essere remunerato e provoca una conseguente mercificazione dell'acqua (non è entrato per beneficenza) e quindi la remunerazione può essere realizzata solo attraverso tariffe che prevedano anche la remunerazione del capitale privato e anche attraverso un aumento dei consumi di acqua (perchè, paradossalmente, il risparmio nei consumi dell'acqua, ridurrebbe l'utile dell'azienda e, per compensarlo e remunerare il capitale privato, sarebbe necessario aumentare ancora di più le tariffe).
Per questo "senso comune" (Erasmo Angelis e altri dirigenti toscani della Margherita e dei DS, cercano di ignorarlo), la legge d'iniziativa popolare per una gestione pubblica dei servizi idrici in Toscana ha raccolto la firma di ben 42.932 toscani e, chi ha raccolto le firme, ha percepito un'adesione popolare largamente maggioritaria, a sostegno di una proposta che chiede una gestione degli acquedotti e impianti connessi, tramite aziende completamente pubbliche: ignorarlo sarebbe davvero un brutto segnale di sordità politica.
Finalmente è stata annunciato che la legge d'iniziativa popolare, nei prossimi giorni, inizierà il suo iter istituzionale: a mio parere può essere accettata anche una gestione a livello regionale, ma tramite un'azienda con capitale completamente pubblico e gestita "in house" cioè senza andare in borsa, con le conseguenti speculazioni e mercificazioni.
Non è una "convinzione ideologica", ma la consapevolezza che l'acqua è "un bene comune prezioso" e proprio per questo è incompatibile con le finalità del capitale privato, perché bisogna gestirla con parsimonia, scoraggiando ogni spreco, in modo che sia garantita anche in futuro.
La gestione del servizio idrico ha indubbiamente necessità di notevoli investimenti, ma un'azienda con capitale interamente pubblico, gestita bene e controllata dalla partecipazione degli utenti, dei lavoratori e dei Consigli Comunali, può farlo evitando il peso della remunerazione del capitale privato e rifiutando ogni logica di mercificazione dell'acqua ed è questo che vogliamo.