[NuovoLab] SIAMO IN PIENA TEOCRAZIA

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Autor: ugo
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Para: forum sociale di genova
Asunto: [NuovoLab] SIAMO IN PIENA TEOCRAZIA
ASSUNTI 3 MILA DOCENTI DI RELIGIONE
Tremila insegnanti di religione cattolica immessi in ruolo. E' questo il
regalo di natale per gli insegnanti di irc delle scuole pubbliche italiane.
Ed è un regalo di tutto rispetto, perché il governo con il decreto emanato
ieri dal consiglio dei ministri salda il conto aperto con l'approvazione
della legge 189 del 2003, in cui si prometteva di regolarizzare la posizione
del 70% dell'organico in tre anni. Detto fatto, con una dimostrazione di
efficienza che lascia sbalorditi, si raggiunge praticamente la quota dei
15 mila docenti di irc transitati a tutti gli effetti a carico dello stato.
Il decreto, proposto dal ministro della Funzione pubblica Francesco Baccini,
prevede l'assorbimento di 3.077 docenti di religione. «Questo contingente
- informa Palazzo Chigi -corrisponde al 20% della dotazione organica stabilita,
a sua volta, nella misura del 70% dei posti complessi vagamente funzionanti».
Nel 2004 infatti si era già provveduto, con due tran-che, ad assicurare il
posto fisso a 9 mila insegnanti di religione.
«L'autorizzazione alle assunzioni del personale insegnante - spiega la nota
del governo - è un ulteriore passo verso la progressiva eliminazione del
precariato nel settore pubblico». Un riferimento quanto meno improprio che
fa saltare su, fargli altri, la senatrice diessina Chiara Acciarini: «E'
quasi incredibile come il centrodestra stia cercando di spacciare as-sunzione
di insegnanti di religione, imposti con una scelta che viene direttamente
dalla Curia, per la soluzione del problema dei precari della scuola». Ed
è la deputata di Rifondazione comunista fitti De Simone a fare quattro conti
in tasca al buco nero del precariato scolastico, le stesse cifre da anni
alle quali sembra impossibile dare una risposta credibile: «I precari della
scuola sono 66 mila, a fronte di ben 100 mila posti vacanti -ricorda De Simone
- e questo mentre la Finanziaria di quest'anno prevede ulteriori tagli sulle
supplenze brevi».
Ma i tagli previsti in Finanziaria non sono le sole manovre occulte che tolgono
fondi al buon funzionamento della scuola pubblica- per regalarli a una categoria
privilegiata. Basti pensare che un emendamento presentato dal governo al
decreto omnibus in discussione al senato prevede un ulteriore trattamento
speciale: ai neo assunti docenti di religione verrà garantito, a partire
dal primo anno, uno stipendio pari a quello percepito durante la vita da
precari. Davvero incredibile se si considera che per gli insegnanti di tutte
le altre discipline il primo anno di assunzione viene retribuito con uno
stipendio base, e solo a partire dal secondo anno la carriera viene ricostruita
per il 50%. Una differenza di trattamento che risulta an cora più inaccettabile
se sì considera che - in base al concordato firmato da Bettino Craxi nell'84
- di insegnanti
di religione cattolica sono gli unici a godere degli scatti di anzianità
durante la carriera precaria Una decisione che fu presa per risarcire in
parte questa categoria, destinata fino alla legge del 2003 a non poter mai
aspirare a un'assunzione a tutti gli effetti. Ora, però, quel risarcimento
diventa quasi una rivalsa rispetto a tutti gli altri precari, molti dei quali
- comunque - un'assunzione non l'avranno mai. Attualmente il decreto è fermo
alla Commissione bilancio e - secondo voci di corridoio - l'emendamento in
questione potrebbe essere bocciato.
Ma la fine dell'anno coniguata alla fine legislatura porta anche altri doni
tra i protetti della Conferenza episcopale italiana, a partire dalle scuole
private: «Siamo proprio ai saldi di fi-
ne stagione - commenta il segretario della Cgil Flc Enrico Panini -all'assunzione
dei tremila insegnanti di religione e alle proposte sulla loro retri buzione,
che mi preme ricordare è materia contrattuale, si aggiungono i provvedimenti
della Finanziaria che triplicano il buono scuola a favore delle famiglie
che scelgono le scuole private e la circolare ministeriale che prevede la
non obbligatorietà dell'applicazione del contratto nazionale nelle scuole
private. Una cosa davvero inaccettabile. Senza parlare di un al tro emendamento
al decreto omnibus in cui si stabilisce che le regole sulle scuole private
saranno stabilite; dal ministero dell'Istruzione senza alcun obbligo di riferire
al parlamento, come invece prevedeva la legge del 2000 sulla parità».

Di CINZIA GUBBINI
Da ?il manifesto del 23/12/2005

Ugo Beiso