[Incontrotempo] DIETRO LA TRAGEDIA DELL'ESQUILINO

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Autor: Coord.to Comitati Roma Nord
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Asunto: [Incontrotempo] DIETRO LA TRAGEDIA DELL'ESQUILINO



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Comunicato Stampa 21 ottobre 2005



ROMA/MINORI A RISCHIO E SERVIZI SOCIALI



DIETRO LA FOLLIA DI FEDERICO IL TRISTE FALLIMENTO DELLE POLITICHE DI TUTELA DEI MINORI E DELLE FAMIGLIE.

IL RICORSO AI SERVIZI PSICHIATRICI A DANNO CONCLAMATO RAPPRESENTA L'INADEGUATEZZA DI UNA PROGRAMMAZIONE SOCIALE INCAPACE DI PREVENIRE E INDIVIDUARE IL DISAGIO NASCOSTO.

LA SCHIZOFRENIA DEL RAPPORTO TRA UNIVERSITA' ED ENTI LOCALI SULLA FORMAZIONE E SULL'IMPIEGO DELLE FIGURE EDUCATIVE.

IMPROVVISAZIONE E ABUSIVISMO NELL'ESERCIZIO PROFESSIONALE.

IL TRADIMENTO DELLA LEGGE DI RIFORMA DEI SERVIZI SOCIALI (328/2000).

NELLE RSA (RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI) CONVENZIONATE VENGONO VIOLATE SISTEMATICAMENTE LE PRESCRIZIONI DI LEGGE IN MATERIA DI DOTAZIONE ORGANICA PROFESSIONALE IN RAPPORTO AL NUMERO DEGLI UTENTI.



La tragedia di Federico, adolescente parricida e matricida che qualche mese prima aveva tentanto il suicidio, svela una realtà sociale che viene di frequente mascherata con i Convegni altisonanti: L'incapacità istituzionale di fare prevenzione e l'approccio al disagio minorile in chiave sanitaria, solo quando è arrivato ad un punto di non ritorno.

Una vera e propria "sanitarizzazione" della devianza che rischia di provocare altre vittime.

Le scellerate Politiche della Formazione e dell'impiego di figure specializzate nella nostra città rappresentano una chiave di lettura apparentemente scollegata.

Ma, in realtà, questa chiave di lettura tocca i punti cardine della legge di riforma dei Servizi Sociali (L. 328/2000 art. 12) e spiega quante inadempienze, disattenzione e superficialità alberghino nei nostri amministratori e politici che gestiscono i servizi socio-sanitari.

Partiamo da lontano: L'ultimo concorso pubblico per l'assunzione di educatori, bandito dal Comune di Roma, risale al ferragosto del 1996 quando, attraverso la presentazione di titoli di servizio si decise di assumerne 32 (Per concidenza, tutti avevano lavorato per il gabinetto del Sindaco Rutelli in un progetto estivo per gli anziani).

Tra questi educatori assunti nel 1997 c'era qualche psicologo, qualche assistente domiciliare e persino qualche perito tecnico-industriale.

Si sono visti tutti miracolati dall'inquadramento a ruoli educativi.

Allo stesso modo negli anni successivi alcune decine di AEC, Assistenti educativi culturali del vecchio progetto "Polis", semplici operatori di base che accompagnavano minori a rischio e/o disabili a scuola, si sono visti riconosciuta l'assunzione a tempo indeterminato nel Comune di Roma e puntano oggi al riconoscimento del livello "C1" di educatori dei servizi sociali.

Per il resto, oggi, una marea di improvvisate figure educative "subappaltate", pagate circa 7 euro lordi l'ora, popolano le scuole romane per l'assistenza dei minori svantaggiati e a rischio.

Operatori, spesso senza nessun titolo, forniti dalle cooperative sociali su richiesta del Comune di Roma il quale, in questo modo, non solo fornisce alle famiglie un servizio a basso costo e senza qualità, ma non tutela nè i diritti dei minori nè quelli di chi lavora, favorendo la speculazione degli enti intermediari di manodopera.

La stessa cosa avviene in alcune case famiglia convenzionate con il Comune di Roma e nelle Residenze Sanitarie Assistenziali convenzionate con la Regione Lazio dove le professionalità prescritte dalla legge non sono mai state sistematicamente controllate dall'Ente accreditante.



Per anni l'Università di Roma Tre ha sfornato centinaia di educatori professionali che hanno trovato una sorta di muro negli enti locali e nelle cooperative.

Non solo non vengono fatti concorsi pubblici nel Lazio (Regione, Comune, Provincia e Municipi) ma addirittura nelle cooperative sociali, per poter risparmiare sulla retribuzione, si preferisce in alcuni casi l'operatore senza titolo, ad esempio in servizi psichiatrici e/o per i disabili o in alcuni centri sociali e ludoteche convenzionate.



D'altra parte nella Sanità, in base ad un concetto "folle" che il vero e "completo" educatore è una figura sanitaria, non vengono ammessi ai pochissimi concorsi delle ASL laureati provenienti da quelle Facoltà di Scienze dell'Educazione e della Formazione che non abbiano stipulato preventivi accordi e convenzioni con la Facoltà di Medicina e Chirurgia e con le Regioni.

Insomma un vero e proprio "bailamme", con esercizio abusivo di professioni educative, con corporativismi associativi e autoreferenziali della "vecchia guardia" di educatori, a cui aggiungiamo un simbolico e casuale paradosso finale:

Dentro il Comune di Roma, nel Settore dei Servizi Sociali e nel Sindacato concertativo, alcuni "dirigenti" di alto livello (dai 4 mila ai 6 mila euro mensili), erano in passato gli Assistenti educativi dell'Ente Nazionale Orfani dei Lavoratori Italiani.



Eventuali Info al 3331595507 (ore serali)