Parola di precari/e
Allo spazio Anteo della festa dell'Unità presentano il film che i
giornali e il programma della festa descrivono come il Vangelo secondo
San Precario.
Ci presentiamo anche noi, precarie e precari della metropoli milanese.
Ci rendiamo conto che, a parte noi e i realizzatori del film, il
pubblico, più di un centinaio di persone, è costituito principalmente da
ultraquarantenni.
I timori che ci hanno spinto a questo evento si rilevano subito
azzeccati. Quella che dovrebbe essere la presentazione di una commedia
sulla questione della precarietà si trasforma in una passerella di
sindacalisti ( cigl/nidil ) e dell'associazionismo ( acli/arci, che
detto en passant è una delle più grosse precarizzatrici nel mondo del
lavoro "sociale") che cercano di rifarsi un'immagine nel campo, fino a
ieri dimenticato, della lotta alla precarizzazione.
Fra le frasi più inquietanti dei relatori, che solo occasionalmete
potrebbero sembrare ridicole, c'è la costatazione ( con sette anni di
ritardo) che la flessibilità si è trasformata in precarietà e qualcuno
prima o poi ne dovrà parlare......
Non solo, qualcuno afferma anche di essere contro la legge treu dal
1992. Dal pubblico gli è stato fatto notare che il pacchetto treu è del
' 97; costui correggendosi, dopo averci pensato qualche secondo, tenta
di correggersi facendo riferimento al 2002 e facendoci definitivamente
comprendere che stava parlando della legge trenta.
Proprio li' davanti ai nostri occhi, improvvisamente, ci accorgiamo che
qualcuno scopre la precarizzazione e tace sulle proprie forti
responsabilità. Si dimentica dell'euromayday, delle forti lotte che ci
sono state in questi anni per il reddito, delle denunce pesantissime che
i precari/e e i movimenti si son visti appioppare e tramite un evento di
passerella si cerca, candidamente, di porsi come referenti nella "lotta
al precariato" (e visto che i precari/e siamo noi.... nella lotta contro
di noi...)
Visti i primi otto minuti del film, al principio del dibattito post
passerella, veniamo invitati a parlare, distribuiamo un volantino ed
affermiamo semplicemente che la lotta alla precarietà è già in essere
che legge trenta deve essere eliminata, la legge treu anche e poi si può
cominciare a parlarne. Nessuno ha voluto replicare e il dibattito s'è
chiuso.
Un ultima considerazione: la nostra presenza non voleva contestare il
film in sè. Però vista la lodevole inizitiva di finanziarne la
produzione attraverso meccanismi di raccolta di fondi dal basso ci
sembrerebbe opportuno che a questa scelta, una scelta Politica di
indipendenza ed autonomia della veridicità del prodotto, corrispondesse
il tentativo di effettuare la presentazione e la distribuzione
attraverso gli stessi parametri. Alla scelta politica
dell'autoproduzione ci apparirebbe ovvio una scelta altrettanto politica
sulla distribuzione.
E visto che la volontà di collaborazione con gli autori si era già
esplicitata durante la passata edizione dell'euromayday ( le cui
immagini compaiono nel film ) gli abbiamo chiesto un momento di
confronto la cui data si deve ancora stabilire.
stay tuned!
Precarie e precari
IL FLYER:
__flyer fronte__
Parola di Precari
Cari lavoratori e care lavoratrici, cari precari e precarie,
interveniamo alla presentazione del film ? Il vangelo secondo
precario?perché ci sembra alto il numero
di incongruenze di questo appuntamento.
In primo luogo nell?ambiguità del titolo che nel calendario si trasforma
miracolosamente
ne ?Il vangelo secondo san precario?, in secondo luogo perché questo
errore genera una contraddizione
più grande: che cosa c?entra sanprecario con la festa dell?Unità ?
San Precario è il santo protettore di tutti noi, precari e precarie, e
lo abbiamo appunto inventato per
dare voce a quel crescente numero di persone travolte dallo tsunami
sociale chiamato precarizzazione.
Ma non è stato proprio il pacchetto Treu, voluto e votato dai Ds, a
rompere gli argini della
bramosia di guadagno e di sfruttamento delle aziende ?
Intanto noi lavoravamo ( e lavoriamo tutt?ora) in condizioni e con orari
sempre peggiori, pagati
sempre meno, a trenta, sessanta, novanta giorni mentre i sindacati
confederali e i partiti del centro
sinistra ( fra cui i Ds ) dichiaravano il fenomeno della precarietà come
marginale, congiunturale,
passeggero. Quasi fosse un piccolo periodo di formazione, un piccolo
dazio da pagare alle aziende per
la garanzia di futura prosperità.
E noi, sempre più poveri e sempre più precari/e, non eravamo neanche
considerati, nelle dichiarazioni
e nelle agende politiche. Al limite venivamo considerati, come serbatoio
di voti, durante le tornate
elettorali.
Ma abbiamo avuto ragione noi: la precarietà è strutturale e il potere e
la lungimiranza di quei politici
che ne hanno permesso la diffusione ( fra cui i Ds appoggiati dalla
Cgil ) è inferiore a quella delle
imprese che ne hanno preteso l?attuazione.
E? chiaro che, nel disagio sempre crescente, questo silenzio non poteva
perdurare e la parola
che ha squarciato l?omertà, carica di colpe ( dei Ds e della Cgil) è
stata proprio: Mayday!
Un?invocazione d? aiuto, nata dalla disperazione, ma cresciuta
all?insegna della rivendicazione di con-
flitto, diritti e dignità. Della convinzione che il reddito per tutti/e
e la pace ovunque ( a proposito, i Ds
che posizione hanno sulla guerra? ) fossero richieste sacrosante.
La Mayday, il primo maggio precario, in cui la voce e il protagonismo
dei precari/e, degli atipici, dei
contorsionisti della flessibilità, dal 2001 ha trovato spazio e
centralità, cittadinanza e, dal 2004 anche
una dimensione europea. Al contrario del primo maggio confederale, a San
Giovanni, in cui i giovani,
all?ottanta per cento precari e flessibilizzati, sono rimasti (e lo
saranno sempre) solo spettatori passivi.
E? proprio questa tutta l?incongruenza che ci ha sorpreso.
La sponsorizzazione e la proiezione di questo film non è sufficiente a
cancellare ciò. L?epoca della
narrazione delle sfighe del precariato è finita. E? iniziata, già da
tempo, la stagione della civiltà del
conflitto in cui i precari rivendicano continuità di reddito e
flessibilità a misura di uomini e donne e
non per il profitto aziendale. Vogliamo diritti non elemosina.
Cancellate il pacchetto Treu e la Legge Trenta e poi ne riparliamo!
San precario vegli su di noi, precari e precarie, e sappia portar
sollievo alle vostre coscienze turbate
dalla colpa e consiglio alle vostre menti agitate dalla confusione. I
profitti delle imprese non sono un
bene, sono la precarietà della nostra vita.
I precari e le precarie della metropoli milanese
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I passi del Centro-Sinistra verso la precarietà, da Treu in poi. (Solo
alcuni esempi)
1. Tutto cominciò con il Presidente del Consiglio Massimo D?Alema, che,
durante il discorso alla Fiera del Levante di Bari, nel 1996 pronunciò
la
storica frase ?Scordatevi il posto fisso!?.
2. La dichiarazione d?intenti trova un immediata applicazione nella
Legge n.
196 del 27 luglio 1997, nota ai più come Legge Treu, che istituiva in
Italia il
lavoro interinale.
Il primo comma dell?art. 4 recita nel seguente modo:
Art. 4. È vietata la fornitura di lavoro temporaneo:
a) per le qualifiche di esiguo contenuto professionale, individuate come
tali
dai contratti collettivi nazionali della categoria di appartenenza
dell'impresa
utilizzatrice, stipulati dai sindacati comparativamente più
rappresentativi;?.?
Come mai allora il lavoro interinale, grazie alla firma di Cgil, Cisl e
Uil nei
contratti collettivi, è stato introdotto:
* Nel settore artigianale
* Nel settore dell?edilizia
* Nel settore metalmeccanico
* Nel settore pubblico
Dove sta in questi settori l?elevato contenuto professionale?
* Rinnovo contratto tessili-abbigliamento (maggio 2004). Vengono
introdotti norme sul tempo determinato, job sharing e apprendistato che
recepiscono interamente il decreto 368/01 che consente ai padroni di
introdurre tali contratti atipici per un certo ammontare, non sempre
verificabile. La stessa Cgil si era pronunciata contro tale decreto.
Perché allora
oggi approva la sua applicazione?
* Legge 30 (detta legge Biagi) del 2004. Posizione fortemente contraria
della Cgil e dei Ds. Perché allora la Cgil ha firmato più volte a
livello
locale e settoriale l?applicazione del decreto 848 che della Legge Biagi
è
il degno figlio?
* Ma più in generale. Perché la Cgil (con alcune eccezioni, vedi Fiom)
non
ha mai proposto una seria campagna sul tema della precarietà, salvo poi
occuparsene ? a parole ? in vista delle elezioni?
Info e Contatti
www.sanprecario.info
www.euromayday.org
www.serpicanaro.com
www.chainworkers.org
www.chainworkers.org/imbattibili
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"e dimmelo tu, che te lo dico io..." (La R.)
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