[Incontrotempo] report della due giorni sul reddito

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Autor: info@acrobax.org
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Asunto: [Incontrotempo] report della due giorni sul reddito


MuVeR: muoversi verso il reddito
8-9 settembre: una due giorni per il reddito garantito.

Report

Tentiamo di riportare, con queste poche righe, la discussione che si è
sviluppata in questa due giorni che come Laboratorio del Precariato
Metropolitano Acrobax abbiamo voluto dedicare al tema del ”Reddito di
Cittadinanza”.
Con la prospettiva della terza edizione di Incontrotempo “il Festival del
Precariato che reclama reddito”, la due giorni ha visto la presentazione del
libro di Corrado Del Bò “Un reddito per tutti. Introduzione alla basic income”
(ed.Ibis) ed un incontro pubblico riguardante una possibile legge regionale nel
Lazio sul reddito di cittadinanza alla presenza di Alessandra Tibaldi, attuale
Assessore alle Politiche del Lavoro della Regione Lazio.

La concreta intenzione dell’Assessore di procedere in tempi rapidi
all’approvazione di una Legge Regionale sul reddito di cittadinanza nel Lazio
si è confrontata con i percorsi, le istanze e le rivendicazioni di numerosi
collettivi e realtà autorganizzate di precari e precarie, espressione di una
condizione di precarietà estesa a tutte le sfere della vita; dal lavoro, come
riportato dagli interventi dei collettivi di Atesia e dell’ISTAT e di
soggettività sparse che lottano sul loro posto di lavoro, alla casa, cosi come
espresso da alcuni compagni legati al movimento di lotta per la casa all’accesso
ad una sanità pubblica, alla formazione e ai trasporti.
Senza la necessità di fare un elenco dei vari interventi riteniamo che le realtà
che hanno partecipato raccontino, nella loro complessità e a partire dai diversi
percorsi, l’estensione della precarietà come condizione comune.
La discussione nel merito delle proposte si è articolata dettagliatamente sulla
critica a precedenti esperimenti legislativi (prima tra tutti per infelice
notorietà la Legge Campana), esprimendo la necessità di superare lo schema del
sussidio di sussistenza, o povertà: una proposta di questo tipo si inserisce
perfettamente nel tentativo di indorare l’amara pillola di una precarietà
ineluttabile e dilagante.
E’ stata inoltre ribadita la necessità di intendere l’elargizione di reddito in
maniera estensiva sottolineando quindi la centralità di un reddito, diretto ed
indiretto, che rilanciando la sua caratteristica di universalità, ponga prima
tra tutte la questione della cittadinanza, come dispositivo includente verso
le soggettività migranti.
Diversi interventi hanno inoltre sottolineato l’importanza di rilanciare la
questione di un reddito monetario, o reddito diretto, pur nella consapevolezza
che i principali strumenti a disposizione delle regioni riguardano i servizi
ovvero il reddito indiretto. Questo tema ha posto quindi la necessità di una
individuazione delle competenze reali di una istituzione quale quella
regionale, ponendo però con forza la necessità di una elargizione anche di
carattere monetario, non solo per cominciare a rompere il ricatto della
precarietà e dell’accettazione di qualsiasi lavoro e di qualsiasi salario, ma
anche per rompere una cultura che vuole necessariamente legare l’erogazione di
reddito (anche quando si profila come garantito) al lavoro, tornando cosi di
nuovo a determinare un ricatto infinito. Sia quando accetti un lavoro precario,
sia (se mai sarà) quando hai la possibilità di accedere ad un reddito garantito.
E proprio questo è stato un punto decisamente caldo poiché si è ragionato su un
reddito sganciato dalla prestazione lavorativa cioè si è affrontato il “lavoro”
come cultura politica e sociale costituente di un’intera società, con le sue
costrizioni e le sue necessità, in una contrapposizione tra chi ne sottolinea
ancora la centralità e l’importanza e chi invece ne legge un superamento,
cercando una liberazione del proprio tempo incanalato continuamente in una
produzione obbligata (magari di armi, prodotti inquinanti, beni di consumo
sempre più superflui…).

Le incertezze e i dubbi con i quali eravamo arrivati a questa assemblea sono
stati fugati da numerosi interventi che hanno posto al centro la necessità di
porsi come soggetto attivo nella rivendicazione di un reddito garantito senza
appiattirsi su percorsi istituzionali che, spesso frutto di difficili
mediazioni, difficilmente corrispondono alle reali esigenze di chi contrasta
quotidianamente la propria precarietà di vita attraverso le molteplici forme di
riappropriazione, lotta e resistenza con la prospettiva della trasformazione
dell’esistente.
In molti hanno rilanciato la necessità di porre al centro la costruzione di un
movimento sociale forte, nuovo, che nasca a partire dai territori
metropolitani, dai luoghi di lavoro, dagli spazi di intervento in cui lavorare
politicamente ponendo con forza la necessità di una nuova stagione che spinga
verso un’ alleanza strategica tra settori sociali e rompa con quelle forme
tecnicistiche ed esasperatamente tattiche legate all’autonomia del politico. La
necessità di forme di autonomia sociale, di autorganizzazione, di lotta alla
precarietà quindi possono usare anche sponde istituzionali disposte a dare vita
a percorsi pubblici per la costruzione della legge sul reddito, ma il ruolo dei
movimenti è quello di spingere in avanti il conflitto, di legarsi con le realtà
sociali, di porre la questione della trasformazione.
L’incontro con l’assessore regionale Tibaldi quindi è proseguito mettendo al
centro la necessità di una trasparenza delle intenzioni regionali e la volontà
espressa dalla stessa assessore è stata quella di rendere il percorso
partecipato e condiviso per questo, ha ripetuto, la sua presenza ad Acrobax, in
una assemblea aperta alla città di Roma, aveva senso.
Da parte di molti intervenuti all’assemblea è stato ribadito il compito di
vigilanza in merito ad una eventuale legge regionale sul reddito, anche a
partire dalle mediazioni al ribasso che ne potrebbero scaturire nel momento in
cui diverse forze di maggioranza del centrosinistra intendano sottoscriverla.
Per questo, si è concluso, questo primo incontro voluto e promosso
appositamente a distanza dalle prossime elezioni politiche ed amministrative e
ad inizio anno politico, acquisisce un senso di disponibilità, condizionata
però ai contenuti reali di una eventuale legge sul reddito nella regione Lazio,
ponendo con forza l’idea che non debbono esserci scorciatoie politiciste, ma un
forte coinvolgimento dei soggetti reali prima di tutto.

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