la cosa è seria.
intendiamo mettere chiunque in grado di conoscere il proprio mezzo/i propri mezzi, al fine di rendere indipendente il massimo numero di persone.
questo è uno degli scopi delle ciclofficine.
insieme a questo scopo, secondo noi di base, ci sono quelli collaterali: economia, società, politica, scazzi coi/sui/dai/nei poliziotti e compagnia cantante, picc òil, dove va roma III, dov'è andata roma I, che cazzo fa roma, 'dnosta zazzà, te la ricordi lella quella ricca.
alla base di tutto comunque c'è il fatto che così non va e qualcosa per cambiare bisogna farlo, noi ci siamo trovati su questa strada: per muovermi ci penso io, grazie non mi serve una tonnellata di lamiera per mantenere artificialmente alto il prodotto interno lordo (e che lordura...)
l'altra idea, quindi, che ci è venuta in mente è quella di stravolgere anche un'altra regola di mercato: vogliamo fare dei telai artigianali, leggeri, curati, veloci, usando il metodo tradizionale (saldobrasatura) e poi vendere i telai ad un prezzo infinitamente inferiore a quello di mercato: proveremo a fare delle bici bellissime e le faremo pagare poco.
ma questa è un'attività che non riguarda la ciclofficina in senso stretto.
è un'arte da imparare, ancora, ma lo faremo presto. e quando saremo in grado di capire come si fa, faremo un corso anche di costruzione.
ps: a pirè, ma quanto te ce vòle a mette 'na X su'n fojo?
pps: viviciclica, sei un mito.
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quanti iracheni fai fuori con un litro?
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