Autor: Elisabetta Filippi Data: Asunto: [NuovoLaboratorio] sempre per Aziz
Da Ali Rashid, saluti a tutti.
Elisabetta
Il movimento palestinese per la cultura e la democrazia, nato quattro anni
fa, ha fatto un grande sforzo per dare cittadinanza alla cultura della
democrazia e della non violenza, praticandola in luoghi difficili e in
condizioni avverse e sfavorevoli. Il movimento ha avuto maggiore radicamento
nel campo profughi di Tulkarem, un luogo tra i più sfortunati al mondo,
grazie al lavoro straordinario di un valoroso compagno che molti di voi
hanno conosciuto in diverse occasioni.
Nella sede del movimento e dell'associazione Kufia, dopo il lavoro,
l'insegnante che tutti conoscono come Aziz ogni giorno trascorreva tutte le
ore che restavano della sua giornata insieme ai giovani e ai vecchi del
campo a parlare di democrazia, di storia, di lotta non violenta che sottrae
i ragazzi alla disperazione e li salva dalla rassegnazione, aiutandoli a
incanalare la rabbia nel ragionamento, nel gioco, nello studio e in mille
iniziative creative che mitigano il dolore e lasciano filtrare un barlume di
luce.
Molti di noi hanno dedicato attenzione, aiuto e viva speranza al suo
impegno. Colgo l'occasione per ringraziare il sindaco di Terni, la provincia
di Roma, la provincia di Napoli, la comunità montana dell'Umbria, l'Arci, la
Fiom e la comunità montana di Omegna, i giovani comunisti di Napoli e molte
donne e uomini che ci hanno aiutato a realizzare i programmi di adozione a
distanza, il progetto di apicoltura, la cooperativa di donne per
l'allevamento degli ovini, i corsi per il doposcuola e il tempo libero, i
campi estivi per ragazzi israeliani e palestinesi organizzati insieme ad
associazioni israeliane progressiste. Aziz ha saputo gestire tutte queste
attività dimostrando a tutti l'alto significato dell'impegno politico al
servizio della comunità e dando alla lotta un significato positivo e
costruttivo, fondato sulla vita e non sulla morte.
Il mese scorso ho sentito spesso Aziz, perché a Ramallah, Bir Zeit e
Tulkarem aveva organizzato manifestazioni di solidarietà per la liberazione
di Giuliana Sgrena e non riusciva a trovare l'inviato del manifesto per dare
la notizia. Alla fine di ogni telefonata mi lasciava rassegnato dicendo:
l'importante è fare le cose giuste. È vero, l'importante è fare le cose
giuste.
Aziz, che in arabo significa caro, è stato arrestato otto giorni fa e da
allora si trova nel carcere di Kishom. Secondo il suo avvocato, Dr Mahagneh,
e secondo il comitato contro la tortura in Israele, Aziz è sottoposto a
tortura fisica e psicologica, i servizi di sicurezza israeliani vogliono
strappargli una confessione in cui dovrà ammettere di essere a capo di una
cellula terroristica della Jihad islamica della zona, altrimenti
diffonderanno in tutto il mondo un'accusa infamante contro di lui sorretta
dalla testimonianza di persone pronte a giurare il falso e a dichiarare che
Aziz ha partecipato all'uccisione a sangue freddo di un soldato israeliano.
È una prova concreta di quello che stiamo dicendo da tempo e cioè che i
pacifisti veri sono i nemici più temibili per i guerrafondai e che non viene
risparmiata nessuna occasione per togliere a loro credibilità, come conferma
il vile attacco contro Giuliana di questi giorni.
Al caro Aziz deve andare tutto il nostro sostegno, in questo momento
difficile ha bisogno dell'affetto e della solidarietà di chi crede nella
pace e nella giustizia e di chi ha ancora la forza di indignarsi per la
bassezza di chi usa il ricatto contro le persone oneste, forte solo dei suoi
muscoli, della sua ignorante arroganza, della cattiveria gratuita, del
disamore per la vita, nemico soprattutto di se stesso.
Chi volesse esprimere la sua solidarietà ad Aziz, il nome vero è Mohamed
fawzi Tanji, può farlo inviando fax o e-mail al governo israeliano
attraverso l'ambasciata in Italia (tel. 0636198500, fax 0636198555, e-mail
info-coor@???). Per informazioni sui progetti di Kufia, potete
scrivere all'indirizzo paolag18@???).