[NuovoLaboratorio] FW: [amiciziaItaloPalestinese] Aggiorname…

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Autor: Elisabetta Filippi
Data:  
Asunto: [NuovoLaboratorio] FW: [amiciziaItaloPalestinese] Aggiornamenti sul caso di Tali Fahima
Ricevo ed inoltro.
Elisabetta


>From: "MORGANTINI Luisa" <lmorgantini@???>
>Reply-To: amiciziaItaloPalestinese@???
>To: <amiciziaItaloPalestinese@???>
>Subject: [amiciziaItaloPalestinese] Aggiornamenti sul caso di Tali Fahima
>Date: Mon, 24 Jan 2005 13:25:26 +0100
>
>
>
>
>    Care tutte e tutti,

>
>
>
>    vi rimando la lettera che vi avevo spedito il 22 dicembre sul caso di Tali 
>Fahima la prima ebrea israeliana in detenzione amministrativa, dal 9 agosto 
>scorso, aggiornandovi sulle ultime notizie del suo processo.

>
>    Il 26 dicembre é stata emessa nel Tribunale di Tal Aviv l'accusa 
>ufficiale di "collaborazionismo con il nemico in tempo di guerra, 
>trasmissione di informazioni al nemico, contatti con agenti stranieri, 
>detenzione illegale di armi, sostegno di organizzazioni terroristiche e 
>violazione dell'ordine legale."

>
>    Il processo é iniziato martedi' 11 gennaio, con un'audizione procedurale 
>in cui il giudice ha lasciato i presenti senza parole domandando all'accusa 
>se intedesse richiedere la pena di morte. Nel caso in cui questo avvenisse, 
>il caso deve essere riportato all'Alta Corte di Giustizia.

>
>    Di fatto non é mai accaduto, neppure nel sistema legale israeliano, che 
>un giudice facesse una domanda del genere, alla presenza del pubblico, dei 
>media e dell'accusata stessa, di fatto incitando l'opinione pubblica contro 
>Tali.

>
>    C'é stata una nuova udienza il 19 gennaio, in cui la difesa ha puntato 
>sul fatto che senza alcuna prova Tali é stata trattenuta in detenzione 
>amministrativa, e che da allora non é stata presentata alcuna evidenza 
>della sua colpevolezza. L'accusa ha ribadito di non poter ancora rivelare 
>le proprie fonti segrete e la relativa documentazione, ma di possedere 
>nuove prove che giustificano il processo. Di fatto il giudice il 30 gennaio 
>renderà pubbliche le questioni su cui si baserà il processo.

>
>    Vi invito quindi a scrivere ancora a Sharon, Fax (+972 2) 670-5361 
>rohm@???, al Ministro della Difesa Israeliana Shaul Mofaz, Fax (+972 
>3) 691-6940 sar@??? <mailto:sar@mod.gov.il>  ed al Ministro di 
>Giustizia Yosef Lapid, Fax: (+972 2) 628-5438 sar@??? 
><mailto:sar@justice.gov.il> , nonché all'Ambasciata israeliana in Italia 
>(info-coor@??? <mailto:info-coor@roma.mfa.gov.il> ), chiedendo 
>la libertà per Tali Fahima come passo significativo in nome della 
>convivenza e della democrazia.

>
>
>
>    Un abbraccio,

>
>    Luisa Morgantini

>
>    _________________________________________________________________________________________________

>
>
>
>    Care tutte e tutti,

>
>    Il nome di Tali Fahima é divenuto noto in Israele. Tali, 26 anni, di 
>madre algerina, ebrea Israeliana, dal 9 Agosto scorso, è in detenzione 
>amministrativa (incarcerata senza accuse formali e senza condanna). Secondo 
>i suoi difensori è il primo caso di detenzione amministrativa di una 
>cittadina ebrea israeliana. Cresciuta a Kiryat-Gat, una città d'immigrati 
>orientali ai bordi del deserto del Negev, era impiegata come segretaria 
>presso uno studio legale di Tel-Aviv, ed è stata licenziata per le sue 
>attività politiche contro l’occupazione militare israeliana.

>
>    Un tempo elettrice del Likud -il partito di Ariel Sharon – e fervente 
>nazionalista, ha, nel tempo, cambiato le sue posizioni. Punto di svolta è 
>stato il documentario di Juliano Mer, I bambini di Arna (trasmesso anche da 
>Arte il 27 settembre scorso), su un progetto educativo per i bambini di 
>Jenin attraverso il teatro, condotto nella prima Intifadah da Arna, una 
>donna israeliana pacifista, madre di Juliano Mer e deceduta qualche anno fa 
>. Nel film si vede il percorso di sei palestinesi che nella prima Intifadah 
>erano bambini, alcuni di loro morti in questa seconda Intifadah. Tali vuole 
>conoscere Jenin, i suoi abitanti e fare qualcosa, decide cosi' di iniziare 
>un corso d'informatica per bambini organizzando una raccolta fondi a Jaffa. 
>Malgrado il divieto, lo scorso anno si è recata a Jenin, dove ha 
>conosciuto Zakaria Zubeidi, un tempo uno dei "figli" di Arna, ed oggi capo 
>locale delle Brigate dei Martiri di al-Aqsa - tra loro è nata un'amicizia 
>basata sul confronto e la comprensione dei problemi dei due popoli. Come 
>dichiara lei stessa: "Mi hanno sempre insegnato che gli arabi erano 
>qualcosa che semplicemente non doveva esistere. Sono sempre stata di 
>destra. Fin dall'infanzia mi hanno insegnato a odiare gli arabi, a non 
>fidarmi di loro e a pensare che l'occupazione fosse giusta. Ho cominciato a 
>perdere le mie illusioni prima delle elezioni, ma ho votato Likud perché 
>avevo ancora una paura primordiale degli attentati terroristici e perché 
>sapevo che Sharon era un buon guerriero". Mentre, molto intensamente, stava 
>lavorando nei progetti educativi del campo profughi di Jenin, Tali venne 
>arrestata una prima volta in marzo a causa di sue dichiarazioni, rilasciate 
>alla stampa, in cui si diceva pronta a proteggere con il suo corpo Zakaria, 
>come gesto di protesta nei confronti della prassi delle esecuzioni mirate 
>ed extraterritoriali, costantemente applicata dall'esercito israeliano.

>
>    Dopo essere stata rilasciata, venne contattata dai servizi segreti 
>israeliani perchè collaborasse con loro in qualità di informatrice e dopo 
>il suo rifiuto, il 9 agosto, mentre si recava a Jenin venne nuovamente 
>arrestata.  Da quel giorno é in detenzione amministrativa, che un paio di 
>settimane fa si é trasformata in detenzione penale. Tutto questo senza che 
>fossero pronunciate accuse formali né un'effettiva condanna. Il tribunale 
>continua a rimandare le udienze per lasciare più tempo di investigare su 
>quelle che i servizi segreti interni in Israele considerano le sue 
>attività illecite. E' infatti sospettata di collusione con il nemico in 
>tempo di guerra, d'associazione a delinquere, di possesso di materiale 
>militare e di violazione dei decreti militari che interdicono a qualunque 
>cittadino israeliano di entrare nella "Zona A" (zona autonoma palestinese).

>
>    Le sue condizioni psicologiche e fisiche stanno peggiorando, sia per lo 
>stato di detenzione prolungata, sia per le pressioni a cui viene sottoposta 
>per costringerla a confessare reati che non ha commesso. Il metodo è il 
>solito: presunte dichiarazioni di un prigioniero palestinese (rilasciate 
>con ogni probabilità sotto tortura), per le quali durante la sua 
>permanenza a Jenin Tali avrebbe visto del materiale esplosivo nelle mani di 
>combattenti palestinesi. Ma, come dichiara la sua avvocata, se anche cosi' 
>fosse, e Tali ha fermamente smentito, questo non può' costituire di per 
>sé un motivo sufficiente per essere incriminata di collaborazionismo 
>nell'organizzazione di attentati terroristici in Israele.

>
>    Di fatto ci troviamo davanti ad un nuovo caso di manipolazione della legge 
>e delle informazioni da parte del governo israeliano, alle spese di 
>chiunque non si dimostri allineato con le politiche coloniali condotte dal 
>governo di Sharon contro il popolo palestinese. Cosi' come Mordechai 
>Vanunu, tecnico della centrale nucleare di Dimona, nel deserto del Negev in 
>Israele arrestato nel 1986 con l'accusa di spionaggio e tradimento allo 
>Stato per aver denunciato all'opinione pubblica internazionale l'attività 
>illegale di Israele in materia di armamenti nucleari, anche Tali Fahima é 
>vittima di quella che prende le forme più di una vendetta tribale che 
>dell'applicazione della giustizia e del diritto; entrambi sono attaccati 
>dal governo israeliano, che li identifica come traditori, dipingendoli nei 
>confronti dell'opinione pubblica come una minaccia alla sicurezza ed 
>integrità nazionale; in questo senso il nuovo arresto di Vanunu lo scorso 
>12 novembre, cosi' come la detenzione amministrativa e i continui 
>interrogatori nei confronti di Tali, testimoniano un atteggiamento 
>persecutorio del governo israeliano nei confronti di chiunque scelga una 
>strada diversa dal giustificare, come esigenza di sicurezza per Israele, le 
>violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale dell’esercito 
>israeliano, con l’occupazione militare in primo luogo, la distruzione 
>delle case, i rastrellamenti, i bombardamenti di civili. Lo sanno e lo 
>denunciano i militari israeliani che hanno scelto di dire "No" e di 
>denunciare pubblicamente i crimini commessi dall’esercito israeliano. 
>Come diceva a Roma, Jonathan Shapira, pilota refusnik - " Ho detto no per 
>amore verso Israele e i miei vicini palestinesi, e vedo ogni giorno di più 
>restringersi nel mio paese gli spazi di democrazia."

>
>     Chiedere la libertà per Tali Fahima, è un piccolo passo per la 
>convivenza e la  democrazia. Scrivete a Ariel Sharon, Fax (+972 2) 670-5361 
>rohm@???, al Ministro della Difesa Shaul Mofaz, Fax (+972 3) 
>691-6940 sar@??? <mailto:sar@mod.gov.il>  ed al Ministro di 
>Giustizia Yosef Lapid, Fax: (+972 2) 628-5438 sar@??? 
><mailto:sar@justice.gov.il> , nonché all'Ambasciata israeliana in Italia 
>(info-coor@??? <mailto:info-coor@roma.mfa.gov.il> ).

>
>    Un abbraccio e buone feste. Io saro' Palestina - Israele dal 27 Dicembre 
>al 12 Gennaio.

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>    Luisa Morgantini

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