[Cm-roma] ecco la lista completa-peperoncino al cancro

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Autor: alberto bertolazzi
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Asunto: [Cm-roma] ecco la lista completa-peperoncino al cancro
... LA TELEVISIONE NON HA VOLUTAMENTE CITATO I PRODOTTI CHE CONTENGONO IL
COLORANTE SUDAN 1 (ALTAMENTE CANCEROGENO) PER TUTELARE GLI INTERESSI DEI
PRODUTTORI, A DISCAPITO DI QUELLI DEL CONSUMATORE....

Ecco la lista dei ritiri italiani del peperoncino cancerogeno:

KRAFT
Mato Mato piccante

STAR
Granpesto alla siciliana Tigullio
Granpesto mediterraneo Tigullio
Gransugo alla diavola
Insaporitore aglio e peperoncino
Spaghetti con broccoletti
Spaghetti alla mediterranea

CIRIO
I sughi rustici all'arrabbiata

DEL MONTE
Hot Ketchup

BARILLA
Sugo all'arrabbiata (lotti: 044423, 044433, 044443, 044913, 044923, 044933, 044943, 044503)
Pesto alla calabrese (lotti: 054513, 054523, 054663, 054673, 055003, 055013)

MAMA SITA'S
Sweet chili

CONAD
Vongole al pomodoro (lotto Lt 298A4)
Sugo al peperoncino (lotti: LP015, LP016, LP157)
Taralli al peperoncino (tutti i lotti con scadenza antecedente
l'1/02/04)

ARENA
Zuppa di pesce Mare Pronto ( 18 lotti con scadenza fino a ottobre 04)
Sugo alla marinara Mare Pronto (6 lotti con scadenza fino al dicembre 04)

INOLTRATE A TUTTI, E' IMPORTANTE!

In Italia sta circolando un tipo di peperoncino rosso che contiene un
colorante cancerogeno vietato dall'Unione Europea. Lo ha scoperto l'Arpa
(Agenzia regionale protezione ambientale) di La Loggia, in provincia di
Torino, che ha trasmesso un rapporto alla Procura del capoluogo piemontese.

Il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello ha informato la Regione e
il Ministero della Salute perchè vengano presi i provvedimenti del caso.
Sotto accusa è il colorante "Sudan rosso 1", molto impiegato in India, che
la Commissione Europea ha vietato il 20 giugno del 2003 perchè "considerato
una sostanza cancerogena genotossica", vale a dire dannoso anche per la riproduzione.

Al momento sono ben dieci le aziende italiane produttrici di
alimentari contenenti peperoncino indiano indagate dalla Procura di Torino.
L'ipotesi di reato contestata dal pm Raffaele Guariniello, titolare
dell'inchiesta, è di somministrazione di sostanze alimentari pericolose per la salute pubblica.

Su incarico del magistrato torinese, i Nas stanno eseguendo controlli
in tutta Italia alla ricerca di prodotti contenenti questa spezia che,
secondo quanto stabilito a un decreto dell'Unione europea, una volta
individuati devono essere sequestrati e distrutti.

Il problema riguarderebbe in particolar modo il nostro Paese visto che
gli alimenti incriminati trovati anche in altri stati d'Europa provverrebbero proprio dall'Italia.

Secondo la Procura il problema è più vasto di quanto si possa
pensare:
infatti oltre che nel peperoncino in polvere, il Sudan 1 si può trovare
anche in sughi pronti, salumi e paste. Inoltre, a confermare la gravità dell'accaduto, sembra che numerose aziende italiane stiano provvedendo
'alla chetichella' al ritiro volontario di centinaia di prodotti, nelle
ultime settimane, dagli scaffali di numerosi supermercati italiani.

In effetti solo la catena di supermercati Conad ha avvisato i propri
clienti dei ritiri in atto, pubblicizzando nomi e marchi addirittura sul
proprio sito internet. Chi dorme invece tranquillo e non si preoccupa
minimamente di avvertire i consumatori italiani di quanto sta accedendo, è il nostro
ministero della Salute che tace in tutta tranquillitè.

L'allarme sul colorante cancerogeno presente nei peperoncini
provenienti dall'India è partito dalla Francia, ed è stato preso in seria
considerazione dalle autorità europee.

La Commissione è arrivata a vietare l'importazione di peperoncino
rosso e dei prodotti derivati "a meno che le partite non siano accompagnate da un
certificato comprovante che il prodotto non contiene il colorante Sudan rosso 1".

Le partite con il colorante "devono essere distrutte".

"Il colorante Sudan rosso 1 - si legge nel testo della decisione
della Commissione - "può essere considerato una sostanza cancerogena
genotossica".

Pertanto è impossibile stabilire una dose giornaliera tollerabile.
Il colorante può anche provocare reazioni di sensibilizzazione per via cutanea
o per inalazione.

L'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) ha inoltre
classificato il colorante nella categoria 3 delle sostanze cancerogene.



                
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