[NuovoLaboratorio] espropri ecc

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Autor: Paolo Arado
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Assunto: [NuovoLaboratorio] espropri ecc
leggere i giornali a volte fa male alla salute !
basta leggere oggetto del tuo post per intuire che non hai capito ! ti
allego uno strumento di utile comprensione
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----- Original Message -----
From: <navone.riccardo@???>
To: <forumgenova@???>
Sent: Monday, November 08, 2004 10:59 PM
Subject: [NuovoLaboratorio] espropri ecc




É nato un nuovo soggetto politico

il ?VICE-PROLETARIATO? !

Si tratta di un ibrido, costruito in un laboratorio del Nord-Est, che porta
sulla testa un tubo catodico con all?interno il vuoto pneumatico.
Questo nuovo soggetto è stato elaborato con complicatissimi calcoli ed
infiniti
esperimenti durati anni ed anni in oscuri e polverosi laboratori.

Una lunga storia - fatta di alti e bassi - che pochi conoscono a fondo.

Ripercorrerne le tappe fondamentali risulterebbe un esercizio saccente e
noioso.

Basterà ricordare che il 10 settembre 1994 - alla manifestazione nazionale
dei centri sociali a difesa delle occupazioni - il servizio d?ordine del
Leoncavallo si presenterà con delle curiose tute bianche.
Quel giorno si verificheranno scontri con la polizia che avranno la forza
di dare vigore e visibilità al cosiddetto ?movimento?.
Quelle tute bianche si trasformeranno nel tempo - a Genova per il G8 del
2001 - per amalgamarsi provvisoriamente sotto il Logo ?Movimento dei/delle
Disobbedienti?.
Questo movimento si ritrasformerà ulteriormente e giungerà molto rapidamente
all?attuale Ibrido che porta ancora il vecchio nome ma non le
caratteristiche
fondatrici.

Questo ?ibrido? ha tutte le caratteristiche del marziano che viene
paracadutato
in un talk-show o in una sit-com (é di moda anche Reality-show).

Ricapitoliamo un po?.

Il ?movimento? - che non esiste - decide di svegliarsi una mattina e di
dare l?assalto ad un centro commerciale, dove le merci luccicanti sono ben
esposte per l?invidia dei poveri che non possono permettersele.

Lo scopo è quello di dare l?esempio da sottoporre al giudizio delle masse
di proletari inermi - che non hanno coscienza di sè e non hanno idee
creative
- affinché si sveglino dal torpore cui sono assoggettate e si mobilitino
per effetto del principio di emulazione.
Naturalmente queste merci esposte sono un legittimo desiderio per tutti.

Non sono solo merci ma reali bisogni degli esclusi.
Tutti hanno bisogno di mangiare un po? di prosciutto crudo di Parma o di
usare un computer, di non spendere tutta la pensione per pagare l?affitto
o di vergognarsi delle scarpe sfondate.

La società civile si trova spiazzata di fronte a questo repentino sbarco
di alieni.

Vengono dal nulla - o da una storia oscura - hanno scarso credito - se non
a livello di poche enclave minoritarie ed emarginate.

Questi alieni non dicono delle cose sbagliate, né si comportano in modo
poco urbano, non si abbandonano ad atti vandalici esecrabili.

Si limitano a prendere e a distribuire quello di cui hanno bisogno per
vivere
dignitosamente, senza commettere reati di particolare gravità, senza
nascondersi.

Fanno la loro spesa alla luce del sole, sotto il fuoco delle telecamere
dei media e del regime.

C?é qualche cosa di sbagliato in tutto ciò?

SI !

C?é qualche cosa di anomalo in questa prassi politica?

SI !

C?é qualche cosa da condannare nel desiderio di avere non solo pane ma anche
le rose? - Prosciutto e libri.

NO!

Allora cosa risulta anomalo in tutto ciò, sbagliato e poco lungimirante?
La risposta è molto semplice.

Questo ?movimento? non fa politica ma solo spettacolo.
Questo ?movimento? non ha radici perché è un marziano.
Questo ?movimento? non si rivolge a nessuno se non a se stesso.

Le buone intenzioni non hanno per forza il bene come risultato finale.

Il problema non è quello di sfondare una porta o violare una legge.
Il problema non è quello di violare una multinazionale per avere uno sconto
o per non pagare un prezzo imposto da un mercato drogato.
Il problema non è quello di dare l?esempio e innestare un processo
dall?esterno.

Il problema vero è quello di fare politica.

Il problema è quello di fare politica insieme alla gente - essere radicati
- avere un ruolo di stimolo stando dentro e insieme ai problemi reali delle
persone.

Non bastano dieci cittadini contenti perché si portano a casa un fax o un
prosciutto o un vestito.

Non ci si deve sostituire a nessuno per dare esempio o indicazioni a
nessuno.

Bisogna radicarsi nei quartieri e nella cultura di massa col lavoro
quotidiano
e dare possibilità di organizzazione a tutti per essere protagonisti.
Non è produttivo fare i vice-proletari che agiscono in nome di chi si vuole
convincere, organizzare, raggiungere con il proprio messaggio.

- Basta con i marziani.
- Basta con i vice-proletari.
- Basta col mitizzare strade già percorse e rivelatesi minoritarie e
perdenti.
- Basta col fare i Robin Hood una-tantum.

Bisogna fare politica - seriamente - ovunque e sempre.
Anche quando questo processo comporta una rivoluzione che riguarda
sostanzialmente
noi, come possibili attori dei percorsi politici che ci attendono.


ciao a tutti
Riccardo Navone


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Quella di sabato 6 novembre è stata una grande giornata di mobilitazione, in cui decine di migliaia di persone sono scese in piazza a Roma rivendicando reddito e diritti contro le politiche di precarizzazione del lavoro e di attacco sociale; contro politiche che aumentano le spese militari tagliando ancora quella sociale.

Lavoratrici e lavoratori che subiscono le legislazioni liberiste e autoritarie sull'occupazione e sui diritti sindacali, parti significative del pubblico impiego ulteriormente attaccate dalla nuova finanziaria, inoccupati e disoccupati lasciati senza risorse per una vita dignitosa da politiche di sviluppo asservite agli interessi dei pochi contro i molti, precari metropolitani, studenti e ricercatori che reclamano il pagamento di quello che quotidianamente danno alla ricchezza sociale, senza tetto che occupano case sfitte affermando un diritto di dignità vergognosamente negato dalla speculazione e dalle sue protezioni politiche, migranti sempre più sfruttati nella ristrutturazione del mercato del lavoro e cui ogni diritto resta negato: tutte e tutti costoro hanno animato la "parade" di sabato pomeriggio, portando in primo piano rivendicazioni e lotte ignorate dalla rappresentanza politica e dalla comunicazione ufficiale.

La "grande alleanza precaria" lanciata dall'Assemblea metropolitana per il reddito di Roma e dalle realtà del sindacalismo di base, dell'autogestione, dell'autorganizzazione sociale e delle lotte di precari, senza casa e studenti che ne fanno parte, raccogliendo gli appelli delle reti nazionali per la giornata del "6 precario", si è così affermata materialmente e visibilmente, rafforzando tutti i diversi percorsi di lotta e di proposta che si sono in questo modo incontrati e portando per la prima volta in primo piano un molteplice protagonismo sociale capace di aprire una battaglia generale sulle condizioni di vita, sull'affermazione di nuovi diritti e contro le politiche del carovita.

Ora, un attacco politico e mediatico senza precedenti tenta di oscurare la vera natura della giornata di sabato scorso. Le iniziative di denuncia del carovita e dell'esclusione dall'accesso ai beni fondamentali così come ai saperi, vengono stravolte e strumentalizzate per fermare un percorso di denuncia e di lotta sociale, cancellando il dato oggettivo della riuscita della manifestazione del 6.

Si tenta il linciaggio di un'iniziativa partecipata e comunicativa di contrattazione sociale con una delle grandi catene commerciali, per ottenere il risultato simbolico di una riduzione dei prezzi dei beni di largo consumo, annunciata pubblicamente, animata da centinaia di persone e dai loro visi aperti e trattata sul posto con la direzione aziendale e con i funzionari di polizia presenti, spacciandola addirittura per una rapina e per un episodio "criminoso" di violenza.

Si tenta, come fa il sottosegretario al Welfare del governo Berlusconi, di assimilare azioni simboliche e di comunicazione come questa, o la distribuzione gratuita di un dvd cinematografico, addirittura al terrorismo: e ciò, senza che dalla gran parte delle opposizioni parlamentari si levi una parola diversa e di buon senso, quando persino non vi si associano.

Si tenta di additare a questo linciaggio singole parti dei movimenti che hanno aderito alla giornata, per stravolgere un grande risultato di partecipazione alla "parade", il contenuto stesso delle iniziative e il fatto che quella di sabato è stata una giornata organizzata e vissuta non da "professionisti della politica" ma da ampi settori sociali.

Tutto questo è ridicolo; anche se è proprio con simili strumenti che si tenta di terrorizzare le molte e i molti che hanno potuto riconoscersi nei contenuti e nella comunicazione della giornata di lotta di sabato, e si tenta di fermare un percorso di mobilitazione e organizzazione sociale che mette paura solo ai grandi interessi economici e alle scelte politiche che vi si subordinano.

Questo percorso non si fermerà, tanto meno di fronte allo spauracchio di una repressione senza alcun fondamento. Proseguirà nella battaglia contro finanziaria di guerra, legge 30 e pacchetto Treu e negli appuntamenti di lotta del lavoro precario e delle tante figure della vita sociale precarizzata, nell'apertura degli sportelli del precariato, nella moltiplicazione delle reti di iniziativa fra tanti e differenti soggetti che reclamano il reddito che gli è dovuto. Questo è il vero problema e parla da sé il fatto che per non affrontarlo lo si voglia negare, mistificare, nascondere dietro la vergognosa campagna attuale: ed è evidente che lottare per diritti e reddito significa, oggi, lottare per la democrazia.

Le reti nazionali promotrici della giornata del 6 novembre
e
l'Assemblea metropolitana per il reddito di Roma