Penso che l'uscita di Scajola ha ulteriormente dimostrato come il
paternalismo di quell'uomo è radici molto putride.
Leggendo i messaggi di Enrico Testino dei giorni scorsi che si poneva delle
domande sulla festa del 12 ottobre, mi si sono intrecciati alcuni neuroni:
mi sono reso conto che io il 12 ottobre, come molti cittadini genovesi,
dovrò subire una molteplice umiliazione e mi domando come riuscirò a
superarla.
Il 12 ottobre è stato proclamato festa nazionale a furor di parlamentari di
maggioranza e di opposizione. Ovviamente il fatto che si aggiunga una festa
non mi turba, anzi. Ciò che mi turba è il motivo. Possibile che nel nostro
Bel Paese non ci fosse un motivo migliore per dare un giorno di festa ai
suoi abitanti? Si poteva festeggiare lo sbarco sulla luna, la dichiarazione
dei diritti dell'uomo o perfino, in tema di federalismo, le prime elezioni
regionali. Chiunque probabilmente riuscirebbe a farsi venire in mente un
motivo migliore che lo sbarco dei colonizzatori in America.
Dodici anni fa vi fu un notevole movimento di opposizione al festeggiamento
dei 500 anni dalla conquista e adesso, grazie alla solerzia dei parlamentari
di tutti gli schieramenti, ci troviamo i festeggiamenti ogni anno, tanto per
poter un po' scimmiottare i nostri padroni americani.
Questa è la prima umiliazione: vedere nuovamente riproporre la conquista
dell'America come un epopea salvifica, come se 12 anni bastino a cancellare
dalla memoria le parole dette allora.
La seconda umiliazione la subirà, probabilmente, proprio il 12 ottobre
quando verrò chiuso in casa per dare modo agli officianti di fare le loro
muine. Fortunatamente in America ci sono le elezioni e sicuramente Bush non
avrà neppure lontanamente la possibilità di accettare il grazio invito
fattogli dal presidente del Consiglio Regionale di venire a Genova a
festeggiare il Columbus Day. Ma nonostante questo scampato pericolo penso
che la prima volta che viene festeggiata una nuova festa nazionale il
governo non perderà occasione per cercare di riscuotere i favori dei tanti
che non si porranno il problema del motivo per cui si trovano in festa
invece che a lavorare. E questo significherà, come abbiamo visto oggi per la
visita del Silvio, una città blindata.
Ma la terza umiliazione la subirò pensando che tutto l'ambaradan delle
celebrazioni sono e saranno gestite e condotte da un gran ciambellano che
qui a Genova ha già guastato drammaticamente una grande festa come le
giornate di opposizione al G8. E si, perché il gran ciambellano è proprio
Claudio Scajola.
Il 12 ottobre mi sa che scapperò il più lontano possibile, tanto per mettere
un po' la testa sotto la sabbia, a meno che ....
Cordialmente
Carlo Schenone
vico del fieno 5/7
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