La drammatica vicenda del rapimento di Simona Pari e Simona Torretta,
operatrici di Un Ponte per
e di Ra'ad Alì Abdul-Aziz e Mahnaz Bassam,
operatori iracheni di pace a Baghdad, dimostra ancora una volta la
necessità di fermare questa guerra che sta precipitando lintera regione
mediorientale in un abisso di barbarie. Oltre a sollevare pesanti
interrogativi su ciò che sta realmente succedendo in Iraq, gli
avvenimenti di queste ore evidenziano lurgenza di una mobilitazione
immediata del movimento contro la guerra nel nostro paese per la
liberazione immediata e senza condizioni di Simona Pari, Simona
Torretta, Ra'ad Alì Abdul-Aziz e Mahnaz Bassam, per impedire che
tragedie come questa possano ripetersi di nuovo e per liberare gli altri
venti milioni di ostaggi, tutto il popolo iracheno, vittima di una
guerra che si fa sempre più spietata e annichilente. Tuttavia non
possiamo tacere di fronte alla verità che ci impone lo scenario attuale:
la causa prima del dramma che sta vivendo lIraq è la guerra di
aggressione condotta dagli Stati Uniti e dai loro alleati, compresa
lItalia, per il petrolio e il controllo geopolitico della regione.
La responsabilità criminale dei governi di guerra, quello statunitense
in primis, si fa sempre più palese e ci spinge quindi oggi, ancor più di
ieri, a esigere il ritiro immediato di tutte le truppe e la fine
delloccupazione militare dellIraq. Sono queste le condizioni minime
per consentire al popolo iracheno di prendere finalmente in mano la
propria esistenza, di sviluppare un reale processo di pace e di sperare
in un futuro di vera democrazia.
Oltre a raccogliere lappello nazionale alla mobilitazione in tutte le
piazze del paese ( a Napoli ci sarà uniniziativa stasera, mercoledì 8
settembre alle ore 19:00, in P.zza del Plebiscito ), proponiamo a tutto
il movimento italiano contro la guerra una manifestazione nazionale a
Roma per il 12 settembre dopo la conclusione dellAssemblea del
Movimento, che rifletta lo spirito dellappello inviato dal Comitato
nazionale Fermiamo la Guerra. Intanto, come Comitato napoletano contro
la Guerra, ci dichiariamo in stato di mobilitazione permanente.
Comitato napoletano contro la Guerra
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Paola Manduca