Aria fritta e voluminosi mucchi di parole Era: [Cm-roma] mes…

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Autor: Marco Pierfranceschi
Data:  
Temas antigos: [Cm-roma] messianesimo nonviolentista astratto eterribile materialità del conflitto
Asunto: Aria fritta e voluminosi mucchi di parole Era: [Cm-roma] messianesimo nonviolentista astratto e terribile materialità del conflitto
Introduzione
(Data la lunghezza di questa mail ritengo utile un paragrafo introduttivo)

Per tutti quelli che non hanno pazienza e/o tempo per leggersi tutto riassumo
brevemente il contenuto della mail.
Cicloviet espone una sua visione della CM (per non dire dell'intero universo)
della quale condivido forse un 10%, per cui mi permetto di contraddire alcune
sue affermazioni, inframmezzando alcuni lazzi di alleggerimento.
Il succo del mio pensiero è (pare che non sia abbastanza chiaro) che se la
massa vuole essere un fenomeno "di massa" deve proporre un evento (la massa
critica) che sia accettabile dal più ampio ventaglio di partecipanti,
viceversa se vorrà essere uno spazio aperto a "sperimentazioni sul tema del
conflitto" dovrà accettare di rinunciare a quanti non le condividano, vedendo
ridursi il numero dei partecipanti.
Questo il "succo"
Buona lettura

***********************************************************************************
cicloviet wrote:
> mi immetto anche io con la mia consueta pesantezza nel dibattito
> partito dal tread "Libero arbitrio e assunzione della responsabilità".


Urgh!!! "La vendetta di GrafoMan"... :-////

(cut)
> Un po' di premesse
> Non ho mai purtroppo partecipato a una critical mass ahimè.

(cut)

Questo, di fatto, mette una seria ipoteca su tutto il resto del tuo
contributo... parli di cose che conosci solo per aver letto in giro e
"sentito dire", mancando dell'esperienza diretta.
Quando poche settimane fa esordii su questa lista proponendo uno spazio
dibattimentale mi venne fatto presente che "prima si partecipa, poi si
discute". Forse non era un parere condiviso da tutti, ma mi sembra che
nessuno, allora, lo contestò.

> Lungi da me la volontà di fare ipoteche su Critical Mass, quello che
> scriverò d'ora in avanti e frutto di una riflessione da "osservatore"
> purtroppo non ancora partecipe. Per i ricchissimi spunti di riflessione
> sono debitore alle innumerevoli mail delle mailing list Cm-Roma, Cm-Crew,
> Dadaciclo, al saggio a cura di Chris Carlsson "Critical Mass, l'uso
> sovversivo della bicicletta, nonché alle lunghe conversazioni con attivisti
> di varie cm locali.


Ok, fin qui condividiamo la base teorica.

(cut)
> Ammetto un certo imbarazzo, pari a quello manifestato dal caro hektish,
> nel leggere in questa lista termini come DEPURARE,


L'imbarazzo di hektish ritengo provenga (o dovrebbe provenire) dal fatto che
quel termine l'ha usato lui per primo, nella mia lettera non c'era...
Trattasi di "incorretta attribuzione", infatti non ritengo coincida con
quanto contenuto nel mio messaggio, né tantomeno col mio sentire.
Non si educa attraverso l'esclusione.

> o addirittura sapere che in questa lista ci sono soggetti disposti anche
> a consegnare alla polizia possibili "teppisti".


Dipende... In linea di massima non sono molto propenso ad assumermi la
responsabilità delle azioni di altri, in particolar modo se non le
condivido. Non mi sento di avallare l'operato di chi va a far la guerra
all'Iraq al pari di chi parte per andare a "far la guerra agli
automobilisti", la mia battaglia è contro la stupidità, non contro gli
stupidi.

> Partiamo allora dalla domanda cardine: Che cosa è la Critical Mass? Penso
> l'unica spiegazione che possa metter d'accordo tutti è quella più tecnica:
> un'incontro causale di ciclisti ogni ultimo venerdì del mese che decidono
> sul momento quale percorso fare, variandolo anche a seconda delle
> circostanze in modi e termini non definibili.


Cominciamo male.
Che un'appuntamento che abbia definiti data, ora e luogo possa essere anche
lontanamente "casuale" è una favoletta che se credi puoi raccontare in giro,
ma per quel che mi riguarda il tempo delle favolette l'ho passato da un
pezzo. La CM è un evento che ha ampi margini di casualità, ciò non toglie
che abbia frequentatori assidui, modalità più o meno chiaramente definite,
persone che ci credono e ci investono energie, e rappresenti uno spazio di
amicizie e passioni condivise. Quindi molto più, ma anche molto altro.
(ecco i risultati della pretesa di imparare il mondo dai libri..)

> Da questa base la massa è una grande
> scatola vuota dove tutt* poi immettono il loro contributo creativo per far

si
> che la cosa funzioni, sia divertente e aumenti il valore qualitativo e
> quantitativo dell'iniziativa.


Sbagliato, è una scatola già piena di tante persone e tante anime, aperta ai
contributi di tutti ma non "immateriale", e tantomeno "infrangibile".

> La prassi plasma la massa, la massa sfugge a ogni regolamentazione formale
> tipica del pensiero astratto/borghese, è questa la sua forza. La massa è un
> processo reale irriducibile e inafferrabile nei confronti della violenza di
> uno status quo che definisce/regola/incasella per poi colpire e

disarticolare.

Bello questo, sembra una recensione di Enrico Ghezzi al film "The BLOB, il
fluido mortale". :-P

> Nella massa c'è posto per tutti: per chi vuole urlare la sua rabbia; per
> chi vuole urlare la sua gioia; per chi è annoiato e vuole vedere/conoscere
> cose e persone nuove; per chi vuole comunicare alla gente distribuendo
> caramelle;


Il posto c'è, bisogna vedere se si riempe... Hai voglia dire che c'è spazio
per tutti quando si finisce coll'essere in quattro gatti. Lo spazio c'è
comunque, anzi, più gente manca più "spazio" rimane.

> ma anche per chi, su mandato di un "Associazione amatoriale
> formalizzata" si infiltra in essa per accalappiare possibili nuovi soci e
> rieducarli secondo le norme sociali esistenti.


Allora: punto primo "amatoriale" caratterizza un tipo di ciclismo sportivo
alla "vorrei ma non posso (vincere)" che è lontano anni luce dal modo mio e
della Fiab di usare la bicicletta.
Quanto all'accalappiare, oltre a non rientrare nelle mie categorie di
pensiero, penso di avere troppa stima dell'intelligenza dei partecipanti a
questa lista per pensare che un'operazione del genere sia lontanamente
fattibile, ancorché _non_ desiderabile.
E poi "rieducarli"... che termini... ma pensi di avere a che fare con dei
bambini???

> Nello "stato di cose presenti" c'è la classe politica espressione
> dei potentati economici che comanda e legifera e la cosiddetta "società
> civile", in realtà espressione solo dei ceti medio-alti, che delega e viene
> cooptata in minima parte. La cosiddetta società civile non è un blocco
> unidimensionale, all'interno della società civile ci sono tanti interessi
> particolari in conflitto tra loro, l'associazionismo stesso è solo una delle
> tante espressioni, in quando questa società civile di cui in tanti si
> riempiono la bocca si palesa anche non formalizzata e tesse le sue alleanze
> con la classe politica in situazioni non ufficiali, a volte anche al di
> fuori della legge.


Azz'... una lezione di Teoria Marxista (scusate, è marxismo? noi dei ceti
medio alti siamo usualmente poco ferrati, passiamo tanto di quel tempo a
tramare con la classe politica in situazioni fuori dalla legalità che la sera
siamo troppo stanchi per studiare) proprio non me l'aspettavo...
Mi sa che stai solo prendendola alla lontana per avere più rincorsa quando mi
attaccherai...

> Ma per ciò che riguarda l'associazionismo, in questo caso quello di
> "sinistra", quello magari "ecologista" (qui le virgolette sono di rigore)
> l'attitudine ai grandi proclami impregnati di buoni e sani principi morali,
> di rispetto per l'ambiente, di nonviolenza come a-priori di ogni interazione
> umane e di tutto ciò che riguarda SOLO "il cielo stellato delle idee" dove
> tutto è puro e tutto è limpido, è finalizzato solamente a tentare di
> offuscare la terribile realtà che abbiamo sotto gli occhi,dove niente è puro
> e limpido, dove i rapporti sociali sono contrassegnati dalla sopraffazione
> sistematica, dove la violenza ricorre in ogni anfratto dell'esistenza, dove
> chi non ha voce in capito, ovvero la maggior parte dell'umanità, sopravvive
> e tenta di resistere ben lontano da quei comodi salotti dove la cosiddetta
> società civile tenta di accaparrarsi una fetta di torta in più al cospetto
> del potere reale.


Ah, ecco, ora ho cognizione di me.
Sono un bieco strumento di oppressione delle masse al soldo del potere
dominante, e tutte le mie energie vengono spese per occultare e mistificare
la spietata realtà di sfruttamento dei proletari oppressi da parte del
Capitale...
Chi l'avrebbe mai detto? :-)

> Solo con il conflitto si può sperare di recuperare qualcosa, cercando di
> mettere radicalmente in discussione lo stato di cose presenti, il conflitto
> non conosce a-priori, il conflitto si evolve e si rafforza sulla base della
> prassi. Questa massima molto generale vale anche per la Critical Mass,
> almeno secondo me.


Vorrei chiarire un punto: non sto qui a dire che il "conflitto" non può o non
deve far parte della CM, sto solo dicendo che che _a me_ personalmente non
interessa far parte di una CM che sposa la prassi del conflitto (e di me,
penso, non possa fregargliene di meno a nessuno se ci sono o no...), e
tuttavia come me anche molti altri _potrebbero_ non riconoscersi nella prassi
del conflitto al punto da tirarsene fuori.

> Le strade sono state costruite ad uso e consumo dei
> veicoli a motore, questa è la terribile realtà, anche se non c'è una legge
> che vieta la circolazione a mezzi a trazione umana, puché non in "massa" ,
> altrimenti è una manifestazione non autorizzata. Gli automobilisti come gli
> scooteristi si sentono padroni della strada, lo status quo è dalla loro
> parte, li tutela e li difende, continua a violentare le città con
> tangenziali e superstrade, trasforma aree verdi in parcheggi, tutto deve
> essere a misura di veicoli a motore. Nelle città disegnate in questo modo
> non c'è spazio per noi, se non nei ghetti delle piste ciclabili. La Critical
> Mass nasce e si sviluppa partendo da un esigenza di riappropriazione di ciò
> che anche nostro, e il conflitto nasce da solo.


Vedi, in questo la prassi del mondo dell'associazionismo diverge profondamente
dai tuoi tentativi di applicare gli strumenti ideologici della lotta di
classe al confronto ciclisti-automobilisti.
Laddove tu parti lancia in resta alla testa di una minoranza (e di minoranza
si tratta, renditene conto, questa non è la rivoluzione delle masse contro
un'oligarchia, questa è la ribellione di un'oligarchia culturale contro le
masse e la massificazione) aprendo un conflitto che potrà vederci solo eroici
perdenti, io e la Fiab lavoriamo all'ampliamento del consenso, alla crescita
del numero dei ciclisti ed alla diffusione dell'uso della bicicletta,
affinché questa attuale minoranza possa in un futuro più o meno prossimo
diventare abbastanza forte da poter pretendere _con successo_ che le sue
esigenze siano rispettate.

> Rimango quindi abbastanza sorpreso quando leggo che la massa non deve
> muovere conflitto, è la massa è conflitto e la reazione verso la massaè
> ancora più conflittuale, in ballo c'è il predominio sulla strada, mica
> cazzi.


Ah, certo! L'automobilista bloccato in coda ha in testa il "predominio sulla
strada", mica che è in ritardo o vuole poter parcheggiare quel cazzo di
macchina il prima possibile per togliersi dallo stress del traffico...
Qui mi pare che quando i nemici non ci sono si inventano!

> Qui sorge allora la questione della comunicazione, ma mi pare di aver capito
> che in questa sede non si valuta a dovere un aspetto essenziale, ovvero:
> per un soggetto che comunica ci deve essere un altro soggetto disposto ad
> ascoltare e purtroppo non è sempre così, checché ne dicano le anime belle
> dell'associazionismo borghese.


Non so se "l'anima bella" sono io (ma probabilmente sono "l'associazionismo
borghese", per cui vale la proprietà transitiva), comunque sono pronto a
sottoscrivere il fatto che non c'è comunicazione in assenza di "ricevente".
L'ovvio è incontestabile.

> La comunicazione verso l'altro, sia esso un
> automobilista, uno scooterista o un pedone è un costituente essenziale
> della massa e le forme di comunicazione sono e devono essere le più
> disparate e il fine deve essere l'aumento del consenso, ok.


Ok!

> Ma quando ci si 
> trova innanzi agli autoproclamatisi "padroni della strada" non c'è discorso,
> né estetica che tenga, care le mie anime belle, loro vogliono ribadire il
> loro dominio senza se e né ma, e a noi non resta altro che ribadire con
> altrettanta forza il nostro diritto di esistenza.         


Scusa ma mi sembra ricadere nel primo caso, quello dell'assenza di
"ricevente".
Ma soprattutto non capisco l'obiettivo.
A che serve scazzarsi con qualche decina (a dir tanto) di automobilisti e
motociclisti una volta al mese? Che valore comunicativo può avere in una
città di tre milioni di abitanti? Che valenza dialettica e/o didattica può
avere misurare chi ha più testosterone?

> La storia dell'umanità (cut)


"Quando il mondo era giovane, e il bisonte pascolava libero sulle grandi
praterie..."
(forma tradizionale per l'inizio della narrazione dei nativi americani)

> Chi ha potere non lo cede né lo estende così facilmente come pretendono di
> farci credere le anime belle.          


Allora vorrei che le "anime brutte" mi chiarissero un punto: applicando questa
chiave di lettura (a mio parere del tutto strumentale) del conflitto dei
rapporti di forza, come si spiega la situazione dei paesi nordici, Germania e
Olanda in testa, dove la bicicletta ha conquistato spazi e dignità che qui da
noi sono del tutto utopistici?
Ci sono riusciti col conflitto? Mi son perso qualcosa?
(e non tiratemi in ballo Provos e Situazionisti, che saranno pure state delle
belle avanguardie culturali ma ritengo abbiano avuto poche influenze concrete
sulle scelte di mobilità da parte delle amministrazioni)

> Ma ora entriamo nello specifico,

(cut)
> Il Linguaggio è molto importate

(cut)
> Questa mistificazione a
> quanto pare arriva dappertutto anche nelle liste di cm. La Critical Mass è
> una guerriglia urbana, con tanto auto rovesciate, autosaloni incendiati,
> automobilisti malmenati... bah sinceramente ste cose non le vedo e non le
> sento da svariato tempo.


Beh, che non le vedi, dato che non hai mai partecipato, mi sembra
inevitabile... in realtà, se ricordi, tutta la discussione è nata da una
provocazione di Giobbo che ha chiesto: <<ma se alla ciemme ognunu fa ciò che
vuole, perché se c'è chi regala caramelle non ci può essere chi spacca
parabrezza?>> Tutto quello che è seguito ha preso le mosse da questa ipotesi,
sviscerandone anche i risvolti più estremi...

> I violenti poi sarebbero quelli che rispondono a
> tono a automobilisti esagitati... ma dico io... giusto per fare qualche
> esempio... Un atteggiamento, magari anche un po' coatto, può dare fastidio
> ma non essere considerato violento!


Scusa... vale anche per l'automobilista? Oppure quelli sono "a priori" i
padroni della strada e quindi hanno torto in partenza?

> Se io entro in un bar a prendere un caffè e sento da
> dietro un avventore che esprime a voce alta giudizi pesantemente offensivi
> sul mio vestiario, sulla mia capigliatura o sulla mia persona, a me viene
> naturale girarmi e mandarlo a fare in culo, da li può nascere uno
> strattonamento o una scazzottata con il tizio, ma cari miei, queste sono
> cose che succedono, per fortuna non quotidianamente, ma succedono, non
> dipende da noi, è il mondo che palesa a volte la sua merda, e io penso di
> essere in diritto di rispondere agli insulti, soprattutto se gratuiti.


Non so dirti, a me non è mai successo.
Sarà un po' dovuto al fatto che non esibisco un abbigliamento appariscente, ma
questa è una scelta mia, opinabile. Magari la persona che ti insulta vive
come una violenza il tuo abbigliamento e reagisce, magari anche lui lo
interpreta come un insulto ed applica le tue stesse categorie di pensiero
"rispondendoti" di conseguenza.

> Quindi invito ad essere un attimino più obiettivi e non cercare il diavolo
> dove non c'è, onde evitare un processo di demonizzazione totalmente
> gratuito. Inoltre ribadisco il concetto che la Critical Mass è bella proprio
> perché è una situazione creativa non autorizzata né formalizzata e c'è
> spazio per tutti, sia per i coatti che per le anime belle
> dell'associazionismo borghese.      


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La mia anima

La mia anima è un'ombra
Aleggia prigioniera intorno a questo
Mio povero corpo
Si libra lontano, sulle onde dei sogni
Volteggia nei turbini del libero pensiero.

Poi, riscossa dalla realtà fisica
Apre i miei occhi, muove il mio corpo
Patetica marionetta di carne
A recitare la sua farsa/tragedia

                M. P. 1986
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Ciao, "anima brutta". ;-P

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Marco Pierfranceschi
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http://www.ruotalibera.org
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(_)/ (_) Fedora Core 2.0
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"Il (nostro) scopo è reinventare la vita
in un'era che ce ne sta privando in forme mai viste."
                       (Luigi Pintor)