[Cerchio] LA SESTA GRANDE ESTINZIONE: Una Relazione

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Autor: Tuula Haapiainen
Data:  
Asunto: [Cerchio] LA SESTA GRANDE ESTINZIONE: Una Relazione
----- Original Message -----
From: <djm@???>
To: <cerchio@???>
Sent: Saturday, March 06, 2004 12:52 AM
Subject: [Cerchio] LA SESTA GRANDE ESTINZIONE: Una Relazione


>
> Nota breve per Tuula: se hai tempo e voglia centra un pò su questo e vedi

se
> riesci a capire il perchè sono tanto ossessionato con quello che succede

negli
> Stati Uniti. Anche qui, è impossibile prescindere da loro... :)


Caro Maurizio,
ti ringrazio di cuore di questo testo. Lo trovo molto interessante e intendo
di utilizzarlo anche a scuola come materiale di esercizio per la scrittura
di un saggio breve - sulla tematica ambientalistica.
L'ho girato anche sulla lista libertari su yahoo. Così il tuo generoso
lavoro di traduzione viene ulteriormente valorizzato!:-))
grazie e 1 abbraccio
tuula
>
> ____________________________________________________________
>
> LA SESTA GRANDE ESTINZIONE: Una Relazione Sullo Stato Attuale
> Di Janet Larsen - 2 Marzo 2004
>
> www.earth-policy.org
>
> Tradotto da M - djm@??? - www.melektro.com
>
> Quasi 440 milioni di anni fa, circa l'85 per cento delle specie animali

marine
> furono sterminate da quella che è conosciuta come la prima grande

estinzione di
> massa che sia mai avvenuta sulla Terra. Approssimativamente 367 milioni di

anni
> fa, il fenomeno si ripeté ancora durante un'altra importante estinzione

che fece
> perire molte specie di pesci e circa il 70 per cento degli invertebrati

marini.
> Quindi, circa 245 milioni di anni fa, fino al 95 per cento di tutti gli

animali
> - ossia quasi l'intero regno animale - furono coinvolti in quella che

viene
> ritenuta come la peggiore estinzione nella storia.
>
> Poi circa 208 milioni di anni fa, un'altra estinzione di massa riscosse il

suo
> pesante tributo soprattutto a discapito delle creature del mare, oltre che

su
> alcuni animali terrestri. E infine, 65 milioni di anni fa, i tre quarti di

tutte
> le specie -- compresi i dinosauri -- furono eliminati dalla faccia della

Terra.
> Fra le possibili cause di queste estinzioni di massa vi furono le eruzioni
> vulcaniche, i meteoriti che si schiantarono sul pianeta e il cambiamento
> climatico. Dopo ogni estinzione, furono necessari fino a 10 milioni di

anni
> affinché la ricchezza biologica potesse recuperare le energie perdute.

Tuttavia
> una volta che una specie è andata perduta, è perduta per sempre.
>
> Il consenso fra i biologi è che ora stiamo muovendoci verso un'altra

estinzione
> di massa che potrebbe rivaleggiare con le grandi cinque del passato.

Questa
> potenziale sesta grande estinzione è unica in quanto è causata in gran

parte
> dalle attività di una singola specie. È la prima estinzione di massa che

gli
> esseri umani testimonieranno di prima mano -- e non come innocenti

passanti.
> Mentre gli scienziati non sono sicuri di quante specie abitino oggi sul

pianeta,
> le loro stime ne hanno valutate all'incirca 10 milioni. Tuttavia ogni anno
> migliaia di specie, che variano dai più piccoli microrganismi fino ai più

grandi
> mammiferi, si estinguono definitivamente. E addirittura alcune specie

spariscono
> prima che noi possiamo venire a conoscenza della loro esistenza.
>
> Il tasso medio di estinzione è ora circa dalle 1.000 fino alle 10.000

volte più
> veloce del tasso che è prevalso nel corso degli scorsi 60 milioni di anni.
> Durante la maggior parte della storia geologica, le nuove specie hanno

teso ad
> evolversi più velocemente del tasso di estinzione delle specie esistenti,
> contribuendo così al continuo aumento della diversità biologica del

pianeta. Ma
> ora invece sembra che l'evoluzione stia rimanendo indietro.
>
> Soltanto una piccola frazione delle specie di piante del mondo è stata

studiata
> dettagliatamente, ma almeno la metà di queste è minacciata

dall'estinzione. Il
> Sud e il Centro America, l'Africa Centrale e dell'Ovest, e l'Asia Sud

Orientale
> - che sono sede di diverse foreste tropicali - stanno perdendo specie di

piante
> ad un ritmo molto veloce.
>
> Oggi si conoscono quasi 5.500 specie animali che sono minacciate
> dall'estinzione. La Lista Rossa del 2003 di ricerca sulla flora e la fauna
> mondiale da parte dell'IUCN - World Conservation Union indica che quasi

una su
> ogni quattro specie di mammiferi ed una ogni otto specie di uccelli sono
> minacciate da una estinzione che potrebbe completarsi entro un certo

numero
> delle prossime decadi. (per accesso al database della Lista Rossa delle

Specie
> Minacciate dell' IUCN si veda -- www.redlist.org).
>
> Delle 1.130 specie di mammiferi che sono minacciate, il 16 per cento di

queste
> sono compromesse in maniera critica - che è il più elevato livello di

minaccia.
> Ciò significa che 184 specie di mammiferi hanno sofferto una estrema e

rapida
> riduzione di popolazione o di habitat e potrebbero non sopravvivere questa
> decade. Il numero di esemplari che resta varia da meno di alcune

centinaia, fino
> ad un massimo di alcune migliaia. Per quanto riguarda gli uccelli, 182

delle
> 1.194 specie minacciate sono attualmente in condizioni critiche.
>
> Anche se la condizione della maggior parte dei mammiferi e degli uccelli

del
> mondo è documentata in maniera piuttosto buona, sappiamo relativamente

poco
> sulla restante fauna del mondo. Soltanto il 5 per cento dei pesci, il 6

per
> cento dei rettili e il 7 per cento degli anfibi sono stati esaminati. Di

quelle
> studiate, almeno 750 specie di pesci, 290 di rettili e 150 di anfibi sono

a
> rischio. I segnali più preoccupanti -- dalla scomparsa misteriosa di

intere
> popolazioni anfibie fino alle reti di pescatori che vengono sempre più
> frequentemente tirate su vuote -- rivelano che ci potrebbe essere un

maggior
> numero di specie che si trovano nei guai. Degli invertebrati, compresi gli
> insetti, i molluschi e i crostacei, conosciamo il meno possibile. Ma quel

poco
> che è conosciuto è ben lontano dal riassicurarci.
>
> Quando l'agricoltura fece il suo avvento circa 11.000 anni fa, il mondo

era casa
> per 6 milioni di persone. Da allora i nostri ranghi si sono sviluppati

mille
> volte tanto. Tuttavia l'aumento nei nostri numeri è venuto a scapito di

molte
> altre specie.
>
> La minaccia più grande contro le creature viventi del mondo è la

degradazione e
> la distruzione dell'habitat, che sta interessando 9 su 10 specie

attualmente
> minacciate. Gli esseri umani hanno trasformato quasi la metà delle aree

del
> pianeta libere dai ghiacci, con seri effetti sul resto della natura.

Abbiamo
> creato campi agricoli dalle praterie e dalle foreste. Abbiamo arginato i

fiumi e
> prosciugato paludi. Abbiamo pavimentato il terreno per costruire città e

strade.
>
> Ogni anno la copertura di foresta sulla Terra si ristringe di 16 milioni

di
> ettari (40 milioni di acri), con la maggior parte della perdita che ricade

sulle
> foreste tropicali, nelle quali i livelli di biodiversità sono elevati. Le

paludi
> ecologicamente ricche sono stati tagliate della metà durante il secolo

scorso.
> Altri ecosistemi terrestri e d'acqua dolce sono stati degradati
> dall'inquinamento. I deserti si sono espansi prendendo il sopravvento su

aree
> precedentemente coperte di vegetazione, attraverso un fenomeno in alcuni

casi
> accelerato dall'eccessivo pascolo degli animali domestici.
>
> Un recente studio compiuto su 173 specie di mammiferi intorno al mondo ha
> rilevato che le loro aree geografiche collettive destinate al pascolo sono

state
> dimezzate durante le scorse decadi, indicando quindi una perdita non solo

nelle
> dimensioni delle aeree ma anche nel livello di riproduzione delle specie.

In
> generale, fra il 2 e il 10 per cento delle popolazioni di mammiferi

(gruppi di
> una singola specie in una posizione geografica specifica) si pensa essersi
> estinte assieme al loro habitat.
>
> Il diretto sfruttamento umano degli organismi, per esempio attraverso la

caccia
> e i raccolti, minaccia più di un terzo degli uccelli e dei mammiferi

elencati.
> Altre minacce alla biodiversità includono le specie esotiche, che vengono

spesso
> trasportate da un luogo all'altro dagli esseri umani, e che possono

arrivare a
> sopraffare specie native e ad obbligarle allo spostamento.
>
> Un'altra recente indagine su circa 1.100 specie di piante e animali ha

scoperto
> che il cambiamento climatico potrebbe eliminarne fra il 15 e il 37 per

cento
> entro il 2050. Tuttavia le perdite reali potrebbero essere ancora più

grandi a
> causa della complessità dei sistemi naturali. L'estinzione di specie

chiave
> potrebbe per esempio avere effetti a cascata attraverso la catena

alimentare.
> Come ha scritto John Donne, "nessun uomo è un'isola". Ma lo stesso vale

anche
> per tutte le altre specie con le quali condividiamo questo pianeta: la

perdita
> di una qualunque specie nella complessa ragnatela della vita potrebbe

avere i
> suoi effetti su molte altre.
>
> Gli ecosistemi sani ci sostengono con molti servizi - fondamentalmente

fornendo
> l'aria che respiriamo e filtrando l'acqua che beviamo. Ci forniscono
> alimentazione, medicina e riparo. Quando gli ecosistemi perdono la propria
> ricchezza biologica, perdono anche la loro elasticità, diventando più
> suscettibili agli effetti del cambiamento climatico, alle invasioni di

specie
> straniere e ad altri possibili disturbi.
>
> La Convenzione del 1992 sulla Diversità Biologica fornisce i paesi del

mondo di
> una base di lavoro allo scopo di conservare la diversità biologica e di
> promuovere lo sviluppo sostenibile. È stato firmato da 168 paesi, con la
> significativa eccezione da parte degli Stati Uniti. Le diverse parti, che
> recentemente hanno tenuto il loro settimo congresso nel mese di Febbraio

del
> 2004 a Kuala Lumpur, si sono prefisse l'obiettivo di ridurre

sostanzialmente la
> perdita di biodiversità entro il 2010. Tuttavia la convenzione difetta di
> meccanismi per l'azione e per la sua applicazione, che possono quindi

rendere
> assai problematica la realizzazione degli scopi prefissati.
>
> Evitare coscientemente la distruzione dell'habitat ed attenuare gli

effetti del
> cambiamento dato dalla utilizzazione delle terre, riducendo lo

sfruttamento
> diretto di piante e fauna selvatica, e la riduzione del cambiamento

climatico
> possono aiutarci ad arrestare l'indebolimento dei sistemi di supporto alla

vita,
> sui quali tanto dipendiamo. Mentre questa potrebbe essere la prima volta

nella
> storia che una singola specie può provocare una estinzione di massa, è

anche la
> prima volta nella storia che una singola specie può agire per impedirla.
>

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>
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