[Forumgenzano] Fw: Re:[Precarieta] IMPORTANTE

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Autor: noemi
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Asunto: [Forumgenzano] Fw: Re:[Precarieta] IMPORTANTE
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From: "Raffaella Distante" <carmenpia@???>
To: "danilocorradi" <danilocorradi@???>; "Precarieta"
<Precarieta@???>
Cc: "precarieta" <precarieta@???>
Sent: Monday, February 02, 2004 10:33 AM
Subject: Re:[Precarieta] IMPORTANTE


RICERCATORI PRECARI



La legge-delega della Moratti, già approvata dal Consiglio dei Ministri,
secondo la quale la figura del ricercatore universitario sarà sostituita da
collaboratori precari, è decisamente odiosa. Non solo per il suo contenuto,
già discutibile in sé, ma soprattutto perché legittima e acuisce una
situazione in atto: la precarietà di chi decide di dedicarsi agli studi.

Già da tempo, infatti, presso l'Università ed enti quali il CNR, dottorati,
assegni di ricerca e borse di studio sono spesso usati dall'istituzione che
li elargisce non per la formazione degli assegnatari ma per assoldare una
persona laureata che svolga a basso costo lavori che invece richiederebbero
l'assunzione di un dipendente.

Vorrei portare un esempio che conosco molto bene. All'Istituto di
Linguistica Computazionale (ILC) presso il CNR di Pisa lavorano circa 40
persone. La metà di esse sono ricercatori, ovvero dipendenti regolarmente
assunti. L'altra metà è invece composta da dottorandi e assegnatari di borse
di studio ed assegni di ricerca. Si tratta per lo più di persone con meno di
quarant'anni che non permangono più di due-tre anni all'ILC. Il ricambio
invece non avviene tra i ricercatori dipendenti, che sono lì da almeno una
decina d'anni. L'ultimo concorso per ricercatori ha avuto luogo nel 2002. Il
penultimo 10 anni prima. La vincitrice del concorso è stata una dottoressa
qurantenne che da 15 anni permaneva all'Istituto accumulando assegni,
contratti di prestazioni occasionali e simili, talvolta intervallati da
periodi in cui non percepiva alcuna retribuzione.

Io usufruii di una borsa di studio della durata di un anno, tra il 2001 e il
2002, per una collaborazione al progetto CLIPS. Assieme ad altri tre
assegnisti, avevo il compito di compilare una base di dati sul lessico
italiano contemporaneo. Il bando del concorso per l'assegnazione della borsa
parlava genericamente di "studio del lessico italiano contemporaneo
nell'ambito del progetto CLIPS". Inoltre, il dirigente di ricerca che si
occupava del progetto (Nicoletta Calzolari) e la ricercatrice che lo
coordinava chiarirono sin dal primo giorno che avrei douto lavorare in
orario d'ufficio e concordare eventuali ferie e permessi. Il sabato era
libero. Eppure avevo una borsa di studio... Mi dissero che anche se la mia
borsa (1.300.000 lire al mese) sarebbe durata un anno, il progetto "era
finanziato fino alla fine".
Quando nel corso di quell'anno provai a chiedere alla coordinatrice e alla
dott.ssa Calzolari una bibliografia per studiare meglio alcuni problemi
emersi nel corso del lavoro, mi sentti rispondere che l'importante era
sbrigare una certa mole di lavoro entro la data stabilita. Altrimenti, il
progetto avrebbe potuto non essere più finanziato o non ottenere proroghe.
La dott.ssa Calzolari mi disse che non era il caso di perdere tempo.
Ma avevo una borsa di studio...
Allo scadere della borsa, il progetto era ancora in atto. Non avendo al
momento alcuna alternativa, chiesi, con tre mesi d'anticipo sulla scadenza,
se fosse possibile avere un rinnovo della stessa o un'altra forma di
pagamento. La dott.ssa Calzolari mi disse di si, ma alla scadenza della
borsa mi comunicò che ormai non c'era più tempo per provvedere subito ad
un'altra forma di pagamento. Rimasi senza stipendio per un mese, il che non
è poco perché ebbi problemi a pagare affitto e bollette, visto che con
1.300.000 lire non ero riuscita a mettere granché da parte.

Adesso lavoro altrove, anche se sono sempre precaria. Mio marito, che pure
ha usufruito di assegni di ricerca per 4 anni presso l'ILC ed era dottorando
in Linguistica, si è sentito dire, dopo un mese dal nostro matrimonio, che
non c'erano soldi per rinnovargli l'assegno di ricerca. Ora fa l'operaio.


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