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From: "Renato Arvedi" <rum@???>
To: <astufilo@???>; <movimento@???>; <milano@???>
Cc: <antig8@???>; <rum@???>; <reload@???>
Sent: Sunday, January 25, 2004 3:05 PM
Subject: [movimento] Fare come i tranvieri
850 al mese ovvero un altro modo per vivere pericolosamente
Negli ultimi mesi più volte uno strano spettacolo. Una città dove il
traffico era paralizzato, una città che non funzionava più secondo i
flussi della merce forza-lavoro e delle merci di consumo, ma che doveva
trovare un proprio volto. Una impresa un po difficile visto che tutti
quanti eravamo abituati al nostro proprio ruolo. Chi si svegliava per
andare a lavorare, chi per venire all università o in scuola o
semplicemente per.
Alcuni si sono arrabbiati per la perdita di soldi, altri si sono
disperati, indignati, risentiti a sinistra per la perdita della
civiltà di Milano parlando di morti in caso di tardo soccorso per il
traffico bloccato. Ma quando questa città va qualcuno ci potrebbe dire
quanti sono i morti in strada, sul lavoro o solo perché non ci stanno
più dentro nei modi di vita esistenti? Ma per loro nessun buon
cittadino, nessun sindacato, nessun partito si è mai indignato. Altro
che civiltà
..
Ma ci sono stati quelli come noi che hanno sorriso cospirativo di
fronte a una città piegata. Quelli che hanno goduto vedere crollare una
città che fino a quel momento funzionava per tuttaltro tranne che noi
stessi.
Questa lotta per noi come pendolari, come studenti, come lavoratori,
come soggetti nella quotidianità metropolitana è importante non solo
perché ha scavalcato i sindacati o la legge 146 contro la libertà dello
sciopero, ma perché crea i presupposti perché altri lo rifacciano.
Qualcosa che è riproducibile per gli operai di una fabbrica che chiude
e non hanno altro reddito, per gli studenti di una scuola che sono
stanchi a vederlo diventare un luogo-azienda che li atomizza
schierandoli uno contro laltro, penalizza chi non riesce a tenere il
passo e premia chi diventa più servile, per tutti quelli che sono
stanchi di rispettare regole che sono unilaterali,
Fare come i tranvieri vuol dire alzarsi dal posto numerato, salire in
scena e distruggere il mito della convivenza pacifica con i ruoli che
noi raramente abbiamo scelto ma che ci sono stati abusivamente
assegnati.
Selvagizzalo cazzooo!!
lunedì 26
ore 13.30
aula 304
via festa del perdono 7
contatti: filpol@???
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