[NuovoLaboratorio] forum permanente contro la guerra

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Autor: norma
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Asunto: [NuovoLaboratorio] forum permanente contro la guerra
Al tavolo contro la guerra. al quale ho partecipato, è stato sottolineato
con rammarico ogni elemento di divisione su fronte antiguerra.
Su proposta di Piero Bernocchi, qualcun* dei partecipanti a bastaguerra
chiederà un incontro per costituire un momento di coordinamento in vista del
20 marzo.
Non so come si sia poi articolata la discussione il giorno successivo in
plenaria
Norma Bertullacelli

----- Original Message -----
From: "Giovanna Caviglione" <caviglione@???>
To: <forumgenova@???>
Sent: Wednesday, January 14, 2004 4:05 PM
Subject: [NuovoLaboratorio] forum permanente contro la guerra


da Il Manifesto di ieri, martedì 13 gennaio 2004
io non sono andata a milano nel fine settimana. qualcuno è andato?
mi sembra che non sia ancora passato in rete... come ci poniamo noi nei
confronti di questa realtà. mi sono persa qualcosa probabilmente.
saluti.
giovanna caviglione

GUERRA/PACE
Sempre più Forum
STEFANO CHIARINI
Il «Forum permanente contro la guerra», nato in queste settimane su
iniziativa di oltre 120 sindacalisti e dirigenti della Fiom e della Cgil,
intellettuali, esponenti del sindacalismo di base, della solidarietà, delle
forze della sinistra e dell'antagonismo sociale, ha tenuto domenica a Milano
la sua prima riunione nazionale. Tra i suoi obiettivi: il moltiplicare gli
organismi di base di questo tipo per dare continuità e profondità al
movimento per la richiesta del ritiro delle truppe italiane dall'Iraq e
dall'Afghanistan, per fermare la guerra preventiva, e più in generale «per
rimuovere le radici del sistema di guerra» nel quale il nostro paese è
tragicamente immerso. L'iniziativa, alla quale hanno partecipato oltre 300
tra firmatari vecchi e nuovi dell'appello per la creazione del Forum
nazionale e dei forum locali, si è subito caratterizzata per le sue
peculiarità nei confronti di altri organismi o strutture con le quali il
nuovo coordinamento è impegnato a lavorare per realizzare la grande
manifestazione del 20 marzo prossimo per il ritiro delle truppe di
occupazione dall'Iraq e da tutti i paesi del Medioriente.
Si tratta innanzitutto del legame pace-giustizia e quindi pace-resistenza,
alla base della scelta di tenere i suoi lavori nella storica sede dell'Anpi
di Milano, di mettere alla presidenza Giovanni Pesce, medaglia d'oro, e i
rappresentanti dei movimenti di solidarietà con i popoli in lotta del terzo
mondo a cominciare dalla Palestina e da Cuba. In secondo luogo si tratta di
un forte protagonismo del mondo del lavoro, con la presenza nel
coordinamento provvisorio di rappresentanti della Fiom, della Cgil, delle
Rdb-Cub, dei Cobas e di un vasto arco di forze politiche e sociali da
«Socialismo 2000», ai verdi, da Rifondazione, al Pdci, al mondo dei centri
sociali e dell'antagonismo.
Uno schieramento simile a quello che ha portato in piazza oltre 20.000
persone a Roma per la Palestina a novembre, e oltre 10.000 a Napoli contro
la guerra nel mese di dicembre ma con in più un nuovo, centrale,
protagonismo del mondo del lavoro, di quella che potremo chiamare la
sinistra sindacale interna ed esterna alle confederazioni.
Il «Forum permanente contro la guerra», se da una parte si pone tra gli
obiettivi immediati il ritiro delle truppe dall'Iraq -l'uscita quindi
dell'Italia dalla guerra- allo stesso tempo chiede anche «l'uscita della
guerra dall'Italia», in altri termini lo smantellamento delle basi Usa e
Nato nel nostro paese, la revisione degli automatismi, dei vincoli e dei
condizionamenti alla nostra sovranità connessi con il Patto atlantico e
l'allontanamento di tutte le armi di distruzione di massa che si trovano nel
nostro paese, al di fuori del controllo del governo e del parlamento.
Inoltre il Forum chiede di fermare la corsa al riarmo e all'aumento delle
spese militari che rischia di investire i paesi europei, si propone di
affrontare il problema della riconversione produttiva e delle esportazioni
di armi, e di sostenere con forza le lotte di liberazione.
Se le prossime settimane, dopo il Forum di Bombay, saranno dedicate alla
preparazione degli organismi locali promotori della importantissima
manifestazione per la pace di metà marzo - e a sostenere le iniziative
contro il muro di Sharon del 20-27 febbraio- il nuovo coordinamento sembra
deciso a non «autoghettizzarsi» e a disturbare i «manovratori» del
centro-sinistra e affini.
Si tratta di arrivare alla formulazione di una sorta di «contratto per la
pace» con il quale i partiti e i candidati alle prossime elezioni europee
dovrebbero impegnarsi di fronte al movimento e agli elettori a chiedere
l'uscita dell'Italia dalla guerra, il ritiro israeliano dai territori
occupati, il congelamento del trattato di associazione di Israele alla Ue,
la fine dell'embargo a Cuba. Impegni precisi «senza se e senza ma» che
potrebbero contribuire a far arrivare ovunque, anche al parlamento europeo,
la voce dei movimenti contro la guerra permanente di Bush e Sharon.


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