[NuovoLaboratorio] truppe italiane in irak

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Autor: Ugo
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Asunto: [NuovoLaboratorio] truppe italiane in irak
Un resoconto della riunione che si =E8 tenuta ieri presso la sede della "=
CASA
DELLA PACE" in Pzz.a Palermo.
Presenti: Forum sociale di Ge, CGIL,Forum del ponente,Rifondazione Comuni=
sta,Comitato
Pzz.a Carlo Giuliani, Comitato Verit=E0 e Giustizia,Lega ambiente, Verdi,=
16Marzo,
Rete Contro G8,COBAS, singole persone.
La discussione e votazione parlamentare per il rinnovo del mandato alle
truppe in Irak, =E8 slittata a Gennaio quindi c'=E8 pi=F9 tempo per organ=
izzare
manifestazioni e/o eventi per ribadire il ritiro immediato delle truppe
stesse.
Al fine di allargare sempre di pi=F9 la partecipazione si =E8 ritenuto op=
purtuno
invitare nuovamente tutte le associazioni, forze politiche, singoli indi=
vidui
ad una ulteriore riunione in cui si decideranno come e quando effettuare
tali mbilitazioni. Questa riunione prende spunto dal documento proposto
dal Forum che =E8 stato sostanzialmente condiviso sfrondato per=F2 di acu=
ne
parti ripetitive. Sar=E0 scritto un nuovo documento con punti chiari che =
e
da cui deve partire un percorso che non si limita a manifestazioni in occ=
asioni
del voto parlamentare, anche se nell'immediato, questo =E8 l'obbiettivo p=
rimario,
ma deve andare avanti in una opposizione ale spese militari, esercito eur=
opeo
ecc.

LA RIUNIONE SI TERRA' LUNEDI' 15 DICEMBRE p.v. PRESSO IL LABORATORIO BURI=
DDA
"ex facolt=E0 di Economia liberata" IN VIA BERTANI


xil FORUM
Beiso Ugo



ALLEGO QUI DI SEGUITO IL DOCUMENTO DEL FORUM SU CUI SI E'SVOLTA LA RIUNI=
ONE
DI IERI:

Documento in occasione del dibattito sulla ?missione? Italiana in Iraq-n=
ovembre
2003

Dopo la aggressione ingiustificata all?Afghanistan e nonostante una oppos=
izione
globale, e la pi=F9 numerosa mai vista nella storia, contro la guerra pre=
ventiva
all?Iraq, le oligarchie del mondo hanno portato avanti il loro progetto
di attaccare e occupare anche quel paese, utilizzando pretesti falsi per
loro stessa ammissione.
Attualmente, a sei mesi dalla cosiddetta ?fine? della guerra si assiste
ad una persistente e crescente presenza delle truppe di aggressione e si
prospetta una loro indefinita permanenza in Iraq.
La societ=E0 irachena =E8 vissuta sotto un regime brutale ed non democrat=
ico,
colpevole tra l?altro di una criminale repressione nei confronti dei Curd=
i.
Sotto quel regime esistevano comunque laicit=E0, lavoro, scuole, struttur=
e
civili e sanitarie. La guerra le ha distrutte, come ha distrutto la sicur=
ezza
fisica, le strutture di rifornimenti, e la occupazione del paese non ha
permesso la ricostruzione di uno spazio concreto per la produzione, il la=
voro
ed il commercio nelle citt=E0 occupate, militarizzate e distrutte, senza =
garantire
neppure una concreta libert=E0 di espressione.
Sei mesi dopo la ?fine? della guerra la incapacit=E0 degli occupanti di g=
arantire
la sicurezza personale e le libert=E0 essenziali =E8 manifesta altrettant=
o quanto
=E8 manifesto il fatto che la occupazione =E8 un ostacolo allo sviluppo d=
i una
vita civile e alla possibilit=E0 di produzione, commercio del paese e nel=

paese.
Inoltre, l?esercizio del potere militare e di aggressione preventiva ha
fatto lievitare gli atti di terrorismo internazionale che si propongono
come risposta di potere e di aggressione alla guerra e all?occupazione ed=

in questo modo seduce ed oscura la legittima resistenza alla occupazione
di tutti i popoli attaccati ed occupati .
Le azioni del terrorismo organizzato in rete internazionale tolgono voce
alla fragile realt=E0 della societ=E0 civile democratica irachena, riprop=
ongono
una frammentazione sociale, favoriscono l?integralismo religioso, introdu=
cono
logiche di delega, prepotenza e simbolismi non diversi da quelli rapprese=
ntati
e sostenuti dall?aggressione preventiva USA e dal neoliberismo che =E8 a=
lla
sua base.
La comunicazione del mondo occidentale focalizzando tutta la attenzione
sulle azioni terroristiche e la guerra, soffoca anche la voce di milioni
di cittadine e cittadini del mondo che si =E8 levata prima della guerra e=

che ha detto allora quali terribili conseguenze ne sarebbero derivate, qu=
ali
orribili propositi la muovevano: Esse ed essi vengono addirittura accusat=
i
per questo di connivenza con il terrorismo ed in tutto il mondo occident=
ale
si sono riproposte leggi che criminalizzano preventivamente la libert=E0 =
di
espressione.
Il movimento contro la guerra e pacifista ha dall?inizio avuto la lucidit=
=E0
e la chiarezza di denunciare la logica della aggressione neoliberista, il=

disegno di potere che la ha mossa , la vastit=E0 della impresa che avrebb=
e
distrutto la vita stessa di centinaia di migliaia di civili e il tessuto
di vita di milioni di uomini e donne di ogni razza e di ogni et=E0, le co=
nnessioni
tra questa guerra e le guerre economiche che sono in corso per il control=
lo
di tutto il pianeta.
Il movimento si =E8 fatto voce collettiva per chi, aspettando le bombe in=

Iraq, voce non aveva, nell?esprimere la opposizione alla guerra.
Adesso che la guerra continua in occupazione armata, che le vittime si co=
ntano
ogni giorno e ancor pi=F9 quando queste ci toccano da vicino, mentre si m=
oltiplicano
gli attentati dei terroristi in tutto il mondo, il movimento si assume
ancor a alcuni compiti.
Crediamo necessario lavorare in tutto il mondo, e quindi in ogni luogo,
per dare voce alle richieste di autodeterminazione dei popoli occupati.
Perch=E9 agli iracheni sia permesso di lavorare alla riaggregazione socia=
le
intorno alla soluzione dei problemi primari causati dalla guerra, ed into=
rno
ad una ipotesi di governo che pu=F2 generarsi solo dall?interno della soc=
iet=E0.
Sei mesi per imporre la democrazia hanno prodotto militarizzazione, fame,=

disgregazione sociale, e morte quotidiana. Perch=E9 gli iracheni abbiano =
il
sostegno tecnico derivante solo dalle organizzazioni internazionali non
governative e non a fine di lucro, e sia restaurata la sovranit=E0 nazion=
ale
dell?Iraq.
Crediamo necessario di operare perch=E9 in ciascuno dei paesi che hanno m=
andato
truppe in Iraq,o che stanno per mandarle o per riconfermare le missioni
militari si faccia sentire l?opinione delle cittadine e dei cittadini di
ogni paese, che sappiamo fortemente avversa alla partecipazione a questa=

occupazione militare.
Continuiamo a denunciare le ?rotture? del diritto internazionale come san=
cito
dalla carta dell?=B9ONU, del tribunale contro i crimini di guerra, della =
convenzione
di Ginevra e lavoriamo con questi strumenti di legalit=E0 per far si che =
si
processino amministrazioni, governi e leaders che hanno promosso la guerr=
a
e mantengono la occupazione, per tutti i crimini che hanno commesso e con=
tinuano
a commettere.
Continuiamo a costruire legami concreti con la societ=E0 civile irachena,=

come anche degli altri paesi occupati, Palestina, Afghanistan e Kurdistan=
,
per funzionare come cassa di risonanza per la loro voce, sepolta nel clam=
ore
mediatico delle azioni di violenza e di aggressione di tutti i terrorismi=

e guerre di terrore, e tagliate dalla censura. Che la voce dei popoli che=

resistano per costruire il loro presente ed il loro futuro sia alta e chi=
aramente
distinguibile dal rumore assordante delle armi.
Quindi saremo presenti in ogni paese a chiedere che cessi la occupazione
dell?Iraq, che siano ritirate subito tutte le truppe, che sia affidata ad=

organizzazioni internazionali indipendenti la fattiva solidariet=E0 diret=
ta
alle emergenze, mentre si ristrutturano le forme del consenso e della aut=
odeterminazione,
possibili solamente in un paese liberato. Che siano lasciate agli irachen=
i
le loro risorse e a ciascuno sia data la compensazione per i crimini di
guerra, di occupazione e di embargo subiti dalla popolazione civile. Che
gli iracheni siano padroni dei rapporti economici per provvedere alla ric=
ostruzione.
Come cittadine e cittadini di una Europa che vogliamo solidale e luogo di=

diritti, democrazia e pace e che invece trova la sua identit=E0 primaria =
come
Europa che si riarma e si blinda, denunciamo e contrasteremo tutti i proc=
essi
di questo riarmo, e la creazione di una armata europea.
Nella circostanza in cui il parlamento italiano deve decidere se riconfer=
mare
la partecipazione italiana alla occupazione in Iraq, ribadiamo che le rag=
ioni
per cui le truppe sono andate in Iraq erano falsificate ed ingiustificabi=
li,
che =E8 dimostrato che ?il pericolo Iraq? era inesistente e che la ?democ=
razia?
non si porta con le armi, che il terrorismo internazionale si giova della=

occupazione e prepara cosi il suo radicamento nei luoghi occupati, che la=

occupazione non ha prodotto nessuno degli esiti conclamati come motivazio=
ne
per occupare, che sortisce morte da tutte le parti, che non ci sono motiv=
i
per mantenere una presenza in Iraq delle truppe italiane.
Chiediamo il loro ritiro incondizionato ed il ritiro di tutte le truppe
che attualmente occupano l=B9Iraq. Che l=B9Iraq sia ridato agli Iracheni.=


FORUM SOCIALE DI GENOVA


Ugo Beiso