[NuovoLaboratorio] Guerra e Impero, fra antico e moderno

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Autor: statodiallucinazione@iol.it
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Asunto: [NuovoLaboratorio] Guerra e Impero, fra antico e moderno
Guerra e Impero, fra antico e moderno

di Ennio cirnigliaro

Il 31 Di=
cembre del 406 d.C., in una gelida notte invernale, un=92orda di popolazi=
oni germaniche attraversa il Reno ghiacciato e travolge senza incontrare =
alcuna resistenza le postazioni romane erette a difesa dei confini dell=92=
Impero.
In tutto l=92Occidente (s=EC, gi=E0 allora si aveva un Impero d=92=
Occidente) la vicenda viene vissuta come un trauma epocale.
Scrive San G=
erolamo: =93 Innumerevoli e ferocissime genti occuparono tutte le Gallie.=
Quadi, Vandali, Sarmati, Alani, Gepidi, Eruli, Sassoni, Burgundi, Aleman=
ni e Pannoni devastarono, oh poveri noi, qualsiasi cosa si trovassero in=
nanzi fra le Alpi e i Pirenei, fra il Reno e l=92Oceano=94
Per la prima =
volta, la prima di una lunga serie che culmi=F2 con la violazione della s=
tessa Roma per opera di Alarico prima e di Genserico poi, la =93civilt=E0=
occidentale=94 si trov=F2 innanzi, nelle proprie case, nelle proprie pia=
zze ed edifici pubblici, l=92 =93altro da s=E9=94 per antonomasia: il bar=
baro.
Due secoli di fortificazioni, guerra infinita e strapotere militar=
e non erano serviti a fermare quel gigantesco sommovimento di popoli che,=
ingeneratosi per molteplici e diversificati fattori nelle steppe dell=92=
Asia centrale, aveva finito per cozzare contro il pi=F9 grande apparato p=
olitico e militare sino ad allora mai visto: l=92Impero romano.
Fu propr=
io l=92incontro- scontro fra romanit=E0 e modo barbarico, talvolta favori=
to e talvolta osteggiato dalla sovrastruttura cristiana (si perdonino gli=
schematismi dettati dal tempo tiranno), ad determinare la fine del mondo=
antico (inteso, nel senso pi=F9 ampio del termine, come sistema sociocul=
turale omogeneo basato sulla civilt=E0 urbana, sui commerci a largo raggi=
o inseriti in una rete gi=E0 definibile globale e, non ultimo, sui tripli=
ci e complementari assi filosofici dell=92 Accademia, della Sto=E0 e del =
Peripato) e la nascita di un nuovo mondo ( il mondo altomedievale caratte=
rizzato dall=92=93eclissi=94 della civilt=E0 urbana e dei suoi saperi, da=
lla frantumazione dei poteri, dalla contrazione su scala regionale dei co=
mmerci, dalla completa cristianizzazione della cultura).
In verit=E0, se=
bbene, come oggi, l=92idea di =93scontro di civilt=E0=94 fosse veicolata =
come ideologia (in senso marxiano) dalle classi dominanti, anche allora a=
lcune persone si accorgevano che forse le cose non stavano cos=EC come di=
ceva l=92Imperatore, che la civilt=E0 non stava da una parte sola, che il=
sistema dominante, proprio in quanto dominante, si reggeva su ingiustizi=
e intollerabili.
Non =E8 compito di questa riflessione il fare un=92accu=
rata analisi dei =93movimenti di liberazione=94 presenti nel mondo antico=
, da quelli a sfondo religioso a quelli a carattere pi=F9 propriamente so=
ciale, intrecciantesi mutuamente a diverse gradazioni (si pensi a fenomen=
i come gli Eliopoliti di Aristonico nella Pergamo tardoellenistica, il do=
natismo nelle province africane del IV sec. D.C.,o la laicissima Bacauda =
della Gallia medio e tardo imperiale)
una rassegna dei quali si demanda=
ad altre sedi; preme tuttavia sottolineare qui come l=92intuizione di un=
=92altra via, l=92aspirazione ad un percorso di libert=E0, sia un afflato=
metastorico che attraversa con un filo rosso tutto il mondo antico, in g=
rado oggi di farci capire le cause del collasso di un=92epoca molto pi=F9=
chiaramente delle fonti filogovernative.
Tale spinta si ritrova nell=92=
ancora ellenistico mondo dell=92anonimo autore del =93Sublime=94, riappar=
e nel pessimismo storico di Tacito e giunge sino a Salviano, un prete di =
Marsiglia che negli anni =9240 del V secolo si interroga acutamente su do=
ve stia davvero la civilt=E0, se essa alberghi davvero nei Romani o si r=
itrovi piuttosto nei tanto vituperati Barbari.
Data l=92importanza delle=
pagine test=E8 citate, occorre, prima di procedere ulteriormente nel rag=
ionamento, prenderle in analisi da vicino.
I sec. D.C.
L=92anonimo auto=
re del =93Sublime=94 mette in bocca ad un =93filosofo=94 le seguenti paro=
le:
=93 Noi uomini d=92oggi (=85.) si direbbe che siamo allevati sin dal=
l=92infanzia ad una schiavit=F9 legittima e nei suoi usi e costumi, mentr=
e le nostre menti erano ancora tenere, quasi fasciati, senza mai aver pot=
uto attingere alla pi=F9 bella e feconda fonte dell=92eloquenza, ossia la=
libert=E0 (=85.). Cos=EC ogni schiavit=F9, anche se completamente legitt=
ima, potrebbe dimostrarsi essere una gabbia dell=92anima e un carcere com=
une a tutti.=94

98 D.C.
Nel concludere la sua =93De origine et situ G=
ermanorum=94, meglio nota come =93Germania=94, trattato etnogeografico su=
i popoli settenrionali, Tacito, aristocratico dal mai domo spirito libert=
ario e repubblicano, si sofferma sul remoto e mal conosciuto popolo dei F=
enni, esseri selvaggi ed alieni da qualsiasi forma di civilt=E0.
=93I Fe=
nni sono incredibilmente selvaggi e vivono in una squallida poveert=E0: n=
on hanno armi n=E9 cavalli n=E9 religione; si nutrono d=92erba, si veston=
o di pelli, dormono in terra: la loro unica speranza di procacciarsi cibo=
sta nelle frecce che, per la penuria di metallo, muniscono con punte di =
osso.
Donne e uomini vivono di caccia, dappertutto infatti le donne acco=
mpagnano gli uomini e pretendono una parte della preda di caccia.
Per i =
fanciulli non c=92=E8 altro riparo dalle bestie feroci e dalle intemperie=
che il rifugiarsi in capanne di rami intrecciati: qui tornano la sera i =
giovani, questo =E8 il rifugio dei vecchi.
Ma essi ritengono questo modo=
di vivere migliore che gemere nei campi, affaticarsi a tirar su case, am=
ministrare le altrui e le proprie fortune sospesi fra timore e speranze: =
non temendo n=E9 uomini n=E9 dei, essi hanno raggiunto un difficilissimo =
traguardo: non aver bisogno di nulla.=94
440 d.C.
Salviano, in tempi or=
mai maturi per tirare le somme di un=92epoca, partendo dai medesimi senti=
menti dei secoli precedenti e con l=92acuta percezione dello squallore de=
l presente, nel suo =93De gubernatione Dei=94 muove all=92analisi dei fre=
quenti casi di =93fuga=94 fra i barbari di molti cittadini romani.
=93 c=
oloro che non possono sopportare la barbara inumanit=E0 dei Romani ricerc=
ano presso i barbari la romana umanit=E0.=94
In Salviano, dunque, il par=
adigma civilt=E0 e barbarie viene rovesciato, cos=EC come viene rovesciat=
a l=92idea della libert=E0: coloro che scappano =93preferiscono viveri li=
beri sotto una forma di schiavit=F9 piuttosto che vivere da schiavi in un=
a parvenza di libert=E0.=94
=93 Cosa pu=F2 essere miglior prova dell=92i=
niquit=E0 romana del fatto che molti uomini nobili e onesti, per i quali =
l=92essere un romano fu un tempo motivo di vanto e onore, sono stati ades=
so indotti, proprio a causa di quel sistema crudele, a rifiutare persino =
la loro patria?=94
Stanti gli evidenti limiti della sommaria analisi di =
queste antiche voci, non pu=F2 sfuggire come la vicenda del collasso di u=
n Impero globale militarizzato di fronte all=92irrompere di popoli nuovi =
(si passi per comodit=E0 questa definizione, sebbene dal vago sapore spen=
gleriano e dunque piccolo borghese) sia accostabile all=92attuale fase st=
orica.
Mai come in questo caso la storia antica sembra narrarci vicende =
moderne.
Ci=F2 non significa certo abbandonarsi a suggestioni millenaris=
tiche ma, al contrario, cercare una chiave di lettura del presente che mo=
stri l=92insostenibilit=E0 radicale di un sistema fondato sul controllo d=
ella persona attraverso la leva della paura generalizzata, deprivando il =
capitalismo stesso dell=92utopia borghese e positivista propria del liber=
alismo e della sua mistica della libert=E0.
In questo senso, l=92attuale=
fase di globalizzazione capitalistica ha creato una mutazione genetica a=
nche nelle classi dirigenti e proprietarie, nel loro modo di intendere es=
se stesse: al gi=E0 citato democraticismo borghese, esse hanno sostituito=
la teorizzazione della disuguaglianza (si pensi alla categoria di =93pe=
rsone inutili=94, coniata dalla Banca mondiale per definire tutti e tutte=
coloro che non avranno mai accesso alle risorse necessarie per vivere. M=
iseria dell=92economia!), una mala pianta che si credeva sconfitta una vo=
lta per tutte sui campi della II guerra mondiale.
Se =E8 vero che gi=E0 =
nel recente passato la propaganda capitalistica si era inventata un mostr=
o per terrorizzare le persone (alludo alla =93minaccia comunista=94, trav=
isando deliberatamente i contenuti reali del comunismo,e trasformandolo i=
n una =93minaccia orientale=94, seguendo un filone risalente almeno ad Er=
odoto), =E8 altrettanto vero che mai come oggi, a causa della potenza tot=
alizzante e della raffinatezza dei mezzi tecnici a disposizione del siste=
ma, la paura viene interiorizzata nella mente di ciascuna e ciascuno, div=
iene linguaggio e narrazione del mondo.
E=92 dunque la paura come progra=
mma politico, declinato in maniere diverse, a divenire il cemento con cui=
viene tenuta in condizione di subalternit=E0 la moltitudine delle classi=
non proprietarie (una =93cosa=94 che comprende il proletariato tradizion=
ale ma non solo), deprivata preventivamente di qualsiasi potenziale rivol=
uzionario, disinnescata giorno per giorno dai mezzi di =93comunicazione=94=
di massa.
Il gruppo sociale che giustamente Giulietto Chiesa ha definit=
o in un suo recente lavoro come =93una nuova classe=94 fonda il suo poter=
e sul binomio guerra e liberismo e la sua forza, come abbiamo visto sopra=
, dal possesso-controllo (=93l=92accesso=94, come direbbe Rifkin)dei mezz=
i di dis-informazione.
Questa nuova classe, diabolicamente intelligente =
nel breve termine, possiede la virt=F9 faustiana di resuscitare il peggi=
o del peggio che la borghesia abbia prodotto nella storia (sar=E0 il gram=
sciano sovversivismo dell classi dirigenti?): attraverso una propaganda m=
artellante =E8 riuscita in questi giorni a riesumare persino il pi=F9 rea=
zionario bagaglio nazionalpopulistico e patriottardo, riproposto (si pens=
i a locuzioni tipo =93i nostri ragazzi=94 riferite ai militari in guerra,=
=93il nostro Paese=94 ecc=85..) come legante calato dall=92alto nel nome=
di una fittiza unit=E0 nazionale di fonte ad un=92altrettanto fittizia e=
mistificatoria =93minaccia terroristica=94 (ma su questo si torner=E0 pi=
=F9 avanti).
I toni, il lessico impiegati quasi unanimemente dalle class=
i politiche dei Parlamenti occidentali, in primis di quello italiano, sem=
brano riecheggiare ci=F2 che i bisnonni di quei Parlamenti, manovrati dai=
bisnonni degli attuali padroni, sostenevano.
Le parole usate nel 1914 i=
n Germania dal deputato socialdemocratico Haase per legittimarel=92appogg=
io del suo partito a quella che giustamente un pontefice defin=EC =93l=92=
inutile strage=94 della I guerra mondiale, risuonano sinistramente attual=
i ed accostabili all=92ambiguit=E0 che da sempre contraddistingue quelle =
forze politiche che sindefiniscono =93riformiste=94:
=93 Ora ci troviamo=
dinnanzi a questa bronzea realt=E0: la guerra. Siamo minacciati dagli or=
rori di invasioni nemiche. Non dobbiamo
pi=F9 pronunciarci pro o contro =
la guerra, bens=EC sui mezzi necessari alla difesa del Paese=94.
Anche o=
ggi, come nel passato, classi dirigenti rapaci e volte al minuto particul=
are ricorrono alla militarizzazione del mondo cercando di ridurlo in una=
caserma a cielo aperto fatta di zone rosse, centri di detenzione, posti =
di blocco, muri ecc.. e teorizzano la guerra preventiva al terrorismo com=
e mezzo e fine dell=92esistenza umana.
=93Guerra preventiva al terrorism=
o=94.
Una frase che andrebbe analizzata non solo, e giustamente, in rapp=
orto all=92attuale fase economica di dominio del acpitale finanziario sus=
cala planetaria, ma anche nella sua valenza ideologica e financo psicolog=
ica.
Se infatti =E8 manifestamente evidente il valore programmatico, se =
non anche dogmatico, di una simile locuzione, non lo =E8 altrettanto la n=
atura ricattatoria e totalitaria insita nele =93reductiones ad unum=94 de=
i termini =93guerra=94 e =93terrorismo=94.
L=92analisi psicologica di ta=
le frase mostrerebbe la medesima schizofrenia che nel mondo romano aveva =
portato all=92esiziale teorizzazione della civilt=E0 contrapposta alla ba=
rbarie.
Razzismo, guerra, repressione poliziesca e censure sono quindi i=
l bastone, la carota =E8 il consumismo, il benessere fittizio, il control=
lo delle opinioni mascherato da libert=E0 di stampa.
Il tutto varia a se=
conda della latitudine e della longitudine in cui ci si trova, ma il sist=
ema concettuale =E8 il medesimo.
Questa =E8 l=92amara realt=E0 resa semp=
re meno intellegibile dall=92union sacr=E9e contro il terrorismo.
Ci=F2=
non significa negare l=92esistenza di fenomeni genericamente definibili =
come terroristici; tuttavia, sarebbe una buona operazione di igiene conce=
ttuale collocare tali fenomeni nel contesto del reale e non in quello del=
mondo delle idee della televisione.
In tal caso, si vedr=E0 come i terr=
orismi non siano altro che una parte del sistema dominante la cui quotidi=
ana logica mortifera, ed altrettanto terroristica, del genocidio per fame=
di milioni di esseri umani e della devastazione ambientale del Pianeta, =
viene sussunta nell=92immediata evidenza (evidente perch=E9 raggiunge sen=
za mediazioni istituzionali la parte ricca del Pianeta) della bomba, del =
ferimento, dell=92attentato.
La logica non cambia: il terrorismo non =E8=
altro che l=92espressione diretta e tangibile della globalizzazione capi=
talistica e dell=92idea dell=92annientamento dell=92altro. Non la cellula=
cancerosa in un corpo sano, ma una delle tante cellule di una gigantesca=
metastasi.
Tutto qui?
No, certo, dall=92altra parte stanno i movimenti=
, le lotte, le passioni e le feconde contraddizioni che in questi anni ha=
nno percorso come un fremito vivificatore tutto il Pianeta.
Le antiche p=
iante del pacifismo, del movimento operaio, dei comunismi, dell=92ambient=
alismo, del femminismo e di molte culture critiche, tutte con solide radi=
ci nei secoli scorsi e con ragioni ancora pi=F9 remote, hanno dischiuso n=
uovi germogli di alternative e fatto cresere nuove idee di rivoluzione, d=
i radicale ribaltamento dell=92ordine esistente.
Non dilazionando nel te=
mpo in vane speranze messianiche e palingenetiche l=92idea di rivoluzione=
, ma inverandola attraverso le pratiche quotidiane (si pensi a fenomeni c=
ome il commercio equo, la liberazione degli spazi sociali,le lotte per la=
vivibilit=E0 dei territori, solo per citarne alcune), i movimenti global=
i mostrano la contingente e necessaria praticabilit=E0 di un altro mondo =
possibile attraverso il movimento reale presente nella storia.
Per la pr=
ima volta sembra che realismo e utopia vengano a coincidere mediante quel=
la che un padre nobile del marxismo italiano defin=EC come la =93prassi=94=
, ossia l=92attiva e dinamica unione fra pensiero e azione.
Un=92altra v=
olta quell=92idea di libert=E0 che da sempre sembra attraversare i tempi =
come corrente sotterranea, per fare di tanto in tanto capolino fra le pie=
ghe dei grandi avenimenti, torna ad affacciarsi sul palcoscenico della st=
oria.
Sar=E0 finalmente in grado di farsi essa stessa nuova storia?
=0D
=