[NuovoLaboratorio] Manitese dal Guatemala

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Autor: Fabio
Data:  
Asunto: [NuovoLaboratorio] Manitese dal Guatemala

invio articolo di questa settimana sulla situazione che si vive in Guatemala
un saluto,
alessio


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Mercoledì 6 Agosto, Guatemala



La decisione della Corte Costituzionale della Repubblica del Guatemala pare
ormai definitiva:



il Generale Rios Montt, 77 anni, ex dittatore del paese e riconosciuto come
uno dei principali responsabili del genocidio che ha causato oltre 200.000
vittime, dalla scorsa settimana, è ufficialmente iscritto alla candidatura
per le elezioni presidenziali del 9 Novembre 2003.



L'ordine è arrivato direttamente dalla Corte Costituzionale che ha disposto
l'iscrizione al Tribunale Supremo Elettorale e alla Corte Suprema di
Giustizia con l'obbligo di non poter accettare più ricorsi legali sul caso.
E' stato così accolto il ricorso presentato dall'FRG (il partito di Montt)
contro la Corte Suprema di Giustizia che fino all'ultimo ha cercato di
bloccare l'iscrizione.



In genere, pensando ad una Corte Costituzionale si è soliti pensare al
massimo organo giudiziario che "tutela" lo stato di diritto, ma questo non
vale per il Guatemala dove ad una votazione 4 su 7 membri del consiglio
della C.C. hanno votato per la candidatura del Generale violando i principi
più elementari della stessa costituzione che nei suoi articoli prevede la
non idoneità, da parte di militari ex-golpisti, di partecipare ad elezioni
democratiche nel Guatemala.



Juan Tiney, storico leader del movimento indigeno e campesino CONIC, ricorda
come uno dei motti delle dittature dei primi anni 80 fosse: insegnare a
leggere e scrivere agli indigeni è come alimentare l'avvoltoio che ci caverà
gli occhi!

La tensione ed il timore che questo terribile personaggio, oggi candidato
alle elezioni, possa combinare guai ben peggiori dei disordini della
capitale si sente nell'aria e nelle parole della gente.



Feliciana Mendoza, indigena, storicamente legata alla Fondazione Rigoberta
Menchù, confessa che il timore maggiore, adesso, è che Montt, così com'è
riuscito a corrompere molti settori dello stato compressa parte della Corte
Costituzionale, stia già facendo le prime mosse per poter imbrogliare le
elezioni ed uscirne vincitore.

Timori reali, questi, visto che la Procura di Diritti Umani ha già
condannato come alcune municipalità legate all'FRG, nei mesi scorsi, abbiano
contattato tipografie locali per la stampa di tessere elettorali mentre la
sola ad avere il permesso di fare queste stampe è la Tipografia Nazionale.

Il Tribunale Supremo Elettorale ha poi denunciato oltre 300.00 casi di
falsificazione di queste tessere; inoltre, secondo la denuncia di un partito
di opposizione, oltre 240 municipi dallo scorso aprile non hanno aggiornato
le liste elettorali non cancellando i nomi dei morti.



Sembrano poche, infatti, le possibilità del Generale di vincere le lezioni
democraticamente visto che dalla maggioranza della popolazione non è certo
amato ed è stato individuato come uno dei maggiori responsabili, se non
l'ideatore, dei disordini della capitale dei giorni scorsi.



Eppure il Generale, nome che anche i cartelli pubblicitari con la sua faccia
amano ricordare, da buon pastore evangelico e chiaro populista cerca di
identificarsi come l'amico dei poveri, delle fasce più popolari contro i
ricchi che vogliono difendere le loro fortune.

A questa linea pare fedele anche il Ministro degli Esteri, Gutierrez, che in
un'assurda dichiarazione alla stampa, per sottolineare la natura popolare
dei disordini della capitale nel cosiddetto "giovedì nero", ha paragonato
gli incappucciati che hanno portato il caos a Città del Guatemala con gli
Zapatisti del Chiapas!

Soam Colop, analista politico del giornale Prensa Libre, uno dei giornali
più diffusi nel paese, sottolinea l'evidente differenza, in questa assurda
dichiarazione di Gutierrez, che esiste tra gli zapatisti "che i diritti li
rivendicano" e l'FRG "che attenta contro il diritto".

Un paragone più azzeccato potrebbe essere invece, continua l'analista, tra
il Generale Montt e Pinochet!



Ma l'opposizione all'attuale governo continua ad essere divisa e frammentata
a destra come a sinistra, in una campagna elettorale che vede più di 20
candidati alle prossime presidenziali.

Rigo Queme, sindaco di Quetzaltenango, è il candidato indigeno e popolare,
sicuramente la figura più pulita, onesta e degna di fiducia, è appoggiato
anche dalla Fondazione Rigoberta Menchù, ma le sue possibilità economiche
sono scarse per organizzare una campagna elettorale dove, altri candidati,
sono arrivati a spendere più di 50 milioni di Quetzal (oltre 6 milioni di
dollari) in pubblicità.



Eppure mancano più di tre mesi alle elezioni ma circolando in qualsiasi
strada di qualsiasi cittadina guatemalteca si troveranno insegne,
cartelloni, scritte, manifesti pubblicitari che ritraggono le facce di molti
dei candidati alle prossime presidenziali. E chi più ha fondi (o alleanze
con ricchi imprenditori) più investe in pubblicità, come una corsa a
dipingere la propria faccia o lo stemma del proprio partito su più muri o
cartelli sparsi per il paese





La settimana seguente ai disordini della capitale la Fondazione Rigoberta
Menchù, con altre organizzazioni cittadine ed indigene, partiti politici,
associazioni e privati cittadini di tutto il paese hanno dato il via al
Fronte Civico per la Democrazia, che domenica ha visto scendere in piazza
centinaia di persone ed organizzazioni che hanno iniziato a programmare le
attività.

Si sono costituite varie commissioni di lavoro che si occuperanno di
vigilare lo stato di diritto nel paese con particolare attenzione al
processo elettorale, alla raccolta delle denuncie, alla vigilazione sulla
campagna elettorale.

Rigoberta Menchù ha anche esposto una denuncia contro i funzionari dell'FRG
che organizzando il "giovedì nero" hanno manipolato ed utilizzato il popolo
indigeno al fine di provocare i disordini della capitale



Il Governo appare sempre più impresentabile perché, mentre si moltiplicano
le denuncie della cittadinanza, ed aumentano le indagini della magistratura
su fatti di corruzione di molti appartenenti all'FRG, si moltiplicano anche
le denuncie a livello internazionale come quelle presentate
dall'Organizzazione delle Nazioni Unite, dall'Organizzazione Internazionale
del Lavoro, dalla Commissione Interamericana dei Diritti umani e dalla
Società Interamericana della Stampa per altrettanti casi di corruzione.



In più alle "turbolenze" politiche si aggiungono le difficoltà economiche e
questo governo non ha certo dimostrato un forte impegno volto a migliorare i
conti del paese, il debito estero cresce esponenzialmente e ieri, con nuovi
prestiti del Fondo Monetario, è arrivato a quota 800 milioni di dollari.

A fronte di una forte crisi del sottore del caffè il governo ha redatto, con
le parti sociali, un Piano di emergenza per aiutare i contadini ma ancora,
oltre le promesse di gennaio, non ha fatto proprio niente.

In più il capitolo del Trattato di Libero Commercio con gli USA, le
trattative di rinegoziazione sono terminate ma senza un vero accordo sui
temi che più interessavano al paese come tessili ed agricoltura, settori
dove gli USA continuano a stanziare milioni di dollari di sovvenzioni a
danno degli artigiani e dei contadini del Sud che oltre a non poter accedere
a quei mercati non possono nemmeno ricevere sovvenzioni dal proprio governo.



La povertà è una triste realtà che coinvolge il 60% della popolazione
guatemalteca in una situazione di disuguaglianze pari solo al Brasile, "una
delle aree a maggior ineguaglianze nel mondo" così è definita anche
dall'ultimo rapporto di Sviluppo umano redatto dall'UNDP.



Ma non mancano anche speranza e voglia di cambiamento nel popolo
guatemalteco che ha, nelle sue figure più illustri, come Rosalina Tuyuc,
presidentessa di Conavigua, un'importante risorsa per un futuro di pace e di
lotta all'impunità.