Critical Mass e' un nome che ispira amore e odio. L'espressione,
originariamente riferita al processo di fissione nucleare, e' diventata
il grido di battaglia dei ciclisti, che rifuitano le priorita' e i
valori che i baroni del petrolio e i loro servitori governativi ci hanno
imposto. Tuttavia, le pedalate di Critical Mass non sono uno dei soliti
movimenti di protesta perche', in questo caso, i ciclisti, che si sono
riuniti per festeggiare la propria scelta di andare in bicicletta, hanno
inventato un nuovo modello di spazio politico e sociale assolutamente
unico in una societa' atomizzata e mercificata come la nostra. I
ciclisti chiedono la restituzione della vita urbana a San Francisco come
a St. Louis, a Melbourne come a Milano, a Berlino come a Bombay e in
centinaia di altre citta' in tutto il mondo.
Critical Mass e' nata nei tristi giorni del 1992 poco dopo che Bush
senior aveva abilmente trasformato l'Iraq nel nuovo spauracchio e
massacrato migliaia di persone nella Guerra del Golfo, sancendo
l'istituzione formale di un Nuovo ordine mondiale. Critical Mass si era
gia' diffusa in piu' di una decina di citta', quando ebbe inizio
l'insurrezione zapatista nel giorno di Capodanno del 1994 (contro
l'accordo neoliberista per la "liberalizzazione del mercato", il NAFTA,
fatto ingoiare al Messico). Dall'inizio dell'insurrezione zapatista una
miriade di movimenti di contestazione della globalizzazione delle
corporation e' cresciuta all'ombra della celebre "irrazionale
euforia" degli anni novanta. Semi di cultura alternativa sono
germogliati fino a diventare solidi rami di movimenti antagonisti e
utopici, da Reclaim the Streets [Rivendicate le strade] ai collettivi
per la cura di giardinetti di quartiere ai Turtles and Teamsters
[Tartarughe e Camionisti, movimento nato dall'unione di due correnti,
storicamente in rotta di collisione, come quella ambientalista e quella
sindacale; ndt].
In questo libro, Critical Mass viene descritta e definita da una
pluralita' di voci diverse. Critical Mass non e' affatto un movimento
omogeneo e i suoi membri hanno idee e obiettivi differenti. Gli
inevitabili conflitti che necessariamente sorgono nelle comunita' si
manifestano pubblicamente anche qui. La bellezza di Critical Mass, o
almeno, una delle bellezze, risiede nella possibilita' offerta alle
persone di confrontarsi reciprocamente nel ribollente calderone del
mondo reale, in pubblico, senza ruoli predefiniti e rigidi steccati.
Naturalmente alcuni sono portati a ritenere che Critical Mass non riesca
a raggiungere i propri obiettivi, come suggeriscono alcui scritti
raccolti in questo libro. Tuttavia, quando mai si e' presentata nella
nostra societa' un'altra opportunita' cosi' straordinaria di mettere
pubblicamente alla prova le proprie teorie e idee in uno scenario
caotico e imprevedibile come quello del mondo reale ? Lascio ai numerosi
autori del libro il compito di offrire una descrizione dettagliata
dell'esperienza di Critical Mass, dei suoi pro e dei suoi contro, del
suo fascino e della sua occasionale sgradevolezza. Come molti autori si
premurano di sottolineare, nessuno puo' legittimamente dire di possedere
la "verita'" su Critical Mass. Ogni persona ha le stesse opportunita' di
proporre un'analisi generale, una definizione, un manifesto
programmatico, uno scopo. E' questa apertura che consente a Critical
Mass di continuare a crescere a dieci anni di distanza dalla sua nascita
a San Francisco in una tiepida serata del 1992.
Questo libro ha preso forma in maniera piuttosto inattesa all'inizio
della primavera del 2002. In risposta a un mio invito lanciato a tutto
il mondo, sono stato piacevolmente sommerso di meraviglioso materiale.
Ho trascorso la maggior parte di aprile e la meta' di maggio
intensamente impegnato nell'attivita' di editing e di collaborazione con
gli autori, quindi nella progettazione e nella pubblicazione del libro.
Ringrazio AK Press per essersi assunta l'impegno di pubblicarlo e farlo
uscire in tempo per i festeggiamenti del 27 settembre 2002 in occasione
del decimo anniversario.
In principio volevo che questo libro offrisse una storia globale di
quel fenomeno indefinibile che chiamiamo "Critical Mass". Decine di
articoli offrono una definizione di questo misterioso movimento sociale
in un'affascinante dissonanza di voci e visioni. Ma questo libro non
vuole tanto essere un'opera storiografica quanto piuttosto una fonte
importante per gli storici delle future generazioni. Quasi tutti gli
autori sono anche membri attivi e ognuno scrive della propria esperienza
in Critical Mass nelle piu' diverse citta' del pianeta. In un certo
senso, rimettiamo in scena la vecchia leggenda indiana dei ciechi e
dell'elefante, perche' ognuno di noi si limita a raccontare la parte di
esperienza che conosce meglio e che inevitabilmente e' influenzata dai
nostri pregiudizi, le nostre speranze e le nostre paure.
"Il mondo della bicicletta" di Iain Boal e "La grande protesta in
bicicletta del 1896" di Hank Chapot dimostrano quanto sia difficile
indicare una data di inizio, quando si parla di pedalate di massa con
finalita' politiche e sociali. Sfortunatamente, i partecipanti e gli
osservatori esterni si sono innamorati del mito che Critical Mass sia
nata per iniziative di una singola persona. A causa della nostra
propensione culturale a ricondurre tutti gli eventi alle imprese di uno
o piu' eroici individui (generalmente "grandi uomini"), la mitica storia
di Critical Mass si e' trasformata in un "E' cominciato tutto, quando
Chris Carlsson si e' recato alla San Francisco Bike Coalition
nell'agosto del 1992". Se e' vero che ho partecipato a quell'incontro
per lanciare la proposta di un raduno spontaneo di ciclisti a cadenza
mensile, va detto che questa idea non era soltanto mia. E'
clamorosamente assurdo attribuire la nascita di qualsiasi movimento
sociale alla trovata di un singolo individuo. In realta', molti di noi
avevano discusso questa idea per buona parte dei sei mesi che
precedettero la sua progettazione alla tutt'altro che entusiasta San
Francisco Bike Coalition. Il progetto si sviluppo' durante quei mesi
grazie ai suggerimenti e all'influsso di molte persone, oltre che al
contributo di tante altre, che non presero mai direttamente parte alle
discussioni.
I movimenti sociali non erompono mai da un singolo individuo e non
esistono idee che appartengano esclusivamente a un singolo individuo.
Siamo tutti plasmati e condizionati dall'ambiente sociale in cui
viviamo; la percezione di cosa sia possibile fare e di come sfruttare
queste possibilita' si forma NELL'INTERAZIONE RECIPROCA. Questa forza
dinamica collettiva non ha esempi migliori di Critical Mass.
Ci vediamo in Feltrinelli o in massa.
baci
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oggei
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