R: [NuovoLaboratorio] Dighe, rappresentanza e quant'altro.

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Autor: deb
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Asunto: R: [NuovoLaboratorio] Dighe, rappresentanza e quant'altro.
caro giancarlo,
le questioni che poni sono complesse e sicuramente abiamo idee diverse e qui
sta(va) il bello del movimento dei movimenti.
1) sulla rappresentanza: qui nessuno sorride, anzi (mi riferivo proprio a
cio' che sottolinei tu); e' il tema forse piu' difficle e complesso perche'
attiene alla natura stessa della politica, alla capacita' oggi, nello
scenario globale di totale svuotamento delle istituzioni nazionali a favore
di nuovi asset sovranazionali finaziari ed economici (per estrema sintesi),
di individuare nuove forme e modalita' per dare voce alle istanze
collettive; stiamo attraversando un cambiamento epocale e l'inadeguatezza
della politica tradizionale (partitica, istituzionale) si registra
quotidianamente sul livello globale e locale.
il problema qui e' capire come possiamo tentare di cogliere il nuovo avendo
visione strategica e provando a sperimentare forme di partecipazione dal
basso che passano attraverso innanzitutto le relazioni, gli stili di vita, i
modelli di produzione e consumo; solo dopo, sul terreno del cambiamento in
atto (e gia' molte esperienze ci sono) possiamo tentare di trasformare le
prassi in proposta politica collettiva, agibile da tutti (penso alla finanza
etica, alle economie solidali, alla riduzione dell'impronta ecologica...)

2) sul rapporto movimento /istituzioni: mi spiace ma credo che sia un forte
errore pensare che il movimento abbia candidato alcune persone in comune;
non e' stato cosi', non c'e' stato alcun percorso condiviso anche perche'
molti (e io fra questi) ritengono che sia tutta verificare la bonta'
dell'ingresso nelle istituzioni di teste del movimento; io credo per esempio
che sia molto rischioso per il movimento DEI MOVIMENTI (e diciamolo) cedere
teste valide e pensanti alle istituzioni e ai partiti indebolendo la
capacita' critica, oppositiva e propositiva della societa' civile.
Percio' attenzione a parlare di eletti del movimento ed ha conferire loro
una rappresentanza del movimento nelle istituzioni; io preferisco parlare
(mi pare piu' corretto e rispondente alla realta') a eletti che provengono
da pezzi di movimento e che, una volta nelle istituzioni, giocano un ruolo
istituzionale a tutto campo,si muovono all'interno di logiche partitiche
(come e' giusto che sia), e con i quali voglio confrontarmi/scontrami
liberamente, sapendo che agiamo su due piani diversi; non credo nel
collateralismo e penso che ricorrervi faccia male a tutti, a noi e ai
partiti, anche se vicini per sensibilita'

3) sull'azione politica: credo che vi siano piu' piani, tutti complementari;
c'e' quello della sensibilizzazione e dell'informazione, quello della
contestazione e della piazza, quello della pressione istituzionale, quello
della proposta politica; nessuno di qs. da solo e' sufficiente; per questo
il movimento dei movimenti, se vuole avere futuro, deve smetterla di cercare
sintesi politiche che non esistono, contenitori forzati che prima o poi si
svuotano; bisogna invece, secondo me, valorizzare tutte le diversita' e
capacita' di agire i vari livelli, liberare energie fuori da schemi consunti
che vogliono tutti insieme su qualunque cosa in qualunque momento; di un
movimento tuttologo che parla di tutto e si mobilita ogni 5 minuti non ce ne
facciamo nulla.
Abbiamo bisogno di aggregazioni "spontanee" sui contenuti e sulle competenze
che generino masse critiche su obiettivi mirati e condivisi, che
sperimentino attraverso il "saper fare", nuovi modelli di partecipazione
politica.

vabbe', scusate il tedio e la lunghezza ma la discussione sollecita...
ciao
deborah

-----Messaggio originale-----
Da: forumgenova-admin@???
[mailto:forumgenova-admin@inventati.org]Per conto di Giancarlo Giovine
Inviato: martedì 10 giugno 2003 14.44
A: Forum Sociale Genova
Oggetto: [NuovoLaboratorio] Dighe, rappresentanza e quant'altro.


Carissim* tutt*,
cerchiamo di capirci! E per cercare di capirci evito volutamente i problemi
specifici, su cui ci troviamo evidentemente in disaccordo. Sui principi
generali questo accordo mi sembra invece esserci, anche se evidentemente i
luoghi delle campagne e delle iniziative mi sembrano si siano andati un po'
artificiosamente spezzettandosi -ma questa è un'altra questione-. Il
problema di fondo, già altre volte sollevato, a me sembra essere
sostanzialmente quello della rappresentanza e della discussione nel
movimento. Vedi, Debora, condivido la quasi totalità del tuo intervento, ma
a me sembra che nessuno di noi possa sorridere a parlare di rappresentanza
di movimento. Alcuni soggetti associati sono stati consultati -auditi nel
linguaggio consiliare- e hanno detto chiaramente quello che pensavano sulle
dighe all'apposita commissione consiliare. Poi, com'è ovvio e legittimo, il
consiglio ha deciso secondo la logica che tu e Bruno avete in maniera
diversa descritto. Sul piano della correttezza politica "no problem". Ma gli
eletti del movimento sulla base della democrazia deputata si sono comportati
in maniera diversa: alcuni hanno votato favorevolmente, una contro e altri
ancora -non d'accordo con la delibera- hanno deciso di non partecipare alla
votazione. Tutti comportamenti legittimi e se volete coerenti -almeno sul
piano personale, che è quello della libertà di scelta del rappresentante
deputato-. Il problema è che è passata una cosa, che, seppur corretta, mi
sembra che non vada bene a nessuno (neanche a Massimiliano).
Semplifico molto per non annoiarvi: abbiamo giocato su un tavolo che non è
il nostro -quello del nostro avversario il neoliberismo e la democrazia
borghese- e abbiamo perso. Se continueremo così, continueremo a perdere! Non
noi, ma il movimento, che è quelle centinaia di migliaia di persone che
vengono con noi in piazza -un po' meno per fortuna ai nostri riti
conferenziali- e che continueranno -per quanto ancora?- ad andare dietro ai
sogni. Ebbene, io non ho ricette per risolvere il problema, ma alcune
proposte per invertire la rotta le possiamo fare. Prima di tutto
capovolgiamo la logica: non andiamo dietro la logica e le forme di
rappresentanza altrui, che vuol dire partire dai bisogni e costruire
democrazia diretta (partecipativa se volete). E' un'astrazione? Non credo
proprio. Costruire democrazia rappresentativa è difficile, ma non
impossibile. Si parte dal territorio e dai temi, su questa base si
costruisce proposta politica -anche politico-amministrativa- e si organizza
la lotta e con la lotta la rappresentanza democratica. E questa
rappresentanza democratica non passa dalle audizioni in commissione
consiliare, ma costringe i nostri avversari a confrontarsi a casa
nostra -sul territorio e nei posti dove la gente lavora e vive.
Ribadisco la mia proposta di vederci in un'assemblea cittadina la settimana
prossima, per affrontare le prossime scadenze: nel concreto AMT, IPAB e il
prossimo bilancio comunale.
Per cominciare non è poco che ne dite?
Già che ci sono propongo Giovedì 19 alle 20.30 alla Buridda (via Bertani)

Giancarlo Giovine
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Genoese proverb

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