[Forumlucca] Da Stefano dalla Palestina

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Autor: lucca@giovanicomunisti.it
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Temat: [Forumlucca] Da Stefano dalla Palestina
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L'INFERNO E IL PARADISO

I suoni che echeggiano dalle colline della Palestina occupata sono =
sempre quelli delle armi da fuoco. Le restrizioni dell'esercito =
Israeliano sulla popolazione palestinese hanno perso d'interesse, i =
media internazionali, complici, non ne parlano, i palestinesi sono soli =
contro tutti, ancora una volta.

E' difficile comprendere per chi non vede con i propri occhi, ancora =
piu' difficile e' tentare di raccontare l'umiliazione che decine di =
migliaia di palestinesi soffrono ogni giorno. Dal lavoratore di Gaza che =
si reca in Israele per mantenere la famiglia, costretto ad alzarsi alle =
tre di mattina per tentare di attraversare i check point che dal Sud =
della Sriscia arrivano sino al posto di frontiera di Eretz, ore di =
attesa, cani dell'esercito che annusano e cercano esplosivo, poi al =
lavoro per otto ore nelle fabbriche o nei campi delle vicine citta' =
israeliane per un salario inferiore rispetto al collega ebreo; e poi di =
nuovo di corsa verso casa, aspettando per ore il semaforo verde che =
significa via libera, il check point e' aperto, stasera si puo' tornare =
a casa, tra la guerra, tra i cecchini, i carriarmati e le demolizioni =
dei bulldozer, gli spari nemici e quelli della legittima resistenza.=20

La vita di questa gente e' disperata, i coloni di Gaza si sono presi =
l'acqua e la terra migliore, quella vicina al mare. I bambini che vivono =
nei campi profughi vedono il mare, un mare bellissimo, ma non ci possono =
andare, li' sorgono le colonie. Loro, i palestinesi, si devono =
accontentare delle loro rovine, delle case distrutte, sperando di avere =
abbastanza acqua per bere e per far bollire il riso che serve per =
preparare il Makluba, al mare ci vanno i coloni che al sicuro, tra il =
verde delle palme, il refrigerio di molte piscine, e la comodita' di =
ogni bene di lusso, si permettono di scorazzare sulle strade costruite =
solo per loro, armati e difesi da migliaia di soldati.=20
Il panorama che la povera Striscia di Gaza offre e' una provocazione, =
inferno e paradiso sono distanti trenta metri e divisi da un muro di =
cemento armato e da centinaia di cecchini.=20

Gaza e Cisgiordania, diversa situazione, identica umiliazione. La =
sofferenza la trovi al check point negli occhi della ragazza di =
vent'anni, giornalista, al suo primo lavoro con una telecamera, deve =
andare a fare un'intervista per la televisione locale ad un signore che =
vive dall'altra parte del check point. Respinta. Ma la ragazza non si da =
per vinta "Per favore fatemi passare, non voglio andare in Israele, =
voglio solo andare in quel villaggio li' di fronte, si vede anche la =
casa, e' il mio primo lavoro, e' importante". Lacrime e disperazione, =
sfoghi di rabbia in tre lingue, ebraico per i soldati, in arabo per la =
sua gente che si offre di calmarla e in inglese per lo straniero venuto =
da chissa' dove per tentare di aiutare e capire in quale situazione un =
popolo sia costretto a vivere.=20
Dopo 10 minuti di richieste ai soldati il capitano si stufa e le prende =
di forza tutti i documenti e la macchina da presa, mi spiega:" Adesso =
basta, dobbiamo capire bene chi e', se e' una che va su tutte le furie e =
tratta male i soldati vuol dire che c'e' qualcosa di strano, magari non =
deve andare a lavorare, adesso dobbiamo controllare se ha dei problemi =
con l'esercito, per adesso deve stare ferma qua, quando i controlli =
saranno stati eseguiti potra' muoversi, tu cosa stai facendo qua?? Se =
vuoi passare passa, altrimenti torna indietro ma vattene via da qua!". =
Con la scusa che devo aspettare un amico che mi deve portare delle =
cassette per la telecamera rimango in disparte a vedere per tre ore =
quello che succede in un check point: ambulanze respinte, donne incinte =
respinte, anziani con certificati medici che non possono andare in =
ospedale, arriva addirittura una squadra di calcio, e' la nazionale =
giovanile Palestinese, loro possono passare, quasi tutti, tre di loro =
non hanno fatto la richiesta tre giorni prima e quindi non possono =
andare a giocare la loro partita. Uno di loro e' il portiere.

La polvere e la sabbia del check point di Qalandia e' terribile, si =
infila negli occhi e in testa e' fastidiosissima, in condizioni del =
genere migliaia di palestinesi, tutti i giorni, si mettono in coda ad =
aspettare di essere umiliati dal soldatino di turno che con il suo =
fucile puo' decidere chi passa o no, chi va a lavorare e chi non ci puo' =
andare, chi va all'universita' e chi no.=20

In questo posto di blocco, come in molti altri, l'ONU ha chiesto che =
venissero erette delle strutture in grado di proteggere la gente dal =
sole e dalla pioggia, queste strutture sono state costruite, ma non =
vengono utilizzate perche' il controllo dei documenti e' distante =
venti-trenta metri dalla tettoia, quindi se la gente vuole passare deve =
stare alla regola imposta dai soldati, d'estate cuoci per un'ora e piu' =
al sole e d'inverno ti bagni e muori di freddo.=20

Israele punta molto sulla disperazione della gente, tenta di =
costringerli ad accettare la pace del vincitore, mira ad annullare =
qualsiasi forma statuale per i palestinesi, distrugge le infrastrutture =
mediche, impedisce di fatto la vita nei territori. Probabilmente pero', =
i palestinesi sono talmente abituati a soffrire, che non ci fanno caso, =
sono pronti a resistere ancora per non perdere il sogno di avere un =
proprio Stato con gli occupanti fuori, uno stato indipendente che =
garantisca loro il diritto di poter vivere come ogni essere umano ha il =
diritto di fare.=20

Ne' Sharon, ne' Abu Mazen riusciranno a fermare la resistenza. Scioperi =
a ultranza per la visita di Colin Powell che si e' rifiutato di andare =
da Arafat. Il messaggio e' chiaro: "Abu Mazen non parla per noi, =
l'intifada e' una decisione del popolo Palestinese e a fermarla, quando =
ci saranno le condizioni di una pace giusta, saranno i palestinesi, =
nessun altro". Queste sono le parole della gente comune, di quelli che =
nonostante tutto non si piegano, sono le parole di tutto un popolo =
stremato, affamato ma che ha un coraggio e un amore per la propria terra =
che e' impossibile descrivere.=20

Stefano Giannelli.


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