[ssf] Fw: [COMITATI] Rif: riflessioni dopo la manifestazione…

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Author: Enzo Arighi
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Subject: [ssf] Fw: [COMITATI] Rif: riflessioni dopo la manifestazione del 12 aprile
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From: <Gianni_Paoletti@???>
To: <lista.comitati@???>
Sent: Friday, April 18, 2003 2:47 PM
Subject: [COMITATI] Rif: riflessioni dopo la manifestazione del 12 aprile


>
> Io credo che il problema dei Disobbedienti sia del tutto secondario,
> ovviamente, sono giuste le considerazioni che fa Marco, ma penso anche che
> i problemi del movimento siano principalmente altri.
> Secondo me non è nemmeno principale la discussione sulle modalità con cui
> portare avanti le iniziative, nel senso che questa discussione dovrebbe
> venire dopo.
> Io non credo che il modello neoliberista sia in crisi, o perlomeno non
> nella misura in cui ce la raccontiamo spesso.
> Per capirci bisogna saper distinguere fra ideologia neoliberista, che
> effettivamente è stata smascherata e la pratica del pensiero unico.
> Questa seconda non è sostanzialmente in crisi. Non mi risulta che sia

stato
> posto nessun ostacolo al movimento senza limiti dei capitali, qualche
> ostacolo è stato posto al WTO, ma si tratta di ritardi, qualche ostacolo è
> stato posto alle privatizzazioni ma si tratta di ritardi, a volte dovuti a
> motivi oggettivi, non mi risulta che si sia posto un freno
> all'indebitamento dei paesi del 3° mondo, ecc.
> Concentrare la discussione sulle modalità di manifestare mi sembra un modo
> per saltare il problema del come il movimento antiliberista torna a fare

il
> suo mestiere e ritorna a mettere la centro la critica pratica del
> neoliberismo.
> So bene che si sono moltiplicati i tavoli in cui ci si occupa di queste
> cose, quello sulle privatizzazioni e tanti altri e questo va bene, ma
> questo non è centrale nel movimento e non perchè c'è la guerra.
> Oltretutto la guerra fa venire fuori, insieme a tutte le cose positive che
> sono largamente la maggioranza, l'anima politicista del movimento che
> tratta gli argomenti che affrontiamo come questioni di alta politica, ogni
> argomento lo si considera come la questione che permette di sfondare sul
> piano della politica in senso lato.
> Sto parlando ovviamente non della stragrande maggioranza di coloro che
> partecipano al movimento, ma del dilagante leaderismo che caratterizza
> questo movimento, da Cofferati a Bernocchi, a Casarini a tutti gli altri.
> Fra l'altro il risultato di questo problema è che sta crescendo la

distanza
> fra movimento e politica rappresentativa non solo nei contenuti, perchè DS
> e Margherita si spostano a destra, ma nella natura stessa del problema.

Più
> i vari leader pensano che possa realizzarsi un cortocircuito fra movimento
> e politica rappresentativa, pensando di affermare il proprio ruolo, più

si
> delega la politica rappresentativa agli altri. Guardate Cofferati, tanti
> giri e poi si ritrova a fare il leader della sinistra DS che era il punto
> da cui era partito quando ancora era segretario della CGIL, chissà cosa si
> proporrà di fare fra una settimana.
> Non vorrei farla lunga. Il movimento avrebbe bisogno di discutere sul come
> tornare ad affrontare il tema della globalizzazione e il senso generale
> della direzione che vogliamo prendere, con il tempo che ci vuole, ma è
> indispensabile discutere del senso delle cose che facciamo .
> Non credo che, nella sostanza, questo stia avvenendo. La non comprensione
> generalizzata da parte movimento nel suo complesso (non di alcune sue
> parti), e anche di una parte di ATTAC, delle tematiche legate alla
> questione dell'art.18 è esemplificativo di questo problema, ma non voglio
> dilungarmi su questo.
> E il ruolo di ATTAC?
> Il ruolo di ATTAC in questo contesto potrebbe riguardare un tema che il
> movimento nel suo complesso non ha affatto maturato e cioè che il cuore
> della questione della globalizzazione è la finanziarizzazione

dell'economia
> con tutto quello che ne consegue.
> Quelli che ci vanno più vicini sono quelli della Rete Lilliput, ma lo

fanno
> in una versione, secondo me, subalterna, così come tutti quelli che

mettono
> al centro il temo del consumo critico (cosa importante, ma che dimentica,
> se presa a sè il tema della produzione e delle sue modalità).
> Mettere al centro il tema della finanziarizzazione e della sua critica
> potrebbe dare ad ATTAC un ruolo fondamentale rispetto alle necessità di
> discutere di cui dicevo prima.
> Il fatto è che non abbiamo nella pratica fatto questa scelta e intervenire
> su una miriade di cose anche importanti, come la privatizzazione, la
> guerra, ecc. senza avere quell'elemento caratterizzante non ci fa

svolgere,
> sostanzialmente, un ruolo. Non vorrei essere frainteso, quello che dico

non
> significa che pensi che le cose che si fanno non abbiamo una grande
> importanza.
> Spero che di questo discuteremo o continueremo a discutere nel prossimo
> Consiglio Nazionale.
>
>                                                 Buona Pasqua a tutti
>                                                 Gianni Paoletti

>
> P.S. Spero che il mio intervento non venga perso come quello di chi è
> pessimista sulle sorti del movimento, io penso invece che soprattutto
> quando le cose vanno avanti bisogna discutere dei problemi che ci sono.
>
>
>
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>
> ---
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