[ssf] Fw: [COMITATI] Fwd: Documento finale della manifestazi…

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Author: Enzo Arighi
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Subject: [ssf] Fw: [COMITATI] Fwd: Documento finale della manifestazione del 12 aprile 2003
----- Original Message -----
From: <firenze@???>
To: <lista.comitati@???>
Sent: Tuesday, April 15, 2003 11:47 AM
Subject: [COMITATI] Fwd: Documento finale della manifestazione del 12 aprile
2003


> ----- Forwarded message from ATTAC Sarno <sarno@???> -----
>
> Date: Mon, 14 Apr 2003 15:15:38 +0200
> From: "ATTAC Sarno" <sarno@???>
> Subject: [COMITATI] Documento finale della manifestazione del 12 aprile

2003
> To: <lista.sarno@???>, <lista.comitati@???>,
> <comitatoquindicifebbraio@???>
>
>
>           Documento finale della manifestazione del 12 aprile 2003

>
>
>    Noi siamo ancora una volta qui, a Roma.

>
>    Il popolo della pace manifesta contro la guerra, contro le distruzioni
>    delle vite umane, delle civiltà, della natura, contro le sofferenze
>    delle popolazioni civili.

>
>    Non siamo tornati a casa dopo il 15 febbraio, non ci siamo arresi alla
>    guerra quando è cominciata il 20 marzo: si sono tenute migliaia di
>    iniziative, di manifestazioni, milioni di gesti di pace come i 3
>    milioni di bandiere che non dobbiamo e non vogliamo togliere dalle
>    nostre finestre.

>
>    Siamo qui per dire che non ci arrendiamo alla spirale di odio, di
>    vendetta, di scatenamento della forza bruta e delle pulsioni di morte
>    che la guerra porta con sé.

>
>    Oggi come il 15 febbraio siamo insieme, movimenti che si battono
>    contro la globalizzazione neoliberista, movimenti per la pace,
>    movimenti per la democrazia, partiti politici, associazionismo
>    ambientale e sociale, sindacati confederali e di base, associazionismo
>    religioso, social forum, strutture dellautorganizzazione, aree
>    antagoniste e della disobbedienza, Ong, intellettuali, operatori della
>    comunicazione, organizzazioni degli studenti, delle donne, dei
>    migranti, e migliaia di cittadine e cittadini.

>
>
>    Oggi i potenti stanno scrivendo la loro storia: la conquista dellIraq
>    da parte delle truppe di Bush e Blair è lesito di una guerra ingiusta
>    e illegittima, che sta causando lutti e distruzioni, che fa del popolo
>    iracheno, già vittima ieri del dittatore Saddam e dellembargo
>    ultradecennale, oggi sottoposto ai comandi militari
>    anglo-statunitensi.

>
>    La guerra rimane un orrore inaccettabile.

>
>    Alle vittime civili e militari, a tutte le vittime di questa nuova
>    guerra va tutta la nostra solidarietà.

>
>    Esprimiamo ancora una volta il nostro dolore più profondo per la morte
>    di Rachel Corrie e Tom Horndoll, uccisi perché cercavano di interporsi
>    tra le truppe di occupazione israeliane e la popolazione civile
>    palestinese. Il popolo della pace si stringe intorno a tutti quelli e
>    quelle che, rischiando la propria vita, cercano di costruire la pace
>    nei luoghi in cui più violenta esplode la guerra.

>
>
>    Un regime abietto è caduto. I pacifisti lo condannano fin dai tempi in
>    cui Saddam, alleato di chi oggi lo abbatte, sterminava i kurdi e
>    massacrava gli oppositori. La comunità internazionale ha avuto
>    trentanni per sostenere lopposizione democratica irachena che si
>    batteva contro il regime. E non lha fatto. Ora lIraq vive vendette e
>    saccheggi, ed entro breve  rischia di vedere istituito un protettorato
>    militare deciso e governato da Bush e Rumsfeld.

>
>    Noi continueremo a impegnarci per un Iraq indipendente, libero,
>    democratico e pluralista.

>
>    Oggi i potenti stanno scrivendo la loro storia: la storia della
>    distruzione della legalità internazionale. Vogliono cancellare lONU e
>    le istituzioni internazionali.

>
>    Vogliono trascinarci in unepoca di guerra infinita. Noi vogliamo
>    fermarla.

>
>    La Carta dellONU ha cancellato il diritto alla guerra degli Stati: gli
>    Stati non possono più fare le guerre.

>
>
>    Milioni e milioni di persone in questi mesi, in tutto il mondo, hanno
>    espresso in forme nuove e dirette il loro no alla guerra,
>    contaminandosi lun laltra con pratiche diverse ed esprimendo le più
>    articolate soggettività: hanno disobbedito e fermato i treni e le navi
>    della morte; hanno scioperato, manifestato contro la guerra,
>    boicottato i prodotti delle multinazionali della guerra; circondato e
>    invaso le basi militari, chiedendo il loro smantellamento; senza
>    distinzione di credo e di fede, hanno fatto sentire la propria voce;
>    hanno richiamato i valori dellimpegno civile e pacifista alla base
>    della nostra Costituzione e delle Carte internazionali; hanno raccolto
>    il richiamo delle Chiese, per far sì che le religioni non siano
>    strumenti di divisioni e di guerre, ma messaggere di pace.

>
>
>    Gli Stati, quando guidati soltanto dalla logica dei propri interessi
>    economici e geopolitici, non sono in grado di fermare le guerre: non
>    possiamo e non vogliamo affidare il destino dellumanità e della nostra
>    Terra alla ragion di Stato.

>
>    Nella lotta per la pace, per lautodeterminazione dei popoli e  per i
>    diritti umani sta nascendo la società civile mondiale, quella
>    superpotenza pacifica e pacifista che sola oggi può fermare la guerra.

>
>
>    La guerra infinita e preventiva è legata al mantenimento di un ordine
>    sociale ed economico ingiusto, che alimenta disuguaglianze ed
>    esclusioni. La guerra provoca linvoluzione della democrazia, stati
>    deccezione che diventano permanenti, leggi liberticide.

>
>    Siamo qui anche contro la guerra economica, sociale e culturale che
>    affligge il pianeta, contro la globalizzazione neoliberista che
>    produce ogni giorno più disoccupazione, precarietà, miseria e
>    ingiustizia sociale.

>
>    Questa guerra è anche per il controllo delle grandi aree produttrici
>    del petrolio, che rimane la fonte energetica centrale per la
>    produzione e i consumi statunitensi e del Nord del pianeta, cioè quel
>    20% della popolazione mondiale che consuma l80% delle risorse.

>
>
>    Il governo degli Usa si arroga il diritto di affermare, in quanto
>    unica superpotenza, il dominio unipolare, che vuol dettare le leggi in
>    nome dei suoi interessi assunti a parametro di giudizio universale.

>
>    Vogliamo rispondere a Bush con le parole di Arthur Schlesinger,
>    ex-consigliere di Kennedy, ricordandogli che non può trasformarsi in
>    giudice, giuria e carnefice del mondo.

>
>    Noi sappiamo che la follia della guerra non ferma il Pentagono dal
>    minacciare altre guerre, con luso possibile e preventivato delle armi
>    nucleari: siamo determinati a fermarle.

>
>    La guerra moderna è il crimine più devastante contro persone, beni e
>    natura; la guerra oggi è soprattutto una guerra contro i civili: per
>    questo è ipocrita parlare di guerra umanitaria, come la tragica
>    lezione del Kossovo e dellAfganistan ci ha insegnato.

>
>
>    Non ci rassegniamo alla distruzione dellONU, perché nella sua Carta
>    sono contenuti i principi e gli strumenti per porre la guerra fuori
>    dalla storia.

>
>    La guerra è illegittima, è un male assoluto e come tale va ripudiata,
>    come prevede lart.11 della nostra Costituzione.

>
>    Noi consideriamo lart. 11 una norma che dobbiamo rispettare come legge
>    superiore. Noi ci riconosciamo nella Carta dellONU, quando ripudia il
>    flagello della guerra, e nella Dichiarazione universale dei diritti
>    umani. Noi abbiamo difeso quelle Carte, anche quando listituzione
>    preposta ad applicarle lONU non lo ha fatto. Non di una ONU subalterna
>    ai poteri forti il mondo ha bisogno, ma di istituzioni internazionali
>    realmente democratiche e capaci di affermare e imporre le leggi
>    superiori dellumanità, fondate sulla pace, sulla giustizia e
>    sullequità.

>
>    La nostra parte di cittadini e cittadine la stiamo facendo, noi popolo
>    di Porto Alegre non ci fermeremo.

>
>
>    Proprio perché vogliamo la pace e la democrazia in Iraq, vogliamo
>    impedire che lONU fornisca unindebita copertura alloccupazione
>    militare anglo-statunitense. Noi chiediamo fermamente il ritiro delle
>    truppe occupanti, per consentire che lIraq possa autonomamente
>    esprimere un proprio governo, garantito dalle Nazioni Unite. Chiediamo
>    inoltre che si convochi con urgenza lAssemblea generale straordinaria
>    dellONU, in base alla Risoluzione n. 377 del 1950, per una condanna
>    formale della guerra preventiva e per affrontare il dopoguerra
>    dellIraq, che deve essere smilitarizzato e appartenere ai soli
>    iracheni.

>
>
>    Con la sua maggioranza il governo Berlusconi, arruolato da Bush nella
>    coalizione dei volenterosi, ha approvato, sostenuto e santificato la
>    guerra preventiva; ha imposto una belligeranza di fatto, con luso
>    delle basi, con il transito di materiale bellico e di soldati, con il
>    trasferimento di paracadutisti statunitensi in Iraq. E oggi per questo
>    ci opporremmo, nellambito del protettorato anglo-statunitense,
>    allinvio in Iraq dei carabinieri, che andrebbero a fornire copertura
>    militare e politica sia alla guerra sia al piano di occupazione
>    militare. Lart. 11 della Costituzione è stato violato. Il Parlamento
>    non può decidere contro il dettato della Costituzione.

>
>
>    Oggi impellente è il compito di affrontare la tragedia umanitaria, di
>    sostenere la popolazione e di metterla in grado di riprendere al più
>    presto la propria vita normale.

>
>
>    Questo compito umanitario non può essere lasciato nelle mani degli
>    eserciti o sotto il controllo dei governi di guerra, noi lanciamo un
>    appello perché siano le agenzie delle Nazioni Unite, le Ong e il
>    volontariato a organizzare gli aiuti.

>
>    Lanciamo forte lappello a sostenere le organizzazioni veramente
>    indipendenti presenti nelle zone di guerra. Vi invitiamo a sostenere
>    il Tavolo della solidarietà e ad organizzare la raccolta dei fondi in
>    ogni città: il popolo della pace non solo testimonia il suo dolore per
>    le vittime, ma saprà generosamente impegnarsi in questazione di
>    solidarietà.

>
>
>    La democrazia non si esporta con le armi, la democrazia va costruita
>    in Iraq attraverso lautodeterminazione delle sue popolazioni, la loro
>    partecipazione, il rispetto dei diritti umani  e di quelli delle
>    minoranze.

>
>
>    Le ricchezze irachene, il petrolio iracheno non deve essere il bottino
>    da spartire tra le potenzi vincitrici, la ricostruzione dellIraq non
>    deve essere la ghiotta  quanto cinica occasione  per gli affari delle
>    imprese multinazionali. Le risorse irachene appartengono e devono
>    essere gestite dalle popolazioni irachene per soddisfare i loro
>    bisogni.

>
>
>    Un Iraq democratico vivrà solo se nellintera regione si stabilirà una
>    pace giusta. Insieme alla guerra e al rischio di un suo allargamento,
>    nel Medio Oriente un altro dramma è  quello della Palestina. Chiediamo
>    che cessino loccupazione militare, le brutalità, le violenze e gli
>    assassinî perpetrati contro la popolazione civile. Chiediamo che i
>    palestinesi abbiano finalmente un loro Stato, che il popolo
>    palestinese possa vivere nella sua terra in pace a fianco del popolo e
>    dello Stato israeliani: due popoli in due Stati.

>
>    Ai curdi va garantito il diritto allautodeterminazione senza che siano
>    sottoposti alla logica degli interessi statunitensi e turchi.

>
>
>    LOccidente, che ha fatto affari con il regime iracheno scambiando armi
>    con petrolio, che produce ed esporta armi sempre più distruttive,
>    missili e bombe, non può continuare con queste politiche belliciste.

>
>    È tempo di riprendere la lotta per il disarmo globale, le spese
>    militari devono essere tagliate, e le risorse usate per debellare i
>    mali del mondo, della fame, della mancanza dacqua, della salute,
>    delleducazione.

>
>    Continuiamo a batterci contro lo stravolgimento della legge 185, che
>    liberalizza il commercio di armi. Oggi a Brescia stiamo manifestando
>    contro lExa, lorribile fiera delle armi, degli strumenti di morte con
>    cui si fanno profitti.

>
>    Disarmo, disarmo globale, per liberare lumanità dalla guerra e dalla
>    sopraffazione.

>
>
>    LEuropa si è divisa in una componente bellicista ma, anche sotto  la
>    spinta del movimento pacifista, in una parte - come la Francia, la
>    Germania e il Belgio - che ha contrastato la guerra, a cui Berlusconi
>    si è invece supinamente piegato.

>
>    Non è questa lEuropa che vogliamo, lEuropa sta nascendo dal basso, la
>    nuova cittadinanza europea vuole una Costituzione che metta al primo
>    articolo il ripudio della guerra.

>
>    Così secondo noi può essere formulato larticolo 1 della  Costituzione
>    europea:

>
>    LEuropa ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie
>    internazionali e riconosce nella pace un diritto fondamentale delle
>    persone e dei popoli. LEuropa contribuisce alla costruzione di un
>    ordine internazionale pacifico e democratico; a tale scopo, promuove e
>    favorisce il rafforzamento e la democratizzazione dellOrganizzazione
>    delle Nazioni Unite e lo sviluppo della cooperazione internazionale.

>
>
>    LEuropa che vogliamo non è la fortezza che respinge migranti e
>    profughi:

>
>    lEuropa, lItalia devono accogliere i profughi che fuggono dalla guerra
>    e attivarsi perché lUnione europea promuova in tutti gli Stati
>    laccoglienza e garantisca il diritto di asilo.

>
>    Una politica di accoglienza dei profughi è il primo aiuto umanitario
>    che lItalia e lEuropa possano dare: il parlamento e il governo
>    deliberino i provvedimenti per laccoglienza di tutti i profughi.

>
>
>    Come il 15 febbraio siamo qui perché siamo convinti che la guerra non
>    sconfigge i terrorismi. Il terrorismo non ha mai ragione, neanche
>    quando si nasconde dietro le ragioni dellingiustizia sociale, esso
>    uccide la partecipazione e gli ideali di pace e di giustizia: a
>    delegare la lotta per il cambiamento non ci rassegneremo mai.

>
>    La guerra preventiva del governo degli Stati uniti è impregnata della
>    volontà dimporre il suo modello di civiltà, distruggendo  quelle
>    diverse,  marginalizzando culture e religioni che hanno contribuito e
>    contribuiscono a  costruire scienza e conoscenza, e a dare  senso e
>    valori allesistenza umana e alla natura. È un disegno di egemonia, di
>    riduzione della ricchezza delle molteplici esperienze culturali e
>    civili.

>
>    Vogliamo  una società multiculturale.  Vogliamo batterci per
>    affrontare e risolvere i veri mali del mondo: fame, malattie,
>    ignoranza, per il rispetto dei diritti umani, del diritto dei popoli
>    alluso delle risorse, per la giustizia tra i popoli.

>
>    Non ci arrendiamo alla logica di guerra che  pervade la società, alle
>    tante guerre dimenticate che fanno milioni di morti, di profughi, di
>    rifugiati in tutto il mondo.

>
>    Per il rispetto dellarticolo 11 della nostra Costituzione

>
>    Per uneconomia di giustizia, contro la guerra economica e sociale
>    della globalizzazione neoliberista

>
>    Per il disarmo globale

>
>    Per il cessate il fuoco della guerra infinita

>
>    Mai più guerra!

>
>    Per un altro mondo possibile !

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>
> ---
> Lista elettronica Comitati locali ATTAC Italia (50k max)
> Si prega di usare la lista solo per comunicazioni inerenti la vita

associativa, il dibattito e le iniziative di ATTAC Italia