> To: <lista.sarno@???>, <lista.comitati@???>,
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> Documento finale della manifestazione del 12 aprile 2003
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> Noi siamo ancora una volta qui, a Roma.
>
> Il popolo della pace manifesta contro la guerra, contro le distruzioni
> delle vite umane, delle civiltà, della natura, contro le sofferenze
> delle popolazioni civili.
>
> Non siamo tornati a casa dopo il 15 febbraio, non ci siamo arresi alla
> guerra quando è cominciata il 20 marzo: si sono tenute migliaia di
> iniziative, di manifestazioni, milioni di gesti di pace come i 3
> milioni di bandiere che non dobbiamo e non vogliamo togliere dalle
> nostre finestre.
>
> Siamo qui per dire che non ci arrendiamo alla spirale di odio, di
> vendetta, di scatenamento della forza bruta e delle pulsioni di morte
> che la guerra porta con sé.
>
> Oggi come il 15 febbraio siamo insieme, movimenti che si battono
> contro la globalizzazione neoliberista, movimenti per la pace,
> movimenti per la democrazia, partiti politici, associazionismo
> ambientale e sociale, sindacati confederali e di base, associazionismo
> religioso, social forum, strutture dellautorganizzazione, aree
> antagoniste e della disobbedienza, Ong, intellettuali, operatori della
> comunicazione, organizzazioni degli studenti, delle donne, dei
> migranti, e migliaia di cittadine e cittadini.
>
>
> Oggi i potenti stanno scrivendo la loro storia: la conquista dellIraq
> da parte delle truppe di Bush e Blair è lesito di una guerra ingiusta
> e illegittima, che sta causando lutti e distruzioni, che fa del popolo
> iracheno, già vittima ieri del dittatore Saddam e dellembargo
> ultradecennale, oggi sottoposto ai comandi militari
> anglo-statunitensi.
>
> La guerra rimane un orrore inaccettabile.
>
> Alle vittime civili e militari, a tutte le vittime di questa nuova
> guerra va tutta la nostra solidarietà.
>
> Esprimiamo ancora una volta il nostro dolore più profondo per la morte
> di Rachel Corrie e Tom Horndoll, uccisi perché cercavano di interporsi
> tra le truppe di occupazione israeliane e la popolazione civile
> palestinese. Il popolo della pace si stringe intorno a tutti quelli e
> quelle che, rischiando la propria vita, cercano di costruire la pace
> nei luoghi in cui più violenta esplode la guerra.
>
>
> Un regime abietto è caduto. I pacifisti lo condannano fin dai tempi in
> cui Saddam, alleato di chi oggi lo abbatte, sterminava i kurdi e
> massacrava gli oppositori. La comunità internazionale ha avuto
> trentanni per sostenere lopposizione democratica irachena che si
> batteva contro il regime. E non lha fatto. Ora lIraq vive vendette e
> saccheggi, ed entro breve rischia di vedere istituito un protettorato
> militare deciso e governato da Bush e Rumsfeld.
>
> Noi continueremo a impegnarci per un Iraq indipendente, libero,
> democratico e pluralista.
>
> Oggi i potenti stanno scrivendo la loro storia: la storia della
> distruzione della legalità internazionale. Vogliono cancellare lONU e
> le istituzioni internazionali.
>
> Vogliono trascinarci in unepoca di guerra infinita. Noi vogliamo
> fermarla.
>
> La Carta dellONU ha cancellato il diritto alla guerra degli Stati: gli
> Stati non possono più fare le guerre.
>
>
> Milioni e milioni di persone in questi mesi, in tutto il mondo, hanno
> espresso in forme nuove e dirette il loro no alla guerra,
> contaminandosi lun laltra con pratiche diverse ed esprimendo le più
> articolate soggettività: hanno disobbedito e fermato i treni e le navi
> della morte; hanno scioperato, manifestato contro la guerra,
> boicottato i prodotti delle multinazionali della guerra; circondato e
> invaso le basi militari, chiedendo il loro smantellamento; senza
> distinzione di credo e di fede, hanno fatto sentire la propria voce;
> hanno richiamato i valori dellimpegno civile e pacifista alla base
> della nostra Costituzione e delle Carte internazionali; hanno raccolto
> il richiamo delle Chiese, per far sì che le religioni non siano
> strumenti di divisioni e di guerre, ma messaggere di pace.
>
>
> Gli Stati, quando guidati soltanto dalla logica dei propri interessi
> economici e geopolitici, non sono in grado di fermare le guerre: non
> possiamo e non vogliamo affidare il destino dellumanità e della nostra
> Terra alla ragion di Stato.
>
> Nella lotta per la pace, per lautodeterminazione dei popoli e per i
> diritti umani sta nascendo la società civile mondiale, quella
> superpotenza pacifica e pacifista che sola oggi può fermare la guerra.
>
>
> La guerra infinita e preventiva è legata al mantenimento di un ordine
> sociale ed economico ingiusto, che alimenta disuguaglianze ed
> esclusioni. La guerra provoca linvoluzione della democrazia, stati
> deccezione che diventano permanenti, leggi liberticide.
>
> Siamo qui anche contro la guerra economica, sociale e culturale che
> affligge il pianeta, contro la globalizzazione neoliberista che
> produce ogni giorno più disoccupazione, precarietà, miseria e
> ingiustizia sociale.
>
> Questa guerra è anche per il controllo delle grandi aree produttrici
> del petrolio, che rimane la fonte energetica centrale per la
> produzione e i consumi statunitensi e del Nord del pianeta, cioè quel
> 20% della popolazione mondiale che consuma l80% delle risorse.
>
>
> Il governo degli Usa si arroga il diritto di affermare, in quanto
> unica superpotenza, il dominio unipolare, che vuol dettare le leggi in
> nome dei suoi interessi assunti a parametro di giudizio universale.
>
> Vogliamo rispondere a Bush con le parole di Arthur Schlesinger,
> ex-consigliere di Kennedy, ricordandogli che non può trasformarsi in
> giudice, giuria e carnefice del mondo.
>
> Noi sappiamo che la follia della guerra non ferma il Pentagono dal
> minacciare altre guerre, con luso possibile e preventivato delle armi
> nucleari: siamo determinati a fermarle.
>
> La guerra moderna è il crimine più devastante contro persone, beni e
> natura; la guerra oggi è soprattutto una guerra contro i civili: per
> questo è ipocrita parlare di guerra umanitaria, come la tragica
> lezione del Kossovo e dellAfganistan ci ha insegnato.
>
>
> Non ci rassegniamo alla distruzione dellONU, perché nella sua Carta
> sono contenuti i principi e gli strumenti per porre la guerra fuori
> dalla storia.
>
> La guerra è illegittima, è un male assoluto e come tale va ripudiata,
> come prevede lart.11 della nostra Costituzione.
>
> Noi consideriamo lart. 11 una norma che dobbiamo rispettare come legge
> superiore. Noi ci riconosciamo nella Carta dellONU, quando ripudia il
> flagello della guerra, e nella Dichiarazione universale dei diritti
> umani. Noi abbiamo difeso quelle Carte, anche quando listituzione
> preposta ad applicarle lONU non lo ha fatto. Non di una ONU subalterna
> ai poteri forti il mondo ha bisogno, ma di istituzioni internazionali
> realmente democratiche e capaci di affermare e imporre le leggi
> superiori dellumanità, fondate sulla pace, sulla giustizia e
> sullequità.
>
> La nostra parte di cittadini e cittadine la stiamo facendo, noi popolo
> di Porto Alegre non ci fermeremo.
>
>
> Proprio perché vogliamo la pace e la democrazia in Iraq, vogliamo
> impedire che lONU fornisca unindebita copertura alloccupazione
> militare anglo-statunitense. Noi chiediamo fermamente il ritiro delle
> truppe occupanti, per consentire che lIraq possa autonomamente
> esprimere un proprio governo, garantito dalle Nazioni Unite. Chiediamo
> inoltre che si convochi con urgenza lAssemblea generale straordinaria
> dellONU, in base alla Risoluzione n. 377 del 1950, per una condanna
> formale della guerra preventiva e per affrontare il dopoguerra
> dellIraq, che deve essere smilitarizzato e appartenere ai soli
> iracheni.
>
>
> Con la sua maggioranza il governo Berlusconi, arruolato da Bush nella
> coalizione dei volenterosi, ha approvato, sostenuto e santificato la
> guerra preventiva; ha imposto una belligeranza di fatto, con luso
> delle basi, con il transito di materiale bellico e di soldati, con il
> trasferimento di paracadutisti statunitensi in Iraq. E oggi per questo
> ci opporremmo, nellambito del protettorato anglo-statunitense,
> allinvio in Iraq dei carabinieri, che andrebbero a fornire copertura
> militare e politica sia alla guerra sia al piano di occupazione
> militare. Lart. 11 della Costituzione è stato violato. Il Parlamento
> non può decidere contro il dettato della Costituzione.
>
>
> Oggi impellente è il compito di affrontare la tragedia umanitaria, di
> sostenere la popolazione e di metterla in grado di riprendere al più
> presto la propria vita normale.
>
>
> Questo compito umanitario non può essere lasciato nelle mani degli
> eserciti o sotto il controllo dei governi di guerra, noi lanciamo un
> appello perché siano le agenzie delle Nazioni Unite, le Ong e il
> volontariato a organizzare gli aiuti.
>
> Lanciamo forte lappello a sostenere le organizzazioni veramente
> indipendenti presenti nelle zone di guerra. Vi invitiamo a sostenere
> il Tavolo della solidarietà e ad organizzare la raccolta dei fondi in
> ogni città: il popolo della pace non solo testimonia il suo dolore per
> le vittime, ma saprà generosamente impegnarsi in questazione di
> solidarietà.
>
>
> La democrazia non si esporta con le armi, la democrazia va costruita
> in Iraq attraverso lautodeterminazione delle sue popolazioni, la loro
> partecipazione, il rispetto dei diritti umani e di quelli delle
> minoranze.
>
>
> Le ricchezze irachene, il petrolio iracheno non deve essere il bottino
> da spartire tra le potenzi vincitrici, la ricostruzione dellIraq non
> deve essere la ghiotta quanto cinica occasione per gli affari delle
> imprese multinazionali. Le risorse irachene appartengono e devono
> essere gestite dalle popolazioni irachene per soddisfare i loro
> bisogni.
>
>
> Un Iraq democratico vivrà solo se nellintera regione si stabilirà una
> pace giusta. Insieme alla guerra e al rischio di un suo allargamento,
> nel Medio Oriente un altro dramma è quello della Palestina. Chiediamo
> che cessino loccupazione militare, le brutalità, le violenze e gli
> assassinî perpetrati contro la popolazione civile. Chiediamo che i
> palestinesi abbiano finalmente un loro Stato, che il popolo
> palestinese possa vivere nella sua terra in pace a fianco del popolo e
> dello Stato israeliani: due popoli in due Stati.
>
> Ai curdi va garantito il diritto allautodeterminazione senza che siano
> sottoposti alla logica degli interessi statunitensi e turchi.
>
>
> LOccidente, che ha fatto affari con il regime iracheno scambiando armi
> con petrolio, che produce ed esporta armi sempre più distruttive,
> missili e bombe, non può continuare con queste politiche belliciste.
>
> È tempo di riprendere la lotta per il disarmo globale, le spese
> militari devono essere tagliate, e le risorse usate per debellare i
> mali del mondo, della fame, della mancanza dacqua, della salute,
> delleducazione.
>
> Continuiamo a batterci contro lo stravolgimento della legge 185, che
> liberalizza il commercio di armi. Oggi a Brescia stiamo manifestando
> contro lExa, lorribile fiera delle armi, degli strumenti di morte con
> cui si fanno profitti.
>
> Disarmo, disarmo globale, per liberare lumanità dalla guerra e dalla
> sopraffazione.
>
>
> LEuropa si è divisa in una componente bellicista ma, anche sotto la
> spinta del movimento pacifista, in una parte - come la Francia, la
> Germania e il Belgio - che ha contrastato la guerra, a cui Berlusconi
> si è invece supinamente piegato.
>
> Non è questa lEuropa che vogliamo, lEuropa sta nascendo dal basso, la
> nuova cittadinanza europea vuole una Costituzione che metta al primo
> articolo il ripudio della guerra.
>
> Così secondo noi può essere formulato larticolo 1 della Costituzione
> europea:
>
> LEuropa ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie
> internazionali e riconosce nella pace un diritto fondamentale delle
> persone e dei popoli. LEuropa contribuisce alla costruzione di un
> ordine internazionale pacifico e democratico; a tale scopo, promuove e
> favorisce il rafforzamento e la democratizzazione dellOrganizzazione
> delle Nazioni Unite e lo sviluppo della cooperazione internazionale.
>
>
> LEuropa che vogliamo non è la fortezza che respinge migranti e
> profughi:
>
> lEuropa, lItalia devono accogliere i profughi che fuggono dalla guerra
> e attivarsi perché lUnione europea promuova in tutti gli Stati
> laccoglienza e garantisca il diritto di asilo.
>
> Una politica di accoglienza dei profughi è il primo aiuto umanitario
> che lItalia e lEuropa possano dare: il parlamento e il governo
> deliberino i provvedimenti per laccoglienza di tutti i profughi.
>
>
> Come il 15 febbraio siamo qui perché siamo convinti che la guerra non
> sconfigge i terrorismi. Il terrorismo non ha mai ragione, neanche
> quando si nasconde dietro le ragioni dellingiustizia sociale, esso
> uccide la partecipazione e gli ideali di pace e di giustizia: a
> delegare la lotta per il cambiamento non ci rassegneremo mai.
>
> La guerra preventiva del governo degli Stati uniti è impregnata della
> volontà dimporre il suo modello di civiltà, distruggendo quelle
> diverse, marginalizzando culture e religioni che hanno contribuito e
> contribuiscono a costruire scienza e conoscenza, e a dare senso e
> valori allesistenza umana e alla natura. È un disegno di egemonia, di
> riduzione della ricchezza delle molteplici esperienze culturali e
> civili.
>
> Vogliamo una società multiculturale. Vogliamo batterci per
> affrontare e risolvere i veri mali del mondo: fame, malattie,
> ignoranza, per il rispetto dei diritti umani, del diritto dei popoli
> alluso delle risorse, per la giustizia tra i popoli.
>
> Non ci arrendiamo alla logica di guerra che pervade la società, alle
> tante guerre dimenticate che fanno milioni di morti, di profughi, di
> rifugiati in tutto il mondo.
>
> Per il rispetto dellarticolo 11 della nostra Costituzione
>
> Per uneconomia di giustizia, contro la guerra economica e sociale
> della globalizzazione neoliberista
>
> Per il disarmo globale
>
> Per il cessate il fuoco della guerra infinita
>
> Mai più guerra!
>
> Per un altro mondo possibile !
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> Lista elettronica Comitati locali ATTAC Italia (50k max)
> Si prega di usare la lista solo per comunicazioni inerenti la vita