[Lecce-sf] Fw: BOMBE INTELLIGENTI

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Autor: Carlo Mileti
Data:  
Asunto: [Lecce-sf] Fw: BOMBE INTELLIGENTI
----- Original Message -----
From: "Drazan Gunjaca (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa@???>)"
<drazan.gunjaca@???>
To: <news@???>
Sent: Friday, March 28, 2003 11:16 AM
Subject: BOMBE INTELLIGENTI


>
>
>
> Egregi signori,
>
> Un pensiero attuale su di un aspetto della guerra da qualcuno che l'ha

vissuta.
>
> Cordiali saluti. Drazan Gunjaca.
>
>
>

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__________________________
>
>
>
>
>
> BOMBE INTELLIGENTI
>
>
>
>              Vivo in un paese il cui debole corpo è stato recentemente
> straziato da una guerra durata cinque anni. Per questi paesi è un ciclo
> naturale che si ripete regolarmente, per ragioni incomprensibili a persone
> ragionevoli, con ritmi che non permettono a nessuna generazione, tanto

meno
> alla mia, di evitare una tale esperienza. Qui il passare del tempo, la
> maturazione di coscienze e lo sviluppo della democrazia non influiscono
> minimamente sul periodico scambio di opinioni attraverso i mirini. Vivo in
> un paese dove, ad esempio, i referendum, come il più antico modo di
> espressione civilizzata dell'opinione popolare, vengono organizzati solo
> per le questioni che apertamente portano a nuovi conflitti. Di qualsiasi
> tipo. I nemici ci sono sempre, no? Se no, tanto peggio per loro. Ce li
> inventiamo.
>
>              Ho dimenticato di dire: amo il mio paese, per quanto sia
> imperfetto. In fin dei conti, chi è perfetto?

>
>              Ammetto però che delle volte non è facile vivere in un paese
> dove il volume dell'inno nazionale è più importante di una pancia piena.

Va
> bene, alcuni sono più musicali degli altri, ma quando si tratta di inni,
> basta un buon orecchio. Per sentirlo in tempo. Si tratta solo di pratica.
> L'abitudine è l'altra natura, no? Mano sul cuore, è un po' irritante

vivere
> in un paese dove il passato è più importante del presente, dove nessuno
> pensa al futuro perchè è talmente incerto che non ha scopo perdere tempo a
> contemplarlo. Non ha senso giocare le proprie carte per un futuro che
> qualcuno ha già perso giocando in nome tuo. Non è un modo ragionevole di
> aspettare il domani. Se almeno questi giocatori autoproclamati avessero
> saputo le regole principali dei giochi d'azzardo, per non parlare delle
> sfumature impercettibili sulle quali spesso dipende l'esito del gioco,
> forse ce la saremmo cavata meglio. Beh, col tempo ti rassegni.
>
>              È nella natura dell'uomo sperare anche quando questo non ha
> senso. E ci sono anche speranze diverse. Quelle importanti, prioritarie,
> che ti perseguitano sempre, e quelle secondarie, supplementari, nel caso

le
> prime non si avverino o qualcuno per sbaglio le proibisca. E così, come il
> resto del mondo, guidato dalle proprie ansie e paure, di tanto in tanto
> decido fermamente di abbandonare questa valle di lacrime per trovarne una
> nuova, una valle di riserva, in qualche altro angolo del pianeta, piena di
> fiori e bellezza, dove il passato è stato seppellito con dignità e nella
> quale oggi vive il futuro. In qualche modo, in questi giorni mi assilla
> un'altra di queste piccole decisioni.
>
>              Ma dato che la patria non puoi cambiarla ogni giorno, e dato
> che il mondo è diventato un villaggio globale, mi sono messo alla ricerca
> della terra promessa. Ho acceso la TV satellitare, la mia finestra sul
> mondo, ed ho iniziato. Un grande choc. Invece della valle magica, sullo
> schermo non smettono di cadere bombe di tutti i tipi: stupide,
> intelligenti, grandi, piccole, di raggio ridotto, di raggio

internazionale,
> senza guida, quelle teleguidate, con grande potenza distruttiva, a potenza
> un po' ridotta, e poi vengono le madri di tutte le bombe, con la loro
> innumerevole prole... Tra tutte queste stelle cadenti, ogni tanto si
> intravvedono gli occhi di un bambino terrorizzato, la cui casa è appena
> stata rasa al suolo perchè una delle bombe intelligenti ha avuto una
> giornataccia; e poi vedi gli occhi pieni di terrore di un giovane del
> Texas che all'improvviso, da un giorno all'altro, a migliaia di chilometri
> da casa, è diventato prigioniero di guerra... Sfollati, profughi, persone
> di buona volontà, e tanti senza volontà... Nei parchi di certe belle città
> passeggiano uomini seri in uniforme, con cani addestrati ad abbaiare al
> fiuto di problemi. A cosa gli servono i cani? Qua la gente ha ululato fino
> al cielo, ma non c'era nessuno ad ascoltare.
>
>              Dio mio, esiste ancora qualche speranza? Forse? Solo quando
> più nessuno, ma proprio nessuno, oserà chiamare una bomba "intelligente".

>
>
>
> Drazan Gunjaca (Croatia)
>
> <http://www.drazangunjaca.net/>www.drazangunjaca.net
>
>
>
>
>
> http://www.stradanove.net/news/testi/libri-03a/laped1303030.html
>
>

<http://www.backstreets.it/recensioni_libri/roulette_balcanica.htm>http://ww
w.backstreets.it/recensioni_libri/roulette_balcanica.htm
>
> http://www.kaleidon.it/fara/html/interviste/drazan.html
>
>

<http://www.kaleidon.it/fara/html/collane/terremerse/roulette.html>http://ww
w.kaleidon.it/fara/html/collane/terremerse/roulette.html
>
>
> http://www.valentinammaka.net/gunjaca.htm
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