[Lecce-sf] interrogazione parlamentare su V.le dell'Universi…

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Autor: Verdi Lecce
Data:  
Asunto: [Lecce-sf] interrogazione parlamentare su V.le dell'Università
FEDERAZIONE PROV.LE DEI VERDI DI LECCE
Via Idomeneo 78 LECCE - tel.338 2398330
verdicomlecce@???

Si riporta di seguito il testo dell'interrogazione presentata in data
odierna dal nostro deputato Mauro Bulgarelli, che il 19 u.s. intervenne nei
riguardi dell' autorità di P.S., insieme ai rappresentanti delle
associazioni presenti sul luogo, rilevando le irregolarità
nell'esecuzione dei lavori ed ottenendo una temporanea sospensione degli
stessi. Riguardo a tali aspetti ed agli ulteriori profili di illeggitimità
emersi, il sottoscritto congiuntamente a Luca Ruberti ed all'avv. Luigi
Pedone ha presentato
un esposto alla Procura della Repubblica nella mattinata di venerdì 20.

Distinti saluti
IL PRESIDENTE
Mauro Pascariello
___________________________________________________________________________________
Interrogazione a risposta scritta
Al ministro dei beni culturali, al ministro dell’Ambiente
per sapere, premesso che,


viale Università di Lecce (già viale Taranto o viale Degli studenti) era  un 
grande viale di impianto ottocentesco alberato in questo secolo con pini 
d’aleppo di età tra i 40 e 60 anni.
         In città quasi tutti sono stati concordi nell’affermare la  necessità 
di un  intervento con un’opera di straordinaria manutenzione; anche 
marciapiedi, percorsi da centinaia di studenti e residenti ad ogni ora del 
giorno sono in cattivo stato, gli alberi caduti non rimpiazzati, insomma una 
condizione di abbandono da vari anni comportante interventi seri di 
conservazione e restauro.
   Il viale si trova a ridosso della città storica, in parte ricade in area 
con emergenze archeologiche, comunque      per intero in zona A1 ed A2 del PRG, 
tuttavia sul tipo di intervento non esiste né accordo né adesione: la 
maggioranza dei consiglieri comunali ha dato il suo assenso al progetto 
dell’amministrazione presentato come “sistemazione” del viale, mentre tale 
non è, esso é invece foriero di una radicale trasformazione dell’area (di 
quasi  19.000 metri quadri) e delle abitudini della gente, oltre che della 
distruzione di un pezzo di storia della città;


il progetto in questione prevede per l’anno corrente delle grandi opere
infrastrutturali che, sfruttando ingenti finanziamenti dell’Unione Europea,
dovrebbero portare alla trasformazione del viale alberato in una sorta di
super strada a quattro corsie;

secondo quanto denunciano recentemente dalle locali associazioni
ambientaliste, tali lavori sono stati pianificati senza alcun rispetto per
le regole e per i cittadini, prevedendo l’indiscriminato abbattimento dei
grandi alberi;

comprensibilmente tutta la città è in fermento, come mostra la quantità e
la qualità delle firme raccolte per chiedere il provvisorio fermo dei
lavori(oltre 1000), e soprattutto l’esame dell’ampio “ventaglio” di
motivazioni relative ai “no” verso l’intervento sul viale, per come questo
si profila:
1) riduzione sostanziale dello spazio pedonale utile, della massa di verde
pubblico, e dell’ombra, nelle vicinanze delle case e delle scuole;
2) assenza di preventivo parere e studio circa le possibili scoperte
archeologiche;
3) la mancanza di studio circa i flussi di traffico pedonale e similare,
che giustifichino almeno in parte la mole dell’intervento, in particolare
sembrano completamente ignorati i flussi scolastici e quelli pedonali legati
all’uso dei mezzi pubblici, sulla effettiva possibilità di spostamento per
disabili, anziani e bambini;
4) assenza di studi circa le conseguenze della sparizione dei parcheggi per
i residenti e commercianti della zona, per la collocazione strana e forse
contraria al Codice della Strada dei pochi parcheggi previsti (sulla corsia
di sinistra mentre gli edifici si trovano sulla destra);
5) la mancata previsione di raccordo con il progetto della metropolitana di
superficie (ancora in pectore dell’ Amministrazione nonostante altrove sia
stata tassativamente esclusa o abbandonata);
6) mancanza di raccordo con l’esigenza sbandierata di corsie preferenziali,
e per mezzi di soccorso;
7) errata collocazione e pericolosità della pista ciclabile;
8) la distruzione di 216pini e sui motivi per cui quei pini possono essere
stati lì impiantati;
9) motivi di indole storica, artistica, monumentale, per il fatto che il
noto obelisco sarà in una posizione anomala rispetto alle prospettive.
l’intervento non rispetta infatti il paesaggio urbano e quindi l’ambiente
stesso e la conseguente disarmonia con la destinazione di fondi europei (i
fondi della misura 5.1 non vanno solo spesi velocemente ma nel rigoroso
rispetto delle esigenze ambientali e di tutela del paesaggio urbano);

    con riferimento ai punti 8 e 9 l’interrogante segnala che il destino dei 
vetusti pini del “viale Università”, che hanno catalizzato l’attenzione e la 
sensibilità di buona parte della città e della stampa, rientra in un quadro 
generalizzato a Lecce assai preoccupante. Questa strage annunciata infatti 
non é isolata: una strage analoga é prevista dal Comune su via Taranto dove, 
per lasciare spazio alle automobili, pare si vogliano distruggere moltissime 
querce in encomiabile stato vegetativo,  e ancora per quanto concerne la 
vicenda relativa al parco – bosco di Villa Tuzzo, nel quale soccomberanno 
altre centinaia di alberi a causa dell’incomprensibile ostinazione nel 
mantenere o approvare un tracciato sbagliato, quest’ultima questione é 
oggetto di un’interrogazione in attesa di risposta;


     ma la varietà e la quantità delle proteste spontanee dei cittadini 
verso il progetto ‘viale università’ dell’Ufficio Tecnico del Comune, cui 
sino ad oggi il Sindaco non ha inteso dare compiuta risposta, invita 
all’attesa, alla riflessione, ed al rispetto di tutte le regole; mentre si 
osserva una sostanziale “furtività” con cui il Comune si sta muovendo 
sull’argomento con la conseguente diffusa ignoranza circa i modi specifici, 
i tempi, le conseguenze dell’intervento;


il 20/02/2003 i lavori a viale dell’Università sono stati momentaneamente
sospesi per scarsa tutela della sicurezza pubblica, inoltre gli strumenti in
uso alla ditta appaltatrice sembrano essere inidonei;

Di seguito, in data 21 febbraio 2003, da una testata locale si apprendevano 
tre  circostanze     relative all’opera pubblica appaltata ed in corso di 
appalto e cioè: A) che la Soprintendenza di Bari aveva chiesto con un fax al 
Comune di Lecce copia del progetto del viale Università; B) che esisteva un 
esposto presso l’Autorità Giudiziaria (circostanza a quella data forse non 
ancora realizzata) e C) che un ingegnere aveva preso contatto con una ditta 
che avrebbe potuto con esborso relativamente contenuto trasportare i vetusti 
pini in altro sito.


Vero è anche che -una settimana prima- il coordinamento delle associazioni
ambientaliste aveva sollecitato l’Università e la Soprintendenza, con
lettera raccomandata, a prendere posizione in relazione all’opera di cui si
tratta.

A questa sequenza è seguito, alle ore 4 della mattina di sabato 21 febbraio,
un vero e proprio blitz organizzato con l’ausilio di questure di almeno tre
province con cui si è cantierizzato l’intero viale, recintato, presidiato
con un continuo cordone di Forze dell’Ordine e –pur in orario vietato dai
regolamenti comunali- proceduto all’allineamento di enormi ruspe.
Dopo poco più di due ore è seguita una vera e propria “mattanza” dei pini
che venivano fatti schiantare con colpi di benna di caterpillar, poi fatti a
pezzi una volta in terra.

La maggior parte dei pini non ha ceduto ai colpi di ruspa ed e’ rimasta la
base del tronco ed il ceppo infissi nel terreno quindi allo stato
occorreranno centinaia di “scavi” per estirpare quel che resta delle piante.
Ed altrettanti “scavi” per il reimpianto.

Alcuni ceppi sono stati estratti nel giorno di venerdì e giovedì (dopo i
primi tagli tra molte manifestazioni contrarie dei cittadini) scavando con
le ruspe a profondità di almeno 120 centimetri.

Due avvocati intervenuti sul luogo per denunciare l’illecito intervento
(anche per la esistenza di emergenze archeologiche testimoniate da una carta
del 1968) e la pendenza di un esposto alla magistratura penale con richiesta
di sequestro del cantiere, non hanno ottenuto l’intervento fosse fermato
neanche per il tempo necessario a rintracciare il magistrato di turno e sono
stati scacciati “manu militari” dall’area in corso di recinzione: il primo
(avv. L. Mariano) fermato ed accompagnato in Questura, il secondo (L.
Pedone) allontanato con divieto di riavvicinarsi alla zona delle
operazioni.
Si precisa che il cantiere dal lato “porta Rudiae” non era assolutamente
recintato. La presente è stata esaminata dai suddetti legali per verificarne
il contenuto relativamente al capoverso che precede.

La situazione al momento si presenta come una scena da incubo, quasi tutti
gli alberi sono stati stroncati e le associazioni intendono proseguire con
la richiesta di legalità. Ove occorra con la richiesta di risarcimento per
il danno inferto, con la richiesta di arresto della parte del progetto da
realizzarsi ancora con la alterazione dell’assetto viario e pedonale.

Uno dei due legali fermati il 22 febbraio ha chiesto la sospensione della
aggiudicazione del terzo lotto dei lavori in appalto e la convocazione di
una conferenza di servizi.

Molti paesini, soprattutto nel meridione, hanno visto distruggere antiche
strade e piazze storiche, omologate ad una visione “computerizzata” dello
spazio urbano pubblico: Lecce ed il suo viale non meritano questa sorte,
dato che si tratta di un pezzo del viale storico a ridosso delle mura, in
una città che va ben oltre il Barocco Leccese;


Se non si ritenga doveroso procedere ad una verifica dell’iter
amministrativo seguito per il progetto di Viale Università di Lecce al fine
di capire se questo sia pienamente regolare e in particolare se vi sia stata
sufficiente informazione circa gli intenti dell’amministrazione; se questo
intervento irreversibile e distruttivo sia stato approvato dalla
sovraintendenze competenti e se l’amministrazione abbia predisposto uno
studio sui flussi di traffico non automobilistico; Se esistano ulteriori
responsabilità nella condotta degli Organi preposti.

Mauro Bulgarelli




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